Mercato tlc: in Italia vale 24 mld di euro, ma ancora troppi ritardi nella diffusione della banda larga

di Alessandra Talarico |

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Telecomunicazioni

In Italia, le entrate legate ai servizi di telecomunicazione si attestano a circa 24 miliardi di euro, mentre la spesa pro-capite nel 2007 si è attestata a circa 420 euro.

E’ quanto emerge dal rapporto annuale sul mercato internazionale delle telecomunicazioni condotto dall’Autorità britannica per le tlc (Ofcom) che prende in esame la disponibilità, l’adozione e l’uso dei servizi di comunicazione in 7 paesi (Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Stati Uniti, Canada e Giappone). Inclusi nel rapporto anche i dati – dove disponibili – di altri cinque paesi europei (Polonia, Spagna, Paesi Bassi, Svezia e Repubblica d’Irlanda), mentre sono stati considerati separatamente i dati relativi ai mercati emergenti di Brasile, Russia, India e Cina.

 

In Italia, dice Ofcom, sono le donne a primeggiare per uso del web: si connette a internet il 56% della popolazione femminile contro il 44% di quella maschile. Un gap che non ha eguali nelle altre grandi economie mondiali.

Nei Paesi presi in considerazione si conta mediamente un collegamento a banda larga ogni quattro persone:  vincono il confronto, i Paesi Bassi (35%) e la Svezia (31%). Il Regno Unito è terzo con 26 connessioni ogni 100 persone.

 

In Italia si contano 17 connessioni ogni 100 abitanti – siamo al 10° posto – ma nel nostro Paese, sottolinea Ofcom, si è registrato un rallentamento della crescita della penetrazione della tecnologia, che già si trovava tra i livelli più bassi d’Europa.

Anche il livello di diffusione della banda larga nelle famiglie è molto basso e si attesta al 40% contro, ad esempio, l’81% dei Paesi Bassi.

 

Dove non ci batte nessuno è invece nel settore mobile: in Italia si conta il più alto tasso si adozione delle tecnologie di comunicazione con 154 connessioni ogni 100 abitanti. Le connessioni 3G sono invece 40 su 100 abitanti.

 

Diffusa nel nostro Paese, l’abitudine di acquistare carte prepagate di diversi operatori per avvantaggiarsi delle promozioni offerte da ciascuno.

 

Nel nostro Paese, il 37% delle famiglie usa il cellulare in sostituzione del telefono fisso – contro il 15% della gran Bretagna – ne consegue che si fanno più telefonate dal cellulare che dal telefono di casa, tendenza registrata anche nei Paesi Bassi, Giappone e Polonia e che ha contributo a diluire l’Arpu: da noi – dove il 90% degli utenti utilizza carte prepagate – si registra il più basso livello di ricavo per utente.

 

In Italia, nota infine Ofcom, i prezzi dei servizi sono tra i più convenienti, in particolare per quanto riguarda i blocchi multipli – che comprendono internet, telefonia fissa, mobile e tv – dove siamo secondi solo al Regno Unito, con una spesa media mensile di circa 145 euro circa. Riguardo invece i prezzi dei singoli servizi, l’Italia è prima con una spesa mensile di 138 euro.

Altra nota stonata del mercato nostrano, è il penultimo posto negli investimenti pubblicitari in Internet, fermi al 3%, contro il 19% della Gran Bretagna.

Il rapporto sottolinea che negli Usa la pubblicità è stata soppiantata dagli abbonamenti come prima fonte di introiti per la TV commerciale. Prova, questa, che la pubblicità si sta spostando verso internet, ma non nel nostro Paese, dove le spese maggiori sono sempre destinate agli spot televisivi.

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