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Digitale terrestre: la Valle d’Aosta stanzia 1,2 mln di euro per switch-off. Assistenza solo a chi è in regola col canone Rai  

Italia


Per agevolare i valdostani nel passaggio dal sistema televisivo analogico e quello del digitale terrestre la Regione autonoma Valle d’Aosta ha previsto un investimento di 1.250.000 euro “…per azioni di assistenza diretta presso le abitazioni degli utenti in regola con il pagamento del canone Rai”.

Lo ha comunicato, in apertura dei lavori del Consiglio Valle, il presidente della Regione, Augusto Rollandin ribadendo che è previsto per il 14-23 settembre 2009 lo switch-off sull’intero territorio della Valle d’Aosta, secondo un Master Plan definito dal Ministero che riporterà nel dettaglio le azioni previste, i tempi e le nuove frequenze che saranno utilizzate.

 

Lo slittamento – da giugno a settembre – , ha spiegato Rollandin, è dovuto al fatto che il Ministero ha adeguato l’iter dello switch-off per la Valle d’Aosta a quello del Piemonte, per evitare ‘interferenze’. Il Piemonte, che ha solo di recente voluto inserirsi nel progetto digitale terrestre, infatti, partirà dal 24 settembre.

La digitalizzazione degli impianti di proprietà dei broadcaster (servizio pubblico nazionale e reti private) è a totale carico degli stessi. Per la digitalizzazione degli impianti di proprietà degli Enti Locali (20 impianti FOC e 26 fuori FOC), Rollandin ha fatto sapere che “…è in via di definizione con Rai un accordo che prevede la diffusione sul territorio di due MUX: uno composto dai programmi RAI 1, RAI 2 e RAI 3 – uno composto dagli attuali due programmi francofoni più altri eventuali (fino ad un massimo di tre) programmi televisivi individuati dalla Regione (inclusa la possibilità di trasmettere programmi radiofonici)”.

Tale accordo prevede l’intervento finanziario dell’amministrazione.

 

Il Presidente della Regione ha poi assicurato che “…il Ministero ha manifestato la sua disponibilità a realizzare, per tramite del Consorzio Valle d’Aosta Digitale, un piano di comunicazione a carattere regionale”.

Da parte sua la Regione ha previsto in bilancio uno stanziamento di 30.000 euro da integrazione dell’intervento del Ministero.

“…Tale impegno – ha concluso Rollandin – che potrà essere eventualmente ampliato sulla base dello studio che verrà prodotto dal Consorzio”.

 

Nel Terzo rapporto sulla televisione digitale terrestre in Europa“, presentato a Roma in occasione della IV Conferenza nazionale sulla Tv digitale terrestre, organizzata da DGTVi (20-21 gennaio), si stima che a fine 2008 la diffusione della TDT – intesa come numero di famiglie in possesso di almeno un ricevitore per il digitale terrestre nella propria abitazione – raggiunga quota 7.6 milioni di abitazioni pari al 34% del totale. La TDT risulta così più diffusa del satellite: le famiglie dotate di almeno un ricevitore satellitare sono infatti in 6.6 milioni, il 28% del totale, di cui 4.7 milioni ricevono la tv a pagamento. Il 2008 è anche l’anno del sorpasso della televisione digitale (tutte le piattaforme, 53%) sull’analogico (47%).

Limitando l’analisi ai Paesi in cui la televisione terrestre costituisce l’infrastruttura prevalente in analogico (Francia, Italia, Regno Unito e Spagna) oggetto del presente rapporto, la Tdt ha decisamente superato il satellite quale primo canale di accesso alla tv digitale, ed è presente in circa la metà delle abitazioni digitali.

 

In Italia, al Novembre 2008, il consumo di televisione attraverso piattaforma TDT ascolti (Tdt + piattaforma non definita Auditel) è pari 7.6% del totale.

Gli ascolti TDT rappresentano il 33% degli ascolti digitali (Tdt + Sat + Iptv), che a loro volta cumulativamente rappresentano il 22,8% del totale ascolti Tv.

 

Una spinta importante alla diffusione della nuova tecnologia arriverà ancora dalla politica di incentivazione statale all’acquisto dei decoder: in attesa della definizione dell’ammontare delle risorse da parte del Cipe (il comitato interministeriale per la programmazione economica), il sottosegretario alle Comunicazioni Paolo Romani ha annunciato che l’80% dei fondi sarà destinato al sostegno per le fasce deboli, il 20% alle attività accessorie (come comunicazione e call center).

Ma altro passaggio importante sarà l’obbligo, fissato per legge da aprile 2009, di vendere esclusivamente televisori con il sintonizzatore digitale integrato, che funzionano dunque senza decoder.

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