Italia
Parte oggi, nell’attesa generale, la IV Conferenza sulla Tv digitale terrestre organizzata da DGTVi e, come dice in una nota Adiconsum, “si apprende che Tivù sarà realtà”.
E spiega che con Tivù, infatti, tutti i canali presenti sul digitale terrestre, per ora con esclusione delle pay, saranno visibili anche sullo stesso satellite dove trasmette Sky. Ciò significa all’atto pratico che tutti i programmi Rai si potranno vedere con il satellite senza correre il rischio di trovare lo schermo nero perché criptati e che si potranno vedere tutti i canali che sono sul terrestre, come RAI4 e Iris.
Per l’associazione consumatori, il servizio pubblico potrà finalmente mantenere gli impegni presi con il contratto di servizio.
“Adiconsum ha speso in passato tantissime energie per ottenere il diritto di vedere le trasmissioni televisive in tecnica digitale su qualsiasi piattaforma, forse, ora il tutto si concretizza. L’apertura a nuove piattaforme è stata possibile grazie alla nascita del Comitato Italia Digitale che prevede anche la rappresentanza dei consumatori”.
Nella nota si legge ancora che attualmente, grazie all’impegno dell’attuale governo, si è passati dal contrasto al dialogo. Infatti, ben tre rappresentanti del Consiglio Nazionale dei Consumatori e Utenti (CNCU) sono nel Comitato; dei tre, due in particolare ricoprono ruoli ben definiti: uno è coordinatore del gruppo di lavoro dedicato alla comunicazione ed assistenza utenti ed uno è membro del gruppo dedicato a rilevamenti e dati.
“Inoltre, in questo ultimo anno il dialogo è cresciuto, grazie anche alla creazione da parte della Confindustria (ANIE) di un panel sulla tv digitale che riunisce ogni mese tutti i componenti della filiera”.
Nel 2009, dice Adiconsum, tantissimi italiani (quelli delle regioni Trentino,Valle D’Aosta, Piemonte, Lazio, Campania) vedranno la chiusura del segnale analogico terrestre e dovranno utilizzare solo la tv digitale e, come accaduto in Sardegna, dovranno essere assistiti in questo passaggio. Istituzioni e associazioni consumatori stanno lavorando per rendere il passaggio al digitale meno difficoltoso, a partire da una comunicazione istituzionale più completa, corretta, trasparente, e una maggiore tutela delle fasce più deboli.
“I problemi, permangono, ma rimaniamo comunque fiduciosi, perché il dialogo finora sta portando frutti. Siamo consapevoli che la televisione non può rimanere l’unico media analogico, ma siamo altrettanto convinti che la tv è l’industria con maggior reddito e che quindi cambiare tecnologia deve essere conveniente soprattutto al cittadino che non deve sostenerne i costi di cambi tecnologici”. (r.n.)
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