Italia
Il Commissario europeo per la Società dell’Informazione e i Media Viviane Reding ha nuovamente invitato l’Italia a notificare formalmente le misure adottate sulla separazione della rete di Telecom Italia.
Secondo alcune agenzie di stampa, in una nuova lettera indirizzata all’Agcom, la Reding fa una prima valutazione delle misure proposte da Telecom – e approvate dall’Autorità – per garantire ai concorrenti un accesso paritario alla rete, affermando che “si tratta di una misura regolamentare” e, come tale, va notificata formalmente alla Commissione e ai regolatori dei Paesi membri.
Se cosi non fosse, la misura potrebbe essere contestata sotto il profilo giuridico, in altre parole, “non sarebbe legale”.
Una volta notificate formalmente le misure, la Commissione e i 26 regolatori europei avranno un mese di tempo per valutarle ed esprimere il loro parere. In quest’arco di tempo, continua la lettera, “la misura italiana non può essere applicata”.
La scorsa settimana, l’Autorità ha notificato le misure a Bruxelles ma solo in via informale, in quanto secondo l’Agcom non c’era l’obbligo di comunicare gli impegni preventivamente a Bruxelles, trattandosi di misure non obbligatorie, adottate ‘volontariamente’ dall’operatore.
La Commissione aveva però chiesto ad Agcom di notificare formalmente le misure prima della loro adozione finale “negli interessi della certezza giuridica” e data “l’importanza della questione, così come l’effetto significativo che i suoi sviluppi potrebbero avere sulla concorrenza nel mercato unico”.
Esigenza ribadita nella nuova lettera, in cui la Reding ricorda che in base all’articolo 7 della direttiva quadro, l’Agcom ha il dovere “di notificare formalmente e con completezza le misure su Telecom Italia sia alla Commissione che agli altri regolatori degli Stati membri”, per consentire una completa valutazione della loro portata e stabilire che esse siano “in linea con le norme comunitarie”.
Secondo le fonti di stampa, la Reding potrebbe avere da ridire anche sulla sostanza delle misure stabilite per aprire le infrastrutture di rete fissa dell’ex monopolista alla concorrenza.
Gli impegni così come accettati dall’Autorità, spiega ancora la Reding, “costituiscono una modifica significativa dei rimedi già esistenti” e rappresentano “nuovi obblighi che vanno chiaramente al di là della semplice funzione di migliorare la competitività e i rimedi esistenti”.
Chiaramente, dunque, le nuove misure non potranno entrare in vigore dal 1° gennaio come anticipato dall’Agcom: la Commissione chiede infatti che nella notifica degli impegni venga anche inclusa la conferma del rinvio dell’entrata in vigore delle misure.
Se la valutazione avrà esito positivo, il nuovo assetto della rete Telecom potrebbe entrare in vigore da febbraio, ma se la Ue giudicasse le misure un rimedio eccezionale, bisognerà aspettare l’approvazione della Commissione.
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