Italia
I presidenti del Senato e della Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini, potrebbero arrivare allo scioglimento della commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai. L’ipotesi, circolata al termine della Giunta del Regolamento del Senato, potrebbe diventare una concreta via d’uscita dopo la seduta della commissione convocata dal presidente Riccardo Villari per giovedì prossimo.
Se in quella circostanza si realizzerà la contemporanea assenza di tutti i gruppi politici, la commissione verrebbe a trovarsi nell’impossibilità di operare e sarebbe considerata illegittima. Fini e Schifani, secondo quanto si è appreso, sarebbero a quel punto pronti a valutare lo scioglimento e, in questo modo, verrebbe rimosso anche il suo presidente Villari.
Intanto oggi la Giunta del regolamento di Palazzo Madama non ha deciso sul caso Villari ed è stata riconvoca tra 10 giorni, in attesa di una soluzione politica da parte del presidente della Vigilanza.
Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario dei senatori del Pdl e componente della Giunta del regolamento al termine della seduta ha spiegato: “La Giunta del regolamento ha preso atto dell’iniziativa politica presa con la lettera inviata al Corriere della Sera dai capigruppo della maggioranza e ha deciso di riconvocarsi tra dieci giorni. Non siamo entrati nel merito e la politica ha guadagnato dieci giorni di tempo per trovare una soluzione politica. La situazione è arrivata a un chiarimento grazie anche al contributo di Villari. Noi abbiamo lanciato un appello a Villari ed al Pd, perché si trovasse una soluzione attraverso la moral suasion e non grazie ad una decisione regolamentare. Abbiamo detto che non avremmo mai eletto il nuovo Cda e tantomeno il nuovo presidente della Rai senza il concorso dell’opposizione. Giovedì prossimo è convocata la Commissione di Vigilanza Rai, un atto dovuto, con all’ordine del giorno il rinnovo del Cda. Questo ci dice che o in dieci giorni troviamo una soluzione oppure la commissione non potrà più lavorare perché i commissari della maggioranza non parteciperanno ai lavori e quindi sarà necessario trovare un’altra soluzione politicamente corretta”.
La speranza, in pratica, è che Villari, preso atto dell’impossibilità di far lavorare l’organismo che presiede, si dimetta.
Quanto alle aspettative del presidente della Vigilanza, “…lui ha posto solo un problema: riavere la dignità dal proprio partito”. In ogni caso, se si arriverà alle sue dimissioni, nel Pdl “…non è cambiato il parere favorevole a Sergio Zavoli”.
La riunione “…è andata molto bene“, ha riferito il presidente dei senatori Pd, Anna Finocchiaro, secondo cui “…la Giunta ha registrato il fatto politico” della decisione dei capigruppo Pdl di non partecipare alla Vigilanza, “che mi auguro venga rispettata”.
Quanto al problema posto da Villari rispetto al Pd, “io come capogruppo non ho mai leso la sua dignità. E’ stato invitato a dimettersi da soggetti molto autorevoli, si ritrova a presiedere una commissione che lui non rappresenta, al punto che i gruppi parlamentari non parteciperanno ai lavori. La responsabilità venga da Villari, intanto, poi cominceremo a ragionare sui margini di recupero”.
Idv ha abbandonato i lavori della Giunta di stamani perché, ha affermato Felice Belisario, “…spetta a chi ha eletto Villari sbrogliare questa matassa: noi non siamo interessati a una Vigilanza delegittimata e quello che accade con Pd e Pdl che non parteciperanno ai lavori porterà alla paralisi della Vigilanza e di conseguenza del Cda della Rai. Chi ha interesse a ciò? Probabilmente Mediaset”.
Intanto Enzo Carra (Pd) dalle pagine del Corriere della Sera ha chiesto al suo partito di fare un passo indietro sul caso Villari: “…Dopo la mossa del Pdl che fa oggettivamente piazza pulita di ambiguità e crea un fatto nuovo, tocca al Pd varare un’iniziativa responsabile sulla vicenda. A mio avviso bisognerebbe aprire subito un confronto con Riccardo Villari e favorire il suo rientro nel partito e nel gruppo al Senato”.
Villari “…ha sicuramente commesso degli errori – ha detto ancora Carra – ma è uno dei costituenti del Pd e in quanto a sbagli ne ho visti in giro anche di peggiori”.
Il risultato, ha concluso, sarebbe quello di “…chiudere con i veleni, trovando un modo decoroso per chiudere una complicatissima vicenda”.