3G: Italia terza in Europa. Si riduce il digital divide in Europa

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Banda Larga

Cresce anche in Europa l’appeal delle tecnologie mobili a banda larga quali le reti 3G e i servizi di dati tramite schede, che raccolgono nella Ue 34 milioni di abbonati: l’Italia è al terzo posto, con 7,5 milioni di linee a banda larga mobile attive.

Meglio di noi, Danimarca (9,7 milioni) e Spagna (8,6 milioni).  

E’ quanto emerge da un rapporto della Commissione europea, che fa il punto sulla diffusione delle tecnologie broadband in Europa e rivela che la penetrazione della banda larga è in continua crescita ed è passata dal 18,2% di luglio 2007 al 21,7% di luglio 2008.

Anche il divario tra i paesi dell’UE si sta restringendo (28,4 punti percentuale a luglio 2007 rispetto a 27,7 dello scorso luglio).

 

Con un aumento di 17 milioni di linee fisse a banda larga nell’arco di un anno – che portano il totale a 107 milioni di linee fisse a banda larga – i dati della Ue mostrano una maggiore diffusione e velocità di internet ad alta velocità, mentre la banda larga mobile sta cominciando a prendere piede, con una penetrazione del 6,9%.

Tre quarti delle linee a banda larga della Ue possiedono una velocità di download minima di 2 milioni di bit al secondo (Mbps), sufficiente, ad esempio, per poter accedere alla televisione via internet.

 

In Italia, le linee a banda larga a luglio 2008 si attestano a quota 10,7 milioni, contro i 2,4 milioni del gennaio 2004. Leggermente in discesa rispetto a 4 anni fa, la quota di mercato di Telecom Italia, che passa dal 76,5% al 63,5% (contro una media Ue del 55,9%).

La penetrazione della tecnologia, nel nostro Paese, è al 18,1%, contro il 37,4% della Danimarca e su una media Ue del 21,7%.

In un anno, tra luglio 2007 e luglio 2008, le nuove linee a banda larga attivate nel nostro Paese sono state 1,32 milioni, contro i 4,2 milioni della Germania, paese in cui si concentrano il 20,1% di tutte le linee broadband della Ue e che, insieme a Regno Unito e Francia rappresenta il 51% di tutte le connessioni a banda larga in Europa. Seguono Italia, Spagna e Paesi Bassi.

 

A livello mondiale, la Danimarca e i Paesi Bassi continuano a essere i leader, con una penetrazione superiore al 35%. Nove Stati membri (Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Regno Unito e Svezia) hanno una penetrazione maggiore rispetto agli Stati Uniti, che secondo le statistiche OCSE del giugno 2008 si attestano al 25%.

 

“La crescita della banda larga continua a essere sostenuta e i paesi Ue in cui è maggiormente diffusa restano leader mondiali sotto questo aspetto”, ha dichiarato Viviane Reding, commissario europeo per le telecomunicazioni. “Inoltre, sono lieta che altri paesi europei stiano recuperando terreno. Nell’ambito del piano europeo di ripresa economica che la Commissione ha presentato nel corso della settimana l’UE propone di destinare un altro miliardo di euro alle infrastrutture per i servizi internet ad alta velocità. Mi aspetto che queste misure supplementari, unite all’intenzione politica di insistere su una concorrenza effettiva e su una maggiore liberalizzazione del mercato, faranno sì che tutti gli europei potranno disporre della banda larga entro il 2010 e di servizi internet ad alta velocità per il 2015″ .

 

Il divario tra il paese che vanta la maggiore diffusione della banda larga (la Danimarca, con il 37,2%) e il fanalino di coda dell’Europa (la Bulgaria con il 9,5%) continua a essere significativo ma per la prima volta si sta restringendo (il tasso di penetrazione in Danimarca è stato del 34,1% nel luglio 2007, mentre in Bulgaria è stato del 5,7%).

 

Le cause di tale divario sono riconducibili principalmente all’assenza di concorrenza e a carenze normative. Per esempio, mentre la quota di mercato per gli operatori storici di linee fisse a banda larga sta iniziando a stabilizzarsi intorno al 45%, in alcuni paesi (Austria, Bulgaria, Francia, Irlanda, Lituania, Romania e Spagna) è aumentata rispetto a luglio 2007. Questi ostacoli alla crescita della banda larga devono essere affrontati con una riforma della regolamentazione comunitaria in materia di telecomunicazioni, attualmente in discussione al Parlamento europeo e al Consiglio dei Ministri.

 

La Commissione ha inoltre pubblicato i primi dati sulla velocità delle linee fisse a banda larga, che rappresenta un indicatore importante nella società della conoscenza. Il 74,8% delle linee europee di cui si hanno dati possiede una velocità minima di 2 Mbps: il 62% si colloca tra 2 e 10 Mbps e il 12,8% oltre i 10 Mbps. Velocità maggiori di trasmissione dei dati offrono generalmente agli utilizzatori una scelta migliore e più vasta a un prezzo inferiore per megabit. Connessioni ad altissima velocità (fino a 100 Mbps e oltre), come quelle che utilizzano le fibre ottiche, raggiungono solamente l’1,4% degli abbonati a Internet europei.

 

La DSL (Digital Subscriber Line) è la principale tecnologia a banda larga della Ue, con circa 86 milioni di linee. Tuttavia, la crescita della DSL è in rapido calo (-10,9% rispetto a luglio 2007), a vantaggio di altre tecnologie fisse a banda larga quali il cavo, il collegamento diretto in fibra ottica (FTTH) e le reti locali senza filo (Wireless Local Loop).

 

Un esempio dello sviluppo della concorrenza fondata sull’infrastruttura è dato dai prodotti basati sull’accesso disaggregato alla rete locale, che continuano a crescere a ritmo sostenuto, in particolare grazie all’efficace regolamentazione degli ultimi due anni. Il 65,3% di tutte le linee DSL di operatori alternativi (24,7 milioni di linee) è pienamente o parzialmente disaggregato, rispetto al 45,4% del luglio 2007. Questo avviene a scapito di importanti tipi di accesso all’ingrosso per gli operatori alternativi, la cui quota di accesso bitstream (5,9 milioni di linee) e di rivendita (6,9 milioni di linee) è in continuo calo.

 

Scarica il rapporto completo.

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