Italia
Una “migliore protezione” dei dati personali su internet è urgente. E’ quanto sottolineato dal capogruppo del Pd in commissione per le Politiche comunitarie della Camera, Sandro Gozi, ritenendo “…bene che la competitività delle imprese Ict si basi sempre più sulla loro oggettiva affidabilità in materia di privacy e data-security”.
Nel ricordare il confronto europeo in materia, tenutosi lo scorso 10 febbraio, Gozi ha sottolineato che “quando cerchiamo qualcosa online, paghiamo il servizio – apparentemente gratuito – cedendo i nostri dati personali e spesso non ce ne accorgiamo. I motori sanno tutto di noi, servono dunque nuove regole. Nel confronto di Bruxelles, l’Article 29 Working Party ha giustamente raccolto con estremo favore la proposta Microsoft , di stabilire tempi e modi standard di data-retention, anonimizzazione e informativa agli utenti uguali per tutti gli operatori, sottolineando che tali standard dovranno essere basati sulla normativa europea”.
“…I punti chiave – ha detto Gozi – sono infatti due: in primo luogo, perché le regole siano efficaci devono essere condivise e rispettate da tutti; secondo, non basta parlare di quantità e di durata di conservazione delle informazioni, mentre serve porre attenzione alla qualità del trattamento di dati, alla certezza della loro successiva anonimizzazione completa e irreversibile, alla chiarezza e comprensibilità delle informative, che devono essere fornite agli utenti prima – e non dopo – l’utilizzo dei motori di ricerca”.
Gozi ha aggiunto: “…Ci domandiamo, tuttavia, quanto tempo debba passare prima che prima che i motori di ricerca – e in particolare chi tra essi copre la maggior fetta di mercato – si adeguino a tali indicazioni e ai già chiarissimi criteri sanciti a livello europeo. Il parere dei Garanti UE risale a quasi un anno fa, ci chiediamo se non sia il caso di accelerare il processo di loro regolarizzazione anche con provvedimenti di richiamo a livello nazionale”.
“Microsoft ha sviluppato nel corso degli anni una politica di miglioramento costante delle tecnologie e dei processi che stanno alla base della protezione della privacy, coerentemente con gli impegni presi con l’avvio del nostro programma ‘Trustworthy Computing’ nel gennaio del 2002”, ha dichiarato Pietro Scott Jovane, amministratore delegato di Microsoft Italia, a Key4biz in occasione dell’annuncio inerente la conservazione dei dati personali degli internauti.
“Il nostro approccio alla privacy – ha aggiunto – si basa sull’essere trasparenti con i consumatori rispetto alle modalità di trattamento dei dati personali, sull’affidarne il controllo agli utenti stessi e sull’implementazione di tecnologie e metodologie sempre più efficaci per proteggere tali informazioni da attacchi esterni e da accessi non autorizzati”.
Microsoft si è, infatti, detta pronta a ridurre a sei mesi, contro i diciotto attuali, la durata durante la quale conserva alcuni dati privati di chi usa internet, ma a condizione che tutti i suoi concorrenti facciano la stessa cosa.
“…Noi potremmo arrivare fino a sei mesi, ma quando anche gli altri lo faranno e se renderanno anonimi” completamente i dati superata la data, ha detto John Vassallo, consigliere di Microsoft per gli affari europei. Microsoft detiene soltanto il 2% nel mercato europeo e se è il solo a cambiare comportamento, gli effetti saranno limitati, ha detto Vassallo.