Europa
Si è chiuso ieri a Barcellona il Mobile World Congress, uno fra gli eventi più attesi per l’industria mondiale delle comunicazioni mobili.
L’edizione 2009, tuttavia, sarà ricordata per il tono dimesso della kermesse più che per le scintillanti presentazioni degli ultimi ritrovati tecnologici, come è avvenuto negli anni scorsi.
Operatori mobili, produttori di terminali, fornitori di infrastrutture: tutti dovranno affrontare un 2009 molto impegnativo, alla luce della forte contrazione dei consumi e della grande incertezza che caratterizza questa fase dell’economia mondiale.
Per superare la crisi, gli operatori possono contare su una solida generazione di cassa, ma devono ora vedersela con forti competitor arrivati nel mercato anche da altri settori oltre che con proposte di regolamentazione che minacciano di colpire ulteriormente i guadagni.
I produttori di cellulari si trovano ad affrontare una significativa contrazione dei consumi che ha portato molti utenti dei mercati occidentali a rinunciare al nuovissimo modello o addirittura – nei mercati emergenti – a non comprare il primo, mentre i fornitori di infrastrutture soffrono per il conseguente rallentamento degli investimenti da parte degli operatori.
Lo stato di forte preoccupazione per il futuro è confermato anche dal fatto che il numero di espositori arrivati al World Congress 2009 è stato in calo del 25% e non si sono registrate le lunghe code di appassionati degli scorsi anni ad ammirare l’ultimo ritrovato tecnologico.
Gli osservatori hanno notato che più che un salone hi-tech sembrava di essere all’ultimo World Economic Forum, con player e pubblico focalizzati più sul futuro economico e finanziario del business che su quello tecnologico.
Sensazioni confermate dalle dichiarazioni rese dagli executives delle maggiori società di settore. Per Cesar Alierta, numero uno di Telefonica, “il mondo non può prendersi il lusso di non fare delle tlc il maggiore propulsore per uscire dalla crisi”, mentre il numero uno di Ericsson, Carl-Henric Svanberg, ha spiegato che anche sul versante infrastrutture – che lo scorso anno sembrava potesse uscire parzialmente indenne dalle turbolenze economiche – si cominciano a sentire gli effetti della crisi.
Da Svanberg è arrivato il suggerimento ai governi di utilizzare le spese per le infrastrutture per stimolare gli investimenti e rilanciare la crescita.
Il Ceo di Vodafone, Vittorio Colao, ha invece sollecitato una maggiore collaborazione industriale e un approccio regolatorio meno interventista, sottolineando al contempo la necessità di puntare su nuovi modelli di business per trarre il massimo vantaggio dai contenuti e dalle applicazioni mobili. Un segmento in forte crescita, trainato anche dalla crescente diffusione di telefonini intelligenti come l’iPhone di Apple.
Sul versante tecnologico, infatti, l’edizione di quest’anno è stata caratterizzata dalla consapevolezza che lo sviluppo della telefonia mobile è strettamente legato a internet: servizi quali la navigazione web, la localizzazione e il download di contenuti sul telefonino stanno riscuotendo grande successo nonostante la crisi che interessa tutti gli altri segmenti del business, e i maggiori player – non solo delle tlc, come conferma l’ingresso di Microsoft, Apple e Google – non vogliono farsi sfuggire l’occasione di crescere in questo nascente e promettente mercato.
La battaglia, in questo contesto, non è tanto sul dispositivo – l’iPhone è stato dirompente, ma la sua peculiarità (ossia lo schermo touch) è stata prontamente replicata dalla concorrenza – quanto sui servizi offerti.
Il successo di App Store, l’applicazione sviluppata da Apple per distribuire le applicazioni iPhone, ha aperto infatti un nuovo fronte: molti player stanno lottando contro il tempo per creare la propria versione dell’applicazione, per aggiungere interattività e personalizzazione alla user experience, fidelizzare gli utenti e fornire agli operatori nuove fonti di reddito.
Nokia, ad esempio, ha svelato al Mobile World Congress, Ovi Store, mentre Microsoft ha presentato il suo Windows Marketplace for Mobile.
Tali sviluppi tecnologici, oltre a sfumare le differenze tra le offerte concorrenti, sono considerati come un’importante opportunità per la crescita del traffico dati e per consentirne un ulteriore sviluppo
A fare da ago della bilancia, saranno i sistemi operativi mobili open source, che consentono agli sviluppatori indipendenti di creare programmi per i telefonini senza pagare royalties: ‘aperto’ è, ad esempio, il sistema Android di Google.
Montato attualmente soltanto su modelli prodotti dalla taiwanese HTC – il G2 arriverà in Italia nel mese di marzo distribuito da Vodafone – arriverà presto anche su telefonini prodotti da Samsung, LG e Motorola.
Anche Symbian – la piattaforma mobile attualmente più utilizzata e di proprietà Nokia – sta virando verso il modello open source attraverso
Resta Microsoft, che presenterà la nuova versione del proprio sistema operativo mobile – la 6.5 – alla fine dell’anno. Windows Mobile è già disponibile in alcuni modelli di HTC e Samsung, ma la nuova versione è stata arricchita di nuovi dettagli in grado di aumentarne l’appeal.
Se e come questi nuovi prodotti riusciranno a risollevare le sorti dell’industria mobile, sarà probabilmente l’argomento del prossimo World Congress.