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Diritto d’autore: le associazioni di categoria plaudono all’insediamento del Comitato governativo contro la pirateria

Italia


Un segnale “…importante dell’impegno del Governo per garantire la tutela più adeguata della proprietà intellettuale nel nostro paese“. Andrea Persegati, presidente dell’associazione di categoria delle principali aziende produttrici di videogiochi, software e intrattenimento (Aesvi) ha così commentato la costituzione del Comitato contro la pirateria digitale e multimediale insediato ieri alla Presidenza del Consiglio con un Dpcm.

L’auspicio, ha sottolineato, “…è che si possa presto arrivare anche da noi a soluzioni efficaci e condivise”.

Persegati ha riferito che secondo l’Entertainment Software Association (ESA) il tasso di pirateria registrato in Italia per i videogiochi è aumentato dal 40% nel 2006 al 64% nel 2007 con un mercato illegale che vale ormai quanto il mercato legale (817,0 milioni di dollari contro 557,6 milioni di euro).

“…In questo scenario a farla da padrone è la pirateria su internet – ha sottolineato il presidente Aesvi – che ha ormai soppiantato la pirateria su strada”.

Citando Isfe/Nielsen Games, il presidente dell’associazione Aesvi ha, quindi, ricordato che “…nel 2008 il 50% dei videogiocatori europei ha dichiarato di procurarsi i videogiochi pirata da internet (34% dalle reti P2P e 16% da siti internet da cui è possibile scaricare contenuti illegali), mentre solo il 19% si rifornisce dalle bancarelle o dai venditori ambulanti. In particolare – ha concluso – le reti P2P hanno conosciuto un incremento significativo dal 26% del 2007 al 34% del 2008″ .

 

Secondo le stime della Federazione contro la pirateria musicale (FPM) il valore della contraffazione digitale, ovvero della musica scaricata abusivamente da internet, in Italia si attesterebbe intorno ai 300 milioni di euro, superando il valore dell’intero mercato discografico nazionale che nel 2007 aveva fatturato 266 milioni di euro. La media dei brani musicali ottenuti da fonti illecite sarebbe di 1300 per ogni pc dei circa sei milioni di utilizzatori delle piattaforme p2p. Il fenomeno, che ha rallentato sul fronte musicale, grazie anche alla crescita dell’offerta legale sulle molte piattaforme disponibili, sta ora, invece, investendo in pieno il cinema e l’industria dei videogiochi.

 

Il Comitato insediato ieri sarà coordinato da Mauro Masi, segretario generale della Presidenza del Consiglio e delegato italiano all’Onu per la proprietà intellettuale.

Il Comitato – ha affermato Masi – conta di terminare i propri lavori “in circa due mesi” e l’obiettivo è quello di contrastare le conseguenze economicamente negative derivanti dalla violazione dei diritti di proprietà intellettuale.

Parliamo di oltre 5 miliardi di euro di danni – la forchetta è tra i 4,6 e i 5,3 miliardi – , di cui circa 2 miliardi di pirateria riguarda il diritto d’autore.

 

Nella conferenza stampa di presentazione a Palazzo Chigi, il Ministro per i Beni culturali Sandro Bondi e Masi si sono detti d’accordo nel rifiutare “intenti repressivi” ma “bisogna trovare un punto di equilibrio fra libertà individuali, interesse pubblico, diritti d’autore e sviluppo economico del Paese”.

“…Dobbiamo tenere conto – ha aggiunto – del progresso tecnologico ma anche trovare soluzioni equilibrate tra libertà individuale, interesse pubblico ed esigenze di sviluppo di un paese, tutelando nel contempo il diritto d’autore”.

Due, secondo Bondi, le direzioni lungo cui agire: una campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica contro il fenomeno della pirateria ed una stretta collaborazione tra tutti i soggetti interessati.

 

Masi ha sottolineato che l’Italia è nella ‘watch list’ del Governo Usa per quanto riguarda la pirateria multimediale.

“…Siamo migliorati – ha detto Masi – perché eravamo nella ‘special watch list’ ma dobbiamo fare ancora molto, perché il fenomeno della pirateria è in costante crescita. I lavori del Comitato saranno pubblicati su internet”.

Masi ha affermato che la “legge Urbani antipirateria è in vigore, ma non ha ottenuto i risultati proposti”.

Il Comitato predisporrà proposte normative e tenterà di far stipulare codici di autoregolamentazione.

 

“Oggi comincia una bella avventura – ha commentato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per l’editoria Paolo Bonaiuti – non è come la pirateria al largo della Somalia, ma il lavoro del Comitato è importante. Il coordinatore Masi è la persona giusta al di sopra delle parti. Fu D’Alema a nominarlo delegato italiano all’Onu per la proprietà intellettuale”.

 

Il Comitato sarà così formato: Mauro Masi coordinatore; il capo di Gabinetto del ministero dei Beni culturali vicecoordinatore. Componenti: i capi di Gabinetto dei Ministeri di Interno, Esteri, Sviluppo Economico, Giustizia, Politiche europee, Gioventù; il Presidente della Siae; due rappresentanti della Presidenza del Consiglio; due rappresentanti del ministro Bondi; due esperti del settore. I componenti del Comitato non percepiranno compensi, ma avranno solo diritto al rimborso delle eventuali spese di trasferta.

 

“…L’istituzione del Comitato – ha dichiarato Bondi – è una decisione attesa da parte del mondo della cultura e dello spettacolo”.

Masi ha aggiunto: “Non abbiamo alcun intento repressivo nei confronti del fenomeno internet, ma il dibattito sulla proprietà intellettuale e’ aperto in tutti i Paesi occidentali”.

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