Unione Europea
Incontro di vertice, molto privato, tra l’amministratore delegato di Microsoft Steve Ballmer e il presidente di Yahoo! Roy Bostock.
Stando ad alcune indiscrezioni riportate dal New York Times, i due si sarebbero visti nel corso della scorsa settimana.
Il noto quotidiano ha citato fonti anonime, che non hanno rivelato i dettagli dell’incontro.
La nomina di Carol Bartz come amministratore delegato ha fatto aumentare le speculazioni sul fatto che le società potranno riuscire a trovare un accordo su una fusione, verosimilmente con l’acquisizione da parte di Microsoft delle attività di ricerca internet di Yahoo!.
La notizia segue quella secondo cui Bartz e Ballmer avrebbero avuto una conversazione informale dopo la nomina della manager da parte del Cda di Yahoo!
La Ue ha intanto confermato oggi di aver inviato giovedì scorso una lettera a Microsoft nella quale spiega che il colosso informatico ha violato le regole del Trattato Ue – abuso della posizione dominante (articolo 82) – per l’integrazione di Explorer in Windows.
Sulla base delle prove raccolte nel corso dell’inchiesta, si legge in una nota, la Commissione considera che la vendita collegata di Explorer con il sistema Windows, che ha per effetto quello di equipaggiare di internet Explorer il 90% dei pc del mondo, lede
La società ha già fatto sapere di stare valutando con attenzione le accuse e che risponderà a tempo debito. Del resto il gruppo ha sempre dato ampia disponibilità alla Ue per tutti i casi che l’hanno vista coinvolta.
Anche questa volta ha, infatti, assicurato che non si tirerà indietro e consentirà che si faccia luce sulla questione.
In una nota, ha detto di prendere atto delle nuove accuse mosse nei suoi confronti dalla Commissione europea e ha informato “…di voler svolgere la propria attività in conformità con la legge europea”. La società vanta anche il diritto di potersi difendere oralmente davanti agli esperti europei nel settore delle concorrenza.
La questione, ai commentatori americani, sembra quasi assurda: l’Unione Europea, si legge, ha trascorso anni discutendo con Microsoft in merito alle violazioni derivanti dal bundling di applicazioni e soluzioni nel sistema operativo, senza mai soffermarsi in modo specifico sul browser.
Alcuni osservatori hanno sottolineato l’inopportunità di una simile mossa da parte della Ue, che torna su una questione dibattuta almeno dieci anni fa.
Molto cose sono cambiate da quando Microsoft fu multata dalla Ue per 2 miliardi di dollari complessivi.
Il gruppo ha, infatti, dimostrato la propria collaborazione aprendosi all’interoperabilità e rendendo più facile, per gli operatori open source, l’accesso ai codici dei propri software.
L’obiettivo dei 4 principi – connettività aperta; promozione della portabilità dei dati e di una più aperta collaborazione con i clienti e l’intero settore IT, incluse le comunità open source; maggior supporto agli standard di settore – in linea con la strategia portata aventi per 33 anni, è stato quello di promuovere una più ampia interoperabilità e maggiori possibilità di scelta per clienti e sviluppatori in tutto il settore IT, rendendo i prodotti Microsoft più aperti e condividendo ancor più informazioni sulle tecnologie.
Lo scorso novembre, in occasione del secondo anniversario dell’accordo per la realizzazione di un “ponte” fra SUSE Linux Enterprise Server (SLES) e Windows, Microsoft e Novell hanno celebrato il successo di un modello di business e di una strategia volti a fornire interoperabilità e a salvaguardare la proprietà intellettuale.
Per Jonas Koponen, partner di Linklaters, e Denis Waelbroeck, partner di Ashurst, la procedura aperta dal Commissario Ue per la Concorrenza, Neelie Kroes, “è difficile da capire”, specie in un periodo di grande recessione economica e crisi del mercato hi-tech come quello in cui stiamo vivendo.