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L’uso di chat, social network, webcam, giochi multiplayer – attività sconosciute alla gran parte degli adulti – è sempre più diffuso tra i giovanissimi, che affollano le comunità virtuali andando incontro a momenti di svago e divertimento, ma anche a numerose insidie.
Le vie del web, al pari di quelle di ogni metropoli, nascondono infatti seri rischi per i minori e gli adolescenti che le percorrono: sono sempre più numerosi quelli che, attraverso i numerosi strumenti di comunicazione offerti da internet, scambiano foto, filmati e numero di telefono con perfetti sconosciuti.
Lo rivela lo studio ‘Abitudini e Stili di vita degli adolescenti‘ condotto dalla Società italiana di Pediatria (SIP), secondo cui il fenomeno riguarda ormai più l’universo femminile che quello maschile: a entrare in rete ogni giorno è il 45% delle ragazze contro il 41% dei ragazzi.
L’indagine, condotta con cadenza annuale dal 1997 e presentata oggi a Bologna nell’ambito del Convegno ‘La Società degli adolescenti’, rivela che l’uso di internet, dal 2000 a oggi, è cresciuto in maniera costante e proporzionale alla diffusione dei Pc nelle case e riguarda oggi il 95% degli adolescenti.
Ma, mentre all’inizio della diffusione di internet gli adolescenti si collegavano in rete soprattutto con obiettivi ‘colti’ – ricerca di informazioni, approfondimenti sugli studi scolastici, ecc.- oggi si connettono più che altro per comunicare con gli amici sul messenger (75,9%), chattare (69,9%), scaricare musica/video (76,4%) e, soprattutto, utilizzare YouTube (76,5%).
A preoccupare maggiormente gli esperti, tuttavia, è il fatto che la maggior parte dei ragazzi coinvolti nello studio (di età compresa tra i 12 e i 14 anni) dispone di un computer – e quindi, nella maggior parte dei casi, di un collegamento a internet – nella loro camera. Gli adolescenti, quindi, sono liberi di accedere alla rete senza alcuna supervisione e di entrare in contatto con una platea praticamente infinita di interlocutori, non sempre armati delle migliori intenzioni.
E così, rivela l’indagine, il 39% dei giovani internauti (il 43,5% delle ragazze) ha ricevuto da sconosciuti la richiesta di fornire – in chat o in messanger – il numero di telefono e il 13,3% (13,8% delle femmine) ha accettato. E ancora, il 59,2% delle ragazze coinvolte nello studio ha confermato di aver ricevuto la richiesta di fornire una foto e il 24,6% l’ha inviata. Del 29,5% delle ragazze che ha ricevuto infine la richiesta di un incontro, ha accettato l’8,1%.
I giovani navigatori non nascondono poi che tra gli argomenti più gettonati in chat c’è il sesso: ne parla abitualmente circa il 30% dei giovani frequentatori e molte delle ragazze ammettono di mentire sull’età, dichiarandosi maggiorenni “perché se diciamo che siamo minorenni molti ci chiudono”.
Anche via cellulare, inoltre, cresce l’abitudine di scambiare messaggi, foto e filmati con sconosciuti incontrati su internet o ‘amici di amici’.
“Al di la del rischio pedofilia – sottolinea il Presidente della Società Italiana di Pediatria, Pasquale Di Pietro – questo atteggiamento è certamente rischioso e può indurre ad atteggiamenti e comportamenti negativi. Non sono rari, infatti, i casi scoperti di ragazze, anche giovanissime, che ‘commerciavano’ proprie foto osè con interlocutori sconosciuti in cambio di ricariche telefoniche”.
Allo scopo di ‘educare’ i genitori e di convincerli dell’importanza di “riuscire ad essere quanto più al corrente possibile sul tipo di utilizzo di internet fatto dai propri figli”, la Società Italiana di Pediatria e la Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza hanno realizzato un decalogo per un corretto uso di internet da parte di ragazzi e ragazze negli anni della prima adolescenza.
Nel contesto della sicurezza online dei ragazzi si inserisce anche la collaborazione tra l’Istituto di struttura della materia (Ism), l’Istituto dei sistemi complessi (Isc) del Cnr di Roma Tor Vergata e Microsoft Italia, che mira a diffondere contenuti e strumenti per la didattica e a rendere gli studenti protagonisti del dibattito sulla sicurezza.
Il progetto verte sulla realizzazione di classi virtuali dove alunni e insegnanti possano confrontarsi sull’argomento sicurezza online, stimolando così la discussione all’interno del processo formativo e dando alla questione valenza didattica.
I contenuti così realizzati daranno vita a una enciclopedia online sulla sicurezza online.
Il progetto si basa su due esperienze già ben avviate: ‘Eden‘ del CNR (http://eden.saferinternet.it) e ‘Apprendere in Rete‘ di Microsoft.
La prima fase del progetto consiste in un incontro online tra gli insegnanti e un tutor, che illustrerà loro le attività proposte e gli strumenti concreti per integrare la sicurezza nella didattica. Esperienza che l’insegnante potrà quindi trasferire agli studenti e ai colleghi.
Dal sito Apprendere in rete gli insegnati potranno poi scaricare gratuitamente i materiali didattici, mentre i contenuti realizzati sul tema della sicurezza online potranno essere pubblicati su Wikidocet, l’enciclopedia informatica di ‘Apprendere in Rete’.
La seconda fase vede protagonisti i ragazzi che, accedendo alle classi virtuali, potranno consultare le pagine realizzate e dare i voti sui contenuti.