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Direttiva sui media: la Ue invita gli Stati ad accelerare i tempi e avviare  un intervento regolamentare agile

Unione Europea


A un anno dall’entrata in vigore della nuova direttiva europea destinata a liberalizzare le regole sull’emittenza televisiva e a rimuovere restrizioni ormai datate e burocratiche alla diffusione della tv digitale attraverso internet, ai servizi televisivi a richiesta e alla televisione mobile, gli Stati membri non hanno fatto molti progressi nell’adattamento delle rispettive regolamentazioni nazionali.

Una nota di Bruxelles informa che solo la Romania ha attuato pienamente le nuove norme Ue sui media audiovisivi, entrate in vigore il 19 dicembre 2007.

 

La direttiva dell’Unione europea sui servizi di media audiovisivi, adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio su proposta della Commissione, ha riveduto le vecchie norme sull’emittenza televisiva tradizionale per adattarle alle esigenze dell’era digitale e della nuova generazione di servizi di tipo televisivo. Negli altri 26 Stati membri il recepimento nel diritto nazionale della nuova disciplina del settore audiovisivo europeo è in atto.

 

Il termine per il recepimento scade alla fine del 2009.

Per allora l’Unione dovrebbe avere un mercato unico per tutti i servizi di media audiovisivi, che offrirà norme certe alle aziende e una programmazione diversificata e di qualità ai telespettatori.

 

“Le nuove norme Ue permettono di creare un mercato unico dell’era digitale: per questo incito gli Stati membri ad attuarle rapidamente e con flessibilità per permettere ai produttori televisivi, alle emittenti e ai telespettatori di beneficiarne quanto prima”, ha affermato Viviane Reding, Commissario Ue alla società dell’informazione e ai media.

“Abbiamo aggiornato le norme europee sull’emittenza televisiva per tener conto di una tecnologia in rapida evoluzione e della necessità di rafforzare la competitività del settore audiovisivo europeo. Gli Stati membri avranno così l’opportunità di abolire restrizioni superate, di rafforzare la co-regolamentazione e l’autoregolamentazione, in particolare in materia di pubblicità, di tutelare il diritto all’informazione e di promuovere la qualità e la diversità. Sono però preoccupata perché alcuni Stati membri sembrano prendere a pretesto le nuove regole per moltiplicare la burocrazia. A livello di Unione europea abbiamo fatto la nostra parte per migliorare la regolamentazione, ora tocca agli Stati membri farlo a livello nazionale“.

 

E’ già passato uno dei due anni a disposizione degli Stati membri per attuare le nuove norme dell’Unione sull’emittenza televisiva e sui servizi di tipo televisivo, come i video su richiesta e la televisione mobile, e solo la Romania ha pienamente recepito nel diritto nazionale la direttiva sui servizi di media audiovisivi.

 

Il 25 novembre la Romania ha adottato un nuovo decreto governativo che modifica la legge rumena sull’audiovisivo del 2002 per adattarla alla nuova direttiva Ue. La Romania si è avvalsa di tutte le possibilità di liberalizzazione che offre la direttiva, compresa la pubblicità indiretta attraverso l’inserimento di prodotti. La Commissione verificherà se queste modifiche diano piena attuazione alla direttiva del 2007 non appena le saranno notificate ufficialmente.

 

Negli altri 26 Stati membri, nei Paesi dello Spazio economico europeo (Islanda, Norvegia e Liechtenstein) e nei Paesi candidati (Croazia, ex Repubblica iugoslava di Macedonia e Turchia) le nuove norme sono tuttora in fase di adozione. Ma in molti Stati membri i progressi sono lenti: certi governi non hanno ancora svolto le consultazioni pubbliche sul funzionamento futuro delle norme europee nei loro paesi (Danimarca, Germania, Italia, Slovenia, Slovacchia, e Spagna). In alcuni Stati membri i progetti della nuova regolamentazione sono pronti per essere presentati al Parlamento all’inizio dell’anno prossimo (Belgio, Repubblica ceca, Finlandia, Irlanda, Lettonia, Paesi Bassi e Portogallo).

 

Il Lussemburgo ha dichiarato di aver già attuato alcune delle nuove norme, in particolare quelle relative alla pubblicità. L’Austria seguirà in gennaio.

 

In Francia è stato presentato un progetto all’Assemblea nazionale il mese scorso: si ritiene che la revisione della legge in materia possa essere adottata da entrambi i rami del Parlamento francese all’inizio dell’anno prossimo. Il progetto di legge francese conferisce al regolatore indipendente (Conseil Supérieur de l’Audiovisuel) la competenza di adottare disposizioni regolamentari sull’inserimento di prodotti.

La nuova regolamentazione dell’Ue agevola l’accesso al finanziamento di produttori e fornitori di programmi tv grazie a nuove forme di pubblicità nei servizi audiovisivi, come la pubblicità su una parte dello schermo o l’inserimento di prodotti, autorizzati per tutti i programmi tranne i notiziari, i documentari e le trasmissioni per i bambini. Le emittenti potranno interrompere i programmi più facilmente grazie alla soppressione della norma che impone un periodo minimo di 20 minuti tra le interruzioni pubblicitarie. Le nuove norme dell’Unione intendono rafforzare il settore audiovisivo e televisivo europeo riducendo l’intervento regolatore e creando pari condizioni per servizi di media audiovisivi senza frontiere.

 

 

Audiovisual Media Services Directive

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