Supercalcolo: a Lecce nuovo centro per studiare i cambiamenti climatici

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IBM Cloud Computing

Verrà presentato venerdì 30 gennaio il nuovo Centro di Supercalcolo del CMCC (Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamento Climatici): due supercalcolatori di ultima generazione che ne fanno una delle strutture più importanti d’Europa. Dotati di una elevata capacità di elaborazione (complessivamente 30 mila miliardi di operazioni al secondo), saranno il cuore di una rete di tecnologie avanzate che serviranno a realizzare scenari sul futuro dei cambiamenti climatici.

 

È come avere in uno stadio di calcio all’incirca 20 mila persone, ciascuna con un computer simile a quelli che usiamo nelle nostre case e nei nostri uffici, che lavorano simultaneamente all’elaborazione di dati utili a capire come sarà il clima nei prossimi decenni e quali impatti potrà avere sull’economia, sui mari e le coste, sull’agricoltura, sugli ecosistemi.

Questo lavoro, nelle stanze del Centro di Supercalcolo di Lecce del Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamento Climatici, è svolto da due supercomputer che utilizzano tecnologie all’avanguardia e sistemi di calcolo diversi.

 

Uno dei due calcolatori è un IBM Power 6, dotato di circa 1.000 processori capaci di erogare una potenza di calcolo complessiva di 18 Tflops; l’altro, un NEC SX-9/112M7, è dotato di 112 processori ma riesce a erogare una potenza di calcolo pari a 11,47 TFlops, per un totale complessivo in dotazione al centro di calcolo pari a circa 30 TFlops, ossia 30mila miliardi di operazioni al secondo.

 

Tutta questa potenza di calcolo, affiancata da una capacità di immagazzinamento dei dati (storage) di 1,5 PetaBytes – ossia 1,5 milioni di GigaBytes, una capacità, per intenderci, che potrebbe contenere la versione digitale di tutti i film prodotti a Hollywood dai  tempi del muto fino a oggi – consentirà di realizzare gli obiettivi di studio e di ricerca del CMCC e cioè produzione di scenari sui cambiamenti climatici futuri e dei relativi impatti  sull’economia, sull’agricoltura, sulle zone costiere, sugli ecosistemi marini e terrestri, sul ciclo idrogeologico, sulla salute.

 

Ma per raggiungere questo scopo non è sufficiente l’elaborazione di grandi quantità di dati; è indispensabile anche che queste informazioni siano messe in rete tra tutti i nodi di ricerca del CMCC presenti sul territorio e siano  facilemnte accessibili dalla comunità scientifica (biologi, economisti, fisici, ecc.).

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