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Rai: bilancio in rosso e Vigilanza in panne, ma per Petruccioli e Cappon la crisi si può gestire

Italia


Polemiche, polemiche e ancora polemiche. Il caso Villari continua a far parlare l’Italia. Ieri il Pd ha confermato l’espulsione del senatore, eletto alla presidenza della Vigilanza con 21 voti della maggioranza e due dell’opposizione.

Il tutto è avvenuto nel giorno della prima audizione dei vertici Rai per la ricostituita Commissione. Poche ore prima Villari sedeva al posto di presidente della bicamerale con a fianco il presidente Rai Claudio Petruccioli e il direttore generale Claudio Cappon che, nonostante parlino solo ad una platea di esponenti della maggioranza, perlopiù decimati dalle assenze per il voto in aula, si comportano con totale rispetto delle istituzioni. Consapevoli, però, come ha detto successivamente Petruccioli che “la situazione non è normale. I giornali li leggiamo e non abbiamo le fette di prosciutto sugli occhi, e non ci sfugge che il lavoro dell’attuale Vigilanza non sia normale“.

 

Subito dopo al Senato si è tenuta la riunione sul destino di Villari all’interno del suo partito. Il presidente della Vigilanza ha parlato 20 minuti per difendersi e informare che la candidatura alternativa di Sergio Zavoli non gli è mai stata comunicata ufficialmente. Parole che non sono valse a nulla, visto che il Pd ha confermato la sua espulsione.

 

“…Sono problemi che non attengono alla responsabilità del governo“, ha detto ancora una volta il premier Silvio Berlusconi.

 

“…Del futuro non mi immagino nulla, passo da traguardo a traguardo e lavoro”, aveva detto subito dopo l’audizione della Vigilanza e le convocazioni per la prossima settimana: mercoledì per il seguito dell’audizione e giovedì per il primo appuntamento con la discussione delle modifiche al regolamento del question time nelle mani dell’unico membro del Pd in commissione che lo appoggia, il radicale Marco Beltrandi.

Dall’audizione di Petruccioli e Cappon “…sono venuti argomenti di riflessione che la prossima settimana saranno oggetto di dibattito in commissione“, ha commentato Villari.

 

Petruccioli ha persino parlato dell’inutilità della stessa commissione, spiegando che “…il rapporto tra la Rai e la politica è in grandissima sofferenza“. Per tutto ciò, a suo avviso, “…va ridefinito non solo l’assetto della governance della Rai ma l’intero sistema di controlli di vigilanza, di garanzie, arrivato ad una impasse senza via d’uscita“.

 

Parla di conti e di un’azienda sana il direttore generale Cappon. La Rai chiuderà il bilancio 2008 con perdite vicine ai 35 milioni di euro.

Il Dg ha sottolineato che le ultime previsioni per raccolta pubblicitaria indicano un mancato introito di 40-50 milioni causa la crisi economica e i minori investimenti in spot delle aziende.

“…La previsione di perdite per 35 milioni – ha spiegato – che abbiamo presentato al Cda, sconta la situazione peggiore e cioè una minor raccolta pubblicitaria per 50 milioni” lasciando intendere che quindi se a dicembre le cose andassero meglio la perdita di bilancio potrebbe essere inferiore.

“…Quello che voglio sottolineare – ha aggiunto Cappon – è la particolarità della Rai: abbiamo una posizione finanziaria positiva (potrebbe esserci a fine anno una ‘cassa’ attiva per 10 milioni) e niente debiti, e questo da ben 5 anni”.

 

Il Dg ha sottolineato come l’azienda abbia reagito immediatamente alla crisi finanziaria generale: “già dal 7 ottobre ci siamo mossi per mettere a punto interventi capacita di far fronte alla nuova realtà”. Il piano di ‘savings’ ammonterà a circa 110 milioni e svolgerà i suoi effetti in gran parte nel 2009, ma già i risparmi attuati in questi ultimi mesi “hanno permesso di assorbire i 3/4 dell’effetto dei mancati introiti da pubblicità”.

I tagli hanno toccato anche i contratti dei ‘big’ televisivi con risparmi tra il 20-30% sui compensi ai grandi artisti. Ma la Rai ha risparmiato anche sui diritti televisivi, con tagli che hanno raggiunto anche il 50% rispetto agli anni passati per diritti sportivi e di altri manifestazioni e programmi.

 

Impegni, aveva detto in precedenza il presidente Rai, che “…devono essere rispettati anche nel prossimo anno”, e infatti sono state avviate azioni di risparmio e contenimento aggiuntive a quelle già previste dal Piano industriale per ridurre nel 2009 di ulteriori 110 milioni di euro le uscite.

“Proposito arduo“, ammettono i vertici Rai, perché si tratta pur sempre di una manovra di quasi il 4% del volume complessivo del bilancio aziendale, e però l’obiettivo è quello.

 

Altri dati: il costo del lavoro è cresciuto dell’1,5%, contro una media degli anni precedenti del 4%; si è intervenuto sulla voce organico, con l’assorbimento di centinaia di precari e il blocco della formazione di nuovo precariato.

Il recupero dell’evasione del canone di abbonamento è prioritario, “…e solo allora si potrebbe pensare a tarare il canone secondo fasce di famiglie, considerando adeguatamente quelle più deboli, gli anziani, e via dicendo”.

“Di sicuro – ha concluso Cappon – la Rai è cambiata, la Rai è già nel futuro con la sua capacità di offerta e di essere servizio pubblico”. Però il capitolo risorse è sempre quello più pesante.

 

“Comunque vada – ha concluso il Dg – pensiamo di chiudere l’anno con una situazione finanziaria positiva. La Rai non ha debiti da oltre cinque anni e il suo carattere è la solidità“. Dunque: “gestire si può“.

Soprattutto se la crisi viene affrontata per tempo come lo stesso Cappon rivendica di aver fatto: “ la crisi Lehman è di fine settembre. Il 7 ottobre ho dato disposizioni per affrontare la situazione. Ovviamente qualche sofferenza l’avremo anche nel 2008 ma, ancora una volta, gestire si può“.

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