Unione Europea
Mentre in Italia il ministro per le pari opportunità Mara Carfagna sembra voler fare marcia indietro sull’istituzione di una giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia – proposta avanzata da Luca Barbareschi (Pdl), vicepresidente Commissione trasporti e telecomunicazioni, e approvata in sede legislativa dalla Commissione affari costituzionali della Camera – la Commissione europea adotta il nuovo programma ‘Safer Internet‘, che destinerà 55 milioni di euro alla protezione dei minori su internet.
Per la Carfagna, dedicare una giornata alla pedofilia e alla pedopornografia, “non giova all’obbiettivo”, che sarebbe poi quello di riflettere su un fenomeno di cui l’Italia è fra i protagonisti in negativo (il nostro Paese è al 4° posto nel mondo fra i consumatori di materiale pedopornografico in rete). Inizialmente, il governo aveva dato parere positivo alla proposta.
La lotta contro la pedofilia – si legge in una nota del ministero delle Pari Opportunità – resta fra “gli obiettivi primari del ministro”, che ha di fatto avanzato proposte quali l’istituzione di un Garante Nazionale per l’infanzia e l’adolescenza e nuove misure di contrasto alla prostituzione minorile e agli abusi sui minori.
Il problema, dunque, risiederebbe nel fatto che il proliferare di giornate dedicate a questo o altri deplorevoli fenomeni, lascerebbe “invariata la gravità del problema”.
Tesi che hanno sollevato la perplessità di Barbareschi, secondo cui la presunta marcia indietro del ministro “è un incomprensibile voltagabbana”, esattamente “come dire che la giornata contro la Mafia sarebbe ‘celebrativa’ della mafia stessa o che la giornata contro l’Aids è vergognosa”.
Il Consiglio dei ministri della Ue, nel frattempo, ha adottato il nuovo programma Safer Internet 2009-2013, che mira a contrastare i contenuti illegali on-line, ma anche ad affrontare e reprimere condotte giudicate illegali o nocive, come il grooming (tecnicamente l’adescamento da parte di adulti che utilizza tecniche subdole di manipolazione psicologica) e il cyberbullismo, per arrivare a tutte le forme di istigazione alla violenza, all’anoressia (in Italia ci sono 200mila minorenni affetti da questo disturbo), al suicidio, alla xenofobia.
Secondo i dati forniti dalla Ue il 75% dei minori utilizza già la rete e il 50% dei minori di 10 anni possiede un cellulare.
In Italia, secondo la ricerca “Ragazzi connessi“, naviga e utilizza la rete l’86% dei ragazzi fra gli 11 e i 14 anni. Il 95% di loro possiede un telefonino.
La rete, certo, non va demonizzata: è un importante strumento per apprendere, approfondire le proprie conoscenze, giocare, restare in contatto con gli amici.
Ma, come avviene per le strade delle città, anche le vie del web sono piene di pericoli e così i meno avvezzi possono finire vittime di adescamenti – da parte di adulti che fanno amicizia con l’intenzione di abusare sessualmente dei ragazzi incontrati sulle chat o sui social network – o di forme di bullismo.
L’iniziativa della Ue vuole inoltre sensibilizzare i genitori – che troppo spesso lasciano i ragazzi soli davanti al Pc, perché inconsapevoli dei pericoli del web o troppo fiduciosi nella capacità di discernimento dei figli – e gli insegnanti, dotandoli degli strumenti e delle tecnologie per aiutare i minori a compiere scelte responsabili in linea.
“Dobbiamo fare in modo che quando utilizzano servizi in linea o mobili, i minori possano riconoscere i rischi potenziale e farvi fronte,” ha dichiarato il Commissario Ue per la Società dell’informazione e i media Viviane Reding.
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