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Soru non tornerà alla guida di Tiscali. Bene il titolo che viaggia sulle voci dell’accordo con Murdoch per la cessione degli asset UK

Italia


A metà seduta, Tiscali guadagna il 3,86% a piazza Affari dopo aver registrato in mattinata un balzo di oltre il 6%.

Oggi il CorrierEconomia riporta che il fondatore dell’Isp, Renato Soru, non tornerà a guidare l’azienda nonostante la sconfitta alle elezioni regionali sarde il 16 febbraio (il giorno seguente Tiscali aveva ceduto in borsa il 7,8%).

 

Soru ha deciso di continuare a fare politica come capo dell’opposizione, lasciando affidate al blind trust le azioni del gruppo, vista la legge sul conflitto di interessi, che non prevede distinzioni tra il ruolo di presidente della giunta e consigliere regionale.

 

Sempre secondo il settimanale, l’amministratore delegato Mario Rosso sta intanto andando avanti con l’obiettivo di concludere la vendita delle attività inglesi alla BSkyB (News Corp) di Rupert Murdoch superando le questioni relative al prezzo. Per il CorrierEconomia la finalità di Rosso è arrivare al pareggio di bilancio con “…la drastica riduzione dei debiti e quindi degli oneri finanziari, unita alla altre mosse di ristrutturazione aziendale”.

 

Lo scorso 13 febbraio, l’azienda sarda è intervenuta per voce del legale Giuseppe Macciotta per dire che “….Perseverando sconsideratamente nel suo disegno di screditamento di Renato Soru, con la diffusione di notizie incontestabilmente false, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi continua pubblicamente e consapevolmente a mentire”.

 

Aggiungendo che “…Incurante delle reiterate e documentate richieste di smentita rivolte a norma di legge a tutti i suoi strumenti di informazione e puntualmente disattese, rendendo inevitabile il ricorso all’autorità giudiziaria per imporre la pubblicazione o la diffusione delle precisazioni volte a ristabilire la verità storica dei fatti, Berlusconi anche questa mattina nel corso di una trasmissione di Canale 5 ha riaffermato sfrontatamente che Tiscali avrebbe licenziato due terzi dei propri dipendenti. Come, invano, precisato in più occasioni la notizia è clamorosamente falsa”.

 

Berlusconi, in un collegamento telefonico con ‘Panorama del Giorno’, ha reiterato, infatti, l’accusa a Renato Soru di “aver fallito, oltre che da governatore e politico, anche da imprenditore“, citando, tra l’altro, il “licenziamento di 250 dipendenti su 800″ .

 

Macciotta ribadisce che l’Isp sardo “non ha dato corso a un solo licenziamento, né ha dato vita ad alcuna procedura di cassa integrazione, ma “in perfetta intesa con le organizzazioni sindacali e datoriali dei lavoratori ha esclusivamente attuato un programma di esodi incentivati in forza del quale 82 dipendenti sono liberamente receduti dal rapporto in essere”.

“…Sfido il Presidente del Consiglio – conclude la nota – a confutare anche una sola delle asserzioni che precedono”.

 

Tiscali ha anche fatto sapere che, in qualità di società quotata in Borsa, “…si riserva di rivolgersi all’Autorità di vigilanza del mercato al fine di tutelare i propri azionisti, dipendenti e tutti gli altri stakeholders”.

 

Alcuni giorni prima, l’Ad Mario Rosso, in un lettera aperta, pubblicata a pagamento sui quotidiani sardi, ha dichiarato che “…Mentre a livello nazionale si discute di risollevarsi dalla crisi, di salvare settori interi dell’economia italiana, di sostenere auto ed elettrodomestici, si attacca e danneggia Tiscali, una realtà economica ai vertici dell’innovazione e della tecnologia”.

Tiscali “…è stata ed è tuttora un’esperienza industriale innovativa che uscendo dai confini nazionali ha saputo esprimere un capitale umano, tecnico e tecnologico innegabile”.

 

Nella lettera si ricorda che in 10 anni di attività, il gruppo ha investito “…oltre 400 milioni di euro in tecnologia e rete sostenendo la modernizzazione delle infrastrutture nazionali nel mercato italiano delle Tlc”, e ha “generato occupazione in Italia per oltre 1300 persone medie annue”.

“…Parliamo di un’azienda attenta all’economia del territorio sardo, che attualmente sta affrontando la crisi dei mercati con l’elaborazione di un piano industriale finalizzato al miglioramento della redditività anche mediante operazioni di ottimizzazione dei costi e degli investimenti“, ha spiegato la nota dell’Ad.

 

Un processo, questo, iniziato nel 2008 e che sta già portando i primi risultati: facciamo riferimento all’accordo siglato con le Organizzazioni Sindacali che prevede la gestione degli esuberi dichiarati dall’azienda attraverso l’utilizzo del solo strumento degli esodi incentivati e su base volontaria, senza alcun ricorso a strumenti traumatici quali la Cassa Integrazione o la Mobilità, tanto meno licenziamenti.

 

“…Confidiamo quindi di poter contare ora e nel futuro – ha concluso l’inserzione – su atteggiamenti costruttivi e di rispetto che un’importante realtà economica e industriale come Tiscali merita”.

 

Nei giorni scorsi, sulla scia delle indiscrezioni di stampa, la compagnia ha confermato i 250 esuberi possibili (su 850 dipendenti su tutto il territorio italiano), con esodi volontari incentivati, oltre a ulteriori razionalizzazioni della forza lavoro.

 

Da questa operazione dipendono infatti i futuri progetti del gruppo con la formulazione del nuovo piano industriale per la controllata italiana.

 

Il piano, ha spiegato l’azienda, prevede “un miglioramento della redditività anche mediante un piano di ottimizzazione dei costi e delle risorse, coerentemente con il contesto di settore e con le condizioni economiche nazionali ed internazionali”.

Secondo le stime di Tiscali, il piano della controllata italiana vede una riduzione complessiva dei costi operativi e di struttura di circa 40 milioni di euro.

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