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Vigilanza in triciclo: Villari non molla. Seduta aggiornata al 20 gennaio, per mancanza del numero legale

Italia


Rinviata a martedì 20 gennaio la riunione della commissione di Vigilanza, con all’ordine del giorno gli stessi argomenti previsti per la seduta di oggi.

Lo ha deciso il presidente Riccardo Villari, prendendo atto della mancanza del numero legale e dunque dell’impossibilità di deliberare. Alla seduta di oggi erano assenti i gruppi Pdl e Pd, c’erano solo il radicale Marco Beltrandi (eletto in commissione nel gruppo Pd) e Luciano Sardelli dell’Mpa e segretario della commissione.

Villari, prima dell’aggiornamento della seduta, ha illustrato l’ordine del giorno che contiene questioni a suo avviso “molto urgenti”, tra le quali la nomina dei sette membri del consiglio di amministrazione della Rai che spetta alla Vigilanza, ma anche il regolamento per le elezioni regionali in Sardegna, la nomina della sottocommissione per l’accesso e le risoluzioni su question time e tribune tematiche.

 

Beltrandi ha annunciato che intende rioccupare la sede della Vigilanza e avviare uno sciopero della fame “…perché la legalità istituzionale sia ripristinata”. Il commissario dei Radicali lo ha detto nel corso del suo intervento in Commissione alla presenza del presidente e del segretario Sardelli.

“…Questa convocazione – ha detto Beltrandi – era un atto dovuto, perché non convocare la Vigilanza avrebbe contribuito alla lacerazione istituzionale che si sta consumando in questo momento e di cui sono responsabili i singoli commissari”.

 

Marco Pannella, leader dei Radicali, ha intanto annunciato che dalla mezzanotte sarà in sciopero della sete se “…il comportamento dei parlamentari membri della commissione di Vigilanza confermerà la violazione della legalità e il compimento dei reati previsti alternativamente all’articolo 289 del c.p. e 340 del c.p., che prevedono pene con la reclusione fino a 5 anni nel caso del verificarsi dei reati in questione”.

“…Pannella – si legge in una nota – invita ad associarsi con la formula dello sciopero della fame tutti i democratici che non intendano tollerare ulteriormente che si compia e perfezioni la flagrante posizione di ‘fuorilegge contro la Costituzione’ del Parlamento italiano di fronte al persistere del negare l’obbligato rispetto degli inderogabili obblighi ribaditi e proclamati da più di 4 mesi ai massimi livelli dello Stato”.

 

Sardelli, dalla sua, stamani aveva invitato Pdl e Pd a non boicottare i lavori della commissione.

“…Richiamo i colleghi della Vigilanza che militano nel Pd e nel Pdl ad avere maggiore senso di responsabilità e faccio un appello – aveva affermato – affinché partecipino alla seduta della Commissione prevista per oggi pomeriggio. Io sarò al mio posto, a svolgere la funzione di parlamentare e di componente della commissione, in ossequio a quanto prevede la Costituzione”.

“…Villari è stato eletto alla presidenza della commissione – ha detto ancora – seguendo un percorso istituzionalmente corretto e conforme alla legge. Il fatto che ora i componenti della commissione di Pd e Pdl non partecipino ai lavori con il preciso intento di sovvertire un esito inoppugnabile e assodato, sa tanto di irresponsabilità, anche alla luce della sostanziale paralisi nella quale versa la commissione. Lo sanno i miei colleghi che ci sono adempimenti importanti da affrontare? Oltre alla necessità di dare un governo alla Rai, si avvicinano le elezioni in Sardegna e la Vigilanza – ha concluso l’esponente del Mpa – è chiamata ad adottare provvedimenti non rinviabili ulteriormente”.

 

La riunione fantasma di oggi è ritenuta un passaggio obbligato per cercare di risolvere una situazione ormai diventata paradossale.

Esperti di diritto parlamentare e giuristi ritengono infatti che a questo punto Renato Schifani e Gianfranco Fini, rispettivamente presidenti di Senato e Camera, potrebbero avviare le procedure per sciogliere la commissione e ricominciare poi tutto da capo, come se fossimo all’avvio della legislatura.

Una eventuale decisione di Schifani e Fini in questo senso non è però così semplice. La Giunta del regolamento del Senato, che nei giorni scorsi si è riunita per esaminare la situazione della Vigilanza, ha deciso che si esprimerà entro i prossimi dieci giorni e per ora non da appigli procedurali ai presidenti di Senato e Camera.

 

La possibilità di un riavvicinamento tra Villari e il Pd (dal cui gruppo parlamentare è stato espulso) che possa permettere al primo di rimanere presidente della commissione appare ipotesi assai improbabile. Altra possibilità è che sia lo stesso Villari a prendere atto della situazione che non gli permette di operare e presenti le sue dimissioni. Ma anche questa eventualità è ritenuta difficile, dal momento che finora non si è realizzata.

 

Gli esperti di diritto parlamentare paventano un altro scenario: la possibilità che tutti i commissari della Vigilanza si dimettano in blocco. Solo a quel punto potrebbe arrivare la decisione di Schifani e Fini di sciogliere la Commissione facendo decadere anche la presidenza di Villari.

Ma tutte queste ipotesi potrebbero anche non realizzarsi, il che rimanderebbe al solo Villari la responsabilità di decidere come intende procedere.

 

Alcuni giuristi sostengono, infatti, che per sciogliere la Vigilanza sia necessaria addirittura una legge ad hoc. In effetti, non ci sono precedenti di una situazione di questo tipo nella storia delle sedici legislature del Parlamento repubblicano. Si fa strada anche l’idea che questa commissione possa essere abolita, ritenendo antiquate le sue funzioni di controllo sul servizio pubblico radiotelevisivo.

Ieri è stato Antonio Di Pietro, leader dell’Idv, a riproporre tale soluzione. Il primo a ventilare questa eventualità è stato il senatore Marco Follini, Pd, sostenendo la vetustà del ruolo e delle funzioni della commissione istituita nel 1947. La posizione di Follini è restata però isolata anche nel suo partito.

 

Ieri Villari ha commentato: “…Io mi attengo a un percorso istituzionale, come ho detto fin dall’inizio della vicenda, e come hanno ribadito il presidente della Repubblica nel messaggio di Capodanno e i presidenti di Camera e Senato nei loro diversi interventi”.

Aggiungendo, “…l’unica cosa che mi sentirei di suggerire a tutti è di rileggersi la legge istitutiva della commissione di Vigilanza. Non la legge del 1975, no, ma la legge del 1947, la prima legge che ha istituito la commissione e che non è stata superata dalla legge del 1975″ .

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