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Il cellulare strumento essenziale per vita privata e lavoro. Giudice riconosce danni al benessere psicofisico e concede risarcimento

Italia


L’essere privati del cellulare, soprattutto se utilizzato anche per lavoro, può provocare serie ripercussioni al benessere psicofisico di una persona, che può quindi chiedere – e ottenere – un risarcimento per il danno subito.

 

È quanto ha stabilito il giudice di pace di Catanzaro, Francesco Lecce, in merito a una causa promossa dall’avvocato Concetta Nunnari contro una società telefonica, che non aveva garantito alla cliente alcuna assistenza in seguito a un malfunzionamento che, a pochi mesi dall’acquisto, le impediva l’utilizzo del telefonino.

 

L’avvocato Nunnari si era rivolta diverse volte alla società telefonica, anche per mezzo di diffide, per chiedere di risolvere il problema, ma non aveva avuto nessuna risposta e si era vista costretta a passare alle vie legali chiedendo la riparazione o la sostituzione dell’apparecchio nonché il risarcimento dei danni subiti dal momento che, non potendo utilizzare il proprio cellulare, ne aveva dovuto chiedere un altro in prestito.

 

La società telefonica, da canto suo, ha cercato di vanificare l’azione dell’avvocato Nunnari, sostenendo innanzitutto che il giudice del capoluogo calabrese non avesse competenza territoriale per trattare il caso – essendo il contratto del tipo ‘Affari’ doveva intervenire, secondo la compagnia, il giudice di Roma – e sottolineando che la Nunnari avrebbe dovuto tentare una conciliazione.

 

Ma secondo il giudice di Catanzaro, il contratto stipulato dalla Nunnari, non poteva considerarsi del tipo ‘Affari’ poiché la tassa di concessione corrisposta era di 5,16 euro e non di 12,91 euro e dunque la competenza territoriale era stata giustamente stabilita.

Sulla base dell’art.21 D.P.R. n. 641/1972 e della risoluzione n.44/E del 12.02.2008 dell’Agenzia delle Entrate, infatti, la tassa di concessione di 5,16 euro si applica alle utenze residenziali, mentre quella da 12,91 euro alle utenze ‘business’.

Il tentativo di conciliazione presso il Co.Re.Com è stato quindi ritenuto superfluo, dal momento che il problema non riguardava un servizio di telecomunicazione, bensì un malfunzionamento generico del telefonino acquistato e fatturato regolarmente.

 

Da qui la decisione del giudice di pace di confermare in pieno le richieste dell’Avvocato Nunnari, che ha ottenuto – e questa è la novità – un risarcimento per i danni cagionati alla sua vita privata e lavorativa dal mancato funzionamento del cellulare. (a.t.)

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