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ICT 2008: Inventiva, innovazione, impatto. Come e perché l’ICT è un settore cruciale per rilanciare l’economia in un momento di crisi

Europa


In un periodo di turbolenza globale, in cui successive ondate di incertezze economiche e finanziarie hanno mobilitato i responsabili politici a livello mondiale per la lotta contro gli effetti della crisi, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione “costituiscono il principale motore di crescita e di competitività delle industrie, il driver di efficacia e di efficienza del nostro settore pubblico e il mezzo per migliorare la qualità della vita dei nostri cittadini”.

 

Lo ha affermato Viviane Reding, Commissario Ue per la Società dell’Informazione e i Media nella sessione di apertura dell’evento ICT 2008 “I’s to the future: invention – innovation – impact”  (“I per il futuro: inventiva – innovazione – impatto”), aperto ieri a Lione.

L’evento biennale, ospitato dalla Presidenza francese dell’Unione europea costituisce occasione di discussione per la ricerca e la politica pubblica nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione a livello europeo.

 

L’intervento della Reding si è incentrato sull’importanza dell’ICT nel periodo che seguirà la prima crisi finanziaria del nuovo millennio, che il presidente eletto degli Stati Uniti Barack Obama non ha esitato a definire “di proporzioni storiche”.

 

Per la Reding, ci sono tre lezioni da trarre dalla crisi: la prima è che la soluzione non è mai rappresentata dai tagli alle spese – pubbliche e private – nella Ricerca e Sviluppo, che anzi dovrebbero essere rinforzate, a maggior ragione in tempi di crisi, per non danneggiare irreversibilmente le economie e la capacità di ripresa.

In secondo luogo, dalla crisi usciranno le imprese e le economie solide e sostenibili, che sono quelle che hanno la capacità di produrre beni e servizi a reale valore aggiunto, rispondendo alle reali esigenze del mercato.

La terza lezione risiede, secondo la Reding, nel vecchio adagio ‘l’unione fa la forza‘: “lavorare insieme a livello europeo ci darà maggiore forza e la stabilità di cavalcare l’attuale tempesta”, ha detto il Commissario, sottolineando come “l’esperienza recente dimostra che l’azione congiunta nell’Unione europea, non solo ci aiuta a resistere agli shock, ma ci dà anche una base di efficienza di scala per raggiungere obiettivi ambiziosi che nessun paese è abbastanza forte per affrontare da solo”.

 

Nel corso degli ultimi 2 anni, la Commissione europea ha garantito finanziamenti all’ICT per oltre 2 miliardi di euro, ma la Reding è ben cosciente che l’Europa può fare molto di più e sottolinea che anche se il settore privato europeo spende 35 miliardi di euro all’anno nella ricerca, la cifra non corrisponde neanche alla metà di quanto spendono le aziende d’oltreoceano. Anche riguardo gli investimenti pubblici, gli interventi complessivi non raggiungono neanche il 40% del livello statunitense. Negativi anche i dati sulla capacità della Ue di attrarre nella ricerca ICT capitale di rischio e capitale privato.

 

La questione, dunque, non è “se”, ma “come” fare dell’Europa una forza trainante nell’innovazione e nella commercializzazione delle tecnologie ICT.

Una sfida che la Ue potrà vincere solo se, innanzitutto, costruirà il futuro partendo dai propri punti di forza, che sono molti.

 

Imprese e ricercatori europei vantano una supremazia tecnologica in diversi settori chiave: nelle telecomunicazioni, ad esempio, i produttori europei sono leader nelle reti dati a banda larga e nei dispositivi mobili.

L’Europa è inoltre uno dei principali player a livello mondiale nella progettazione, integrazione e fornitura di sistemi embedded, nel settore dei semiconduttori e dei software enterprise.

 

Per vincere la sfida, però, bisogna anche essere in grado di cogliere le opportunità dei mercati futuri, garantendo continuità agli investimenti nell’ICT.

La Reding cita ad esempio l’internet del futuro e l’ICT per l’efficienza energetica.

 

“Siamo sulla soglia di una nuova era per la rete e le infrastrutture di servizio: l’Internet del futuro sarà caratterizzato da una capacità di banda quasi illimitata, dall’accesso senza fili dovunque, dalla potenziale interconnessione di miliardi di dispositivi, dal lancio di strumenti e servizi adattativi e personalizzati”, ha spiegato la Reding, sottolineando che l’Europa non dovrebbe accontentarsi di qualcosa di meno della leadership di questo sviluppo.

 

Un altro settore ad elevato potenziale è l’ICT per l’efficienza energetica, inteso non solo come il miglioramento del consumo energetico delle attrezzature e dei servizi elettronici, ma soprattutto come l’apporto che le tecnologie ICT possono dare al risparmio di energia in tutti i settori, dal riscaldamento all’illuminazione pubblica, al trasporto e alla distribuzione di energia elettrica.

 

Porsi obiettivi ambiziosi e agire in maniera congiunta è per la Reding un primo passo verso il successo, ma c’è bisogno anche di altri interventi decisivi che vanno dall’aumento dei fondi a disposizione della ricerca in questi settori strategici a un uso più oculato di queste risorse, concentrato su quelle misure che consentiranno di fare una reale differenza.

 

“Non è normale – ha detto la Reding – che l’Europa abbia così pochi poli di eccellenza riconosciuti a livello mondiale, nonostante l’altissima qualità dei numerosi, anche se disseminati, gruppi di ricerca. Non è normale che nessuna Università europea compaia nelle top 20 mondiale nei settori dell’ingegneria e dell’informatica”.

 

“Il nostro problema – ha aggiunto – è la frammentazione e affrontarlo non è un lusso, ma un dovere”.

 

Le iniziative tecnologiche congiunte (Joint Technology Initiatives) e i programmi nazionali congiunti (Joint National Programmes) sono una risposta pionieristica, in grado di mettere assieme risorse pubbliche e private.

Anche la rete dorsale paneuropea avanzata GEANT è un buone esempio di come la Ue possa svolgere un ruolo di primo piano nella ricerca, ma bisogna fare lo stesso in altri campi, affrontando la domanda per le innovazioni che si svilupperanno, facilitando l’emergere di nuovi mercati pubblici e privati basati sulle innovative soluzioni ICT e, soprattutto, aumentando l’innovazione nel settore pubblico e le partnership pubblico-privato.

 

“Le attività di ricerca e innovazione – ha quindi aggiunto la Reding – devono essere messe al servizio delle sfide a lungo termine in settori quali la salute, l’energia e i trasporti. Solo allora saremo in grado di innovare più rapidamente nei mercati verticali. Solo allora le autorità pubbliche saranno in grado di modernizzare i servizi e rispondere a sfide come l’invecchiamento della popolazione, l’aumento del costo dell’energia, o il congestionamento dei sistemi di trasporto”.

 

“In questo momento di crisi e di crescente incertezza  vorrei ribadire la determinazione della Commissione a rendere l’Europa leader del progresso ICT”, ha quindi detto il Commissario aggiungendo però che “qualsiasi impegno politico sarà inutile a meno che non sia accompagnato da una vasta mobilitazione delle parti interessate”.

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