Italia
Un “modello Terna” per la rete di Telecom Italia. “…Il Governo dovrebbe sollecitare l’azionariato del gruppo verso questa svolta”, è quanto ha dichiarato alla stampa dal presidente della Commissione Trasporti e Tlc della Camera, Mario Valducci, sostenitore della soluzione dello scorporo della rete Telecom.
E ha spiegato che in astratto il modello della rete elettrica Terna sarebbe l’ideale anche per le telecomunicazioni, ma ovviamente non si può prescindere dall’assenso degli azionisti. Si potrebbe tuttavia procedere per gradi.
Infratel, la società creata diversi anni fa per lo sviluppo della banda larga, potrebbe entrare nel perimetro della Cassa Depositi e Prestiti e procedere all’acquisizione della miriade di piccole reti create dagli enti locali. In seguito, ha suggerito, “…si potrebbe pensare anche alla rete Telecom“.
Per la rete, Valducci propone un modello con la creazione di una società ad hoc, magari con azionariato aperto a tutti gli operatori-clienti che accedono alla rete, da Mediaset, a Fastweb, a Vodafone.
E’ necessaria poi, secondo Valducci, “…una modifica costituzionale del nuovo articolo 117 del Titolo V della Costituzione, per far rientrare anche le reti strategiche, di Tlc ed energia, tra le materie di competenza esclusiva dello Stato. Non si può più procedere tra veti e mancanza di coordinamento su grandi progetti”.
Di scorporo della rete, ha parlato anche Angelo Rovati, consulente di Rothschild ed ex-consigliere del Governo Prodi dimessosi proprio a causa di un progetto che andava in questo senso, recapitato all’allora numero uno di Telecom Marco Tronchetti Provera.
“…Dal mio punto di vista – ha commentato – una volta realizzato lo scorporo della rete, procederei a una fusione tra Mediaset e Telecom. Ne nascerebbe una delle più grandi media company del mondo”.
Secondo Rovati, “tenere in panchina” Mediaset perché il fondatore è il presidente del Consiglio è strumentale: “…non c’è solo la famiglia Berlusconi, ma una miriade di azionisti e lavoratori”.
Inoltre la fusione attenuerebbe la questione del conflitto di interesse, perché la famiglia Berlusconi sarebbe socio di minoranza. Per Rovati, se fosse amministratore delegato della società di tlc, prima di procedere allo scorporo liquiderebbe gli spagnoli di Telefonica, scambiando Tim Brasil con le loro azioni Telecom e la metà della joint venture di Vivo.
E proprio dal Brasile, si apprende che la Cvm, l’autorità di Borsa, ha deliberato su richiesta di Telco di sospendere gli effetti della richiesta di Opa sulle azioni ordinarie di Tim Partecipacoes, fino a quando non si sarà espressa in via definitiva sulla vicenda. Lo comunica in una nota Telco, la società che riunisce gli azionisti di Telecom Italia.
Intanto Telecom Italia cedeva ieri lo 0,59% a 1,019 euro a Piazza Affari (il 3 febbraio ha chiuso a +7,3%) in un comparto tlc in ribasso (-0,97%) dopo l’exploit della vigilia, causato dalla revisione al rialzo delle stime da parte di Vodafone.
Il mercato si interroga su indiscrezioni di stampa circa un taglio del dividendo da parte della compagnia telefonica italiana, attualmente alle prese con una serie di nodi da sciogliere in Sud America. I soci di Telecom sarebbero pronti a subire un taglio della cedola dagli 0,8 euro per azioni incassati lo scorso anno a 0,5-0,6 euro.
Dalla società guidata da Franco Bernabé non arriva nessun commento visto che le indicazioni ufficiali, come previsto, verranno date nel corso del consiglio di amministrazione del 27 febbraio, che si riunirà per approvare i conti.