Italia
Si è ridotto a 23 il numero di imprese di telefonia fissa e mobile rilevate nel 2007 (erano 27 nel 2006).
Lo rivela l’ultima indagine Istat sulle imprese di telecomunicazione in Italia, secondo cui a ridursi – di circa mille unità rispetto all’anno precedente – è stato anche il numero di addetti e il fatturato complessivo del comparto, che passa dai 47,9 miliardi di euro del 2006 ai 45 miliardi di euro del 2007.
Ridimensionato anche il fatturato per addetto, che passa da 558 mila euro del 2006 a 531 mila euro del 2007).
Positivo invece l’andamento degli investimenti totali, saliti a quasi 7 miliardi di euro (+1,9 % rispetto all’anno precedente), mentre gli investimenti per addetto passano a livello complessivo dagli 80 mila euro del 2006 agli 82 mila euro del 2007, con un incremento comparativamente più consistente nelle imprese di piccole dimensioni (da 144 mila euro del 2006 a 171 mila euro del 2007) rispetto alle grandi (da 79 a 82 mila euro).
Al 31 dicembre 2007 le linee telefoniche, analogiche o digitali (linee PSTN/ISDN), offerte dalle imprese della telefonia fissa ammontano in totale a circa 25 milioni, con una diminuzione di 1,8 milioni rispetto all’anno precedente dovuta alla sostituzione di telefonia fissa con telefonia mobile.
Il 75,7% delle linee telefoniche principali attive al 31 dicembre 2007 è costituito da utenze residenziali e il rimanente 24,3% da utenze affari.
La percentuale delle utenze affari sul totale delle linee telefoniche principali nel periodo 2006-2007 si è ridotta dal 31,8 al 24,3% come risultato di una diversa propensione delle imprese rispetto alle famiglie alla sostituzione delle linee telefoniche fisse con quelle mobili.
Al 31 dicembre 2007, le linee xDSL fornite dalle imprese di telefonia fissa hanno complessivamente raggiunto circa 8,5 milioni di abbonati con un aumento di 1,1 milioni rispetto all’anno precedente.
Sempre nel 2007 sono risultate attive 90,2 milioni di linee mobili (+10,5% rispetto al 2006) e 80,4 milioni di carte telefoniche prepagate (+9,1% rispetto al 2006).
Gli effetti degli interventi normativi sulla liberalizzazione dell’ultimo miglio hanno continuato a dispiegarsi anche nel corso del 2007 con circa 2,1 milioni in più di linee di accesso in modalità ULL (Unbundling Local Loop) rispetto all’anno precedente.
I ricavi delle imprese di telefonia fissa, nota ancora Istat, provengono per il 24,4 da attivazioni di linee e canoni di abbonamento alla rete telefonica, per il 15,5% da servizi di interconnessione e terminazione e per il 12,6% da chiamate nazionali da fisso a mobile.
Prosegue anche nel 2007 l’incremento della quota dei ricavi per servizi di accesso e connessione xDSL, che passa dall’8,1% nel 2006 al 10,7% del 2007.
Nella voce altri ricavi (pari al 9,9% del totale) confluiscono i ricavi derivanti da altre attività quali i servizi informatici e accessori, le reti di trasmissione, ecc.
Per le imprese di telefonia mobile, la principale fonte di ricavo è rappresentata dalla voce interconnessione e terminazione (19,5%); seguono i ricavi da chiamate telefoniche nazionali verso rete mobile di uno stesso operatore (15,8%), quelli da chiamate telefoniche nazionali verso rete mobile di altro operatore (15,1%), i ricavi da SMS (11,8%) e quelli derivanti dal traffico internazionale (9,0%).
L’istituto di ricerca rileva dunque un contenuto ridimensionamento, sia in termini di numerosità che di risultati economici conseguiti, delle imprese che nel 2007 hanno dichiarato di svolgere, in modo prevalente o secondario, attività di fornitura di accesso ad Internet.
Le imprese sono in tutto 156 e danno lavoro a 74.540 persone, per un fatturato di 23,2 miliardi di euro e investimenti complessivi per 4,3 miliardi di euro.
Le utenze Internet complessive del 2007 sono 12,1 milioni (per il 79,7% utenze residenziali e per il 20,3% utenze affari) con un aumento di oltre 400 mila unità rispetto all’anno precedente.
In espansione risultano le utenze Internet a pagamento mentre un netto ridimensionamento interessa quelle gratuite a seguito del progressivo abbandono della tecnologia Dial-Up. In particolare, le utenze Internet a pagamento passano dagli 8,8 milioni del 2006 ai 10,1 milioni del 2007 grazie all’incremento registrato dagli abbonamenti di accesso ad Internet a prezzo fisso (utenze Internet di tipo flat) che nel 2007 hanno raggiunto 5,5 milioni (+37,1% rispetto al 2006).
La distribuzione per area geografica delle utenze Internet non mostra nel 2007 variazioni di rilievo rispetto all’anno precedente, con quote relativamente più elevate nel Nord-ovest (29,7%) e nel Mezzogiorno (27,6%) rispetto al Centro (22,3%) e al Nord-est (20,4%).
L’analisi delle utenze Internet attive nel 2007 per velocità di download-upload conferma la rapida tendenza alla riqualificazione dell’offerta di banda già evidenziata negli anni precedenti. La frequenza massima viene riscontrata in corrispondenza della velocità di download uguale o superiore a 2Mbit/s (9,5 milioni) e della velocità di upload uguale o superiore a 512Kbit/s (8,1 milioni). Rispetto al 2006, si riduce in maniera consistente il numero delle utenze Internet per entrambe le classi di velocità di trasmissione più basse, sia in download che in upload. Le utenze con velocità di download inferiore a 2 Mbit/s scendono da 6,9 milioni nel 2006 a 2,6 milioni nel 2007 e quelle con velocità di upload inferiore a 512 Kbit/s da circa 7 milioni a circa 4 milioni.
Nel 2007 le tipologie di servizi più diffusamente offerti sono i servizi di posta elettronica, di registrazione di dominio, di hosting e quelli di vendita di prodotti software o hardware.
Meno diffuse sono le offerte di servizi di streaming audio/video via Internet (20,9% delle imprese) e di formazione (21,1%).
Dal confronto con l’anno precedente si nota inoltre una tendenza alla specializzazione delle imprese, che riducono la gamma di servizi offerti rispetto al 2006 concentrandosi su un numero di servizi inferiore rispetto al passato: tale evenienza si riscontra in particolare per i servizi di offerta di soluzioni e-commerce e per quelli relativi alla posta elettronica.
Per la maggior parte delle imprese, in particolare per quelle più grandi, la fornitura di connettività Internet rappresenta un’attività secondaria, come risulta dalla composizione percentuale dei ricavi delle imprese Internet Service Provider.
I ricavi derivanti dall’attività di connessione ad Internet nel 2007 rappresentano l’8,6% dei ricavi complessivi, di cui ben il 6,3% sono costituiti da ricavi per fornitura di servizi di accesso xDSL.