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Secondo uno studio americano, il tempo che i ragazzi trascorrono su internet non è affatto sprecato, anzi, è “essenziale per acquisire le capacità tecniche e sociali necessarie per competere nell’era digitale”.
Lo studio, condotto dai ricercatori dell’Università della California, è stato commissionato dalla MacArthur Foundation nell’ambito di un’iniziativa sui media digitali volta ad analizzare come i nuovi strumenti di comunicazione stiano cambiando le modalità di apprendimento, socializzazione e partecipazione ai processi della società civile.
Il team guidato da Mizuko Ito ha intervistato nel corso degli ultimi tre anni circa 800 ragazzi e i loro genitori e ha passato oltre 5 mila ore a osservare il comportamento degli adolescenti su siti come MySpace, Facebook, YouTube e altre comunità online, sfatando i miti relativi alla pericolosità e all’inutilità della navigazione su internet.
I ricercatori hanno identificato due distinte categorie di ‘coinvolgimento’ coi media digitali: la prima guidata dall’amicizia (friendship-driven), la seconda dall’interesse (interest-driven).
La prima è incentrata sulla frequentazione anche ‘virtuale’ di amici ‘reali’, la seconda ruota attorno alla volontà di accedere all’informazione e alle comunità che non si riescono a raggiungere fisicamente.
L’importanza di queste abitudini, ci dice lo studio, risiede nel fatto che i ragazzi che trascorrono molto tempo online acquisiscono abilità e competenze essenziali per competere in un mondo sempre più digitalizzato: i mondi sociali frequentati su internet offrono infatti “nuove dinamiche, dal momento che la socializzazione online è permanente e pubblica, coinvolge la gestione di reti elaborate di amici e conoscenti e, infine, è always on”, spiega Ito.
Secondo i ricercatori, inoltre, i ragazzi online sono motivati a imparare dai loro coetanei ma anche dagli adulti e internet fornisce nuovi tipi di spazi pubblici in cui interagire.
Pur con i dovuti distinguo necessari alla luce dei molti pericoli legati a una navigazione poco accorta da parte dei più giovani, lo studio indica che molti ragazzi non stanno sfruttando fino in fondo delle opportunità offerte da internet, utilizzato molto spesso solo con finalità sociali e non sempre come strumento di apprendimento.
“Le opportunità di apprendimento online sono molte e affidabili, in particolare in settori quali l’astronomia, la storia, la scrittura creativa, le lingue straniere”, spiega Ito, sottolineando come i ragazzi su internet possano connettersi con persone che abitano in un paese diverso dal loro e di età diversa, ma che condividono gli stessi interessi e passioni, permettendo a molti adolescenti di avere scambi su argomenti magari non troppo popolari presso il proprio gruppo di amici.
“Lo studio crea una base per comprendere in che modo i ragazzi partecipano ai media digitali e ciò che questo implica nel processo di apprendimento”, aggiunge Connie Yowell della MacArthur Foundation.
“L’indagine conclude che l’apprendimento oggi è sempre più basato su internet e questo è importante per reimpostare l’educazione nel 21° secolo”.
La ricerca dimostra che, sebbene molti ragazzi stiano sviluppando una vasta gamma di nuove alfabetizzazioni e di capacità tecniche, vi sono anche nuovi pericoli al loro orizzonte, rappresentati dalla difficoltà a gestire la propria visibilità e le proprie relazioni sociali.
I profili, i messaggi, i commenti postati sul web, infatti, possono arrivare a chiunque e sono spesso difficili da cancellare.
“Molti genitori sanno poco su come i figli trascorrano il tempo quando sono su internet e fanno fatica a dare loro una guida, ad aiutarli”, ha concluso Ito, sottolineando però che i nuovi media stanno anche diventando uno strumento grazie al quale adulti e ragazzi imparano uno dall’altro, sfruttando le rispettive capacità e competenze.