Odi et amo: Internet crea o sposta risorse per il cinema? Confronto aperto al Cineshow di Torino

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di Valentina Righi

Italia


Audiovisivo

“…Il cinema non deve fidarsi di Internet: mai fidarsi di un bacio a mezzanotte”.  Sono passati quasi tre anni da quando Davide Rossi scrisse queste parole su Key4biz, sostenendo che i produttori indipendenti dell’audiovisivo non avrebbero tratto grossi benefici dal web, e oggi tale convinzione è ancora più forte. Nella terza giornata del CineShow di Torino (il primo salone dedicato a cinema, televisione e multimedia), il presidente di Univideo si è confrontato con Raffaele Barberio e ha dato vita a un acceso dibattito sul tema “Internet crea o sposta risorse per il cinema?”.

 

Dal discutibile valore aggiunto del viral marketing agli scarsi risultati della pubblicità sul web (per il mare magnum di impressions e la conseguente dispersione delle informazioni), dalle previsioni di concentrazione degli astanti online (“in Italia non siamo riusciti ad avere una tv competitiva, le prospettive del web vedono protagonista la triade Google , Microsoft e iTunes“) alle patologie della riproduzione industriale che ogni anno erode il 20-30% di fatturato ai produttori del settore, Rossi non ha lasciato spazio a dubbi o fraintendimenti.

 

“…Quando il cinema parla di Internet lo fa in modo astioso – lo imbecca in tono provocatorio Raffaele Barberio , direttore di Key4biz -, quando Internet parla di cinema lo fa in modo strumentale”.

 

“…Molte aziende affidano a Google la diffusione dei loro messaggi pubblicitari senza sapere dove andranno a finire – risponde il presidente di Univideo Davide Rossi – spesso si tratta di siti dai contenuti aberranti, basti citare il caso Carlucci-Iene”.

“…Ad un video pubblicato su YouTube con l’intervista delle Iene a Gabriella Carlucci sono seguite 7 pagine di insulti (anonimi e non) – chiarisce Rossi -: Mediaset ha citato in giudizio Google e YouTube (la prima udienza sarà il 15 aprile 2009 al Tribunale di Roma) e spero si instauri una normativa severa, che agisca da deterrente a fenomeni simili, compresi quelli di pirateria”.

 

Rossi parla della diffusione illegale del film ‘Gomorra’ di Roberto Saviano nei sobborghi di Napoli, ad opera della stessa Camorra. Definisce un “infingimento” il sistema peer-to-peer dei software che consentono la condivisione dei file e riguardo a Facebook confessa che forse si tratta “…dell’unico libro che non insegna nulla”.

 

Barberio rilegge i 5 assunti enunciati dal presidente di Univideo nell’articolo del 2006 e passa al tema del videonoleggio. E’ lecito che le 9000 videoteche italiane attendano un destino di declino?

 

“Una ricerca della Fondazione Einaudi ha rivelato che il pubblico italiano è sì disposto ad acquistare un film da Internet, purché questo sia ancora in visione nelle sale e costi 2,8 euro – dice Rossi -: l’unica soluzione per creare un business di distribuzione cinematografica online sarebbe quella di finanziarsi con la pubblicità, e questo non l’ha già fatto Mediaset?”

 

“Le statistiche di Ofcom, inoltre, fanno prevedere che il futuro dei media nel Nord Europa si giocherà su PVR, Internet based Vod e Vod TV – rivela Rossi -: diminuirà la visione della tv generalista (che comunque non rischierà l’estinzione) e la vendita di dvd (e degli innovativi Blue-ray) subirà solo una leggera flessione”. In sintesi, Internet porterà semplicemente a un drenaggio delle risorse, come già accadde con la televisione.

 

“Contro il miliardo di euro speso per l’acquisto di dvd, nel 2007 in Italia si sono contati 70 milioni di atti di noleggio (per 200 milioni di euro) – prosegue Rossi – anche se si allargasse la base di consumo il totale non cambierebbe, la capacità di spesa delle famiglie italiane è stabile al 5-6% da oltre 20 anni. A un anno di crescita per l’industria culturale ne segue uno dai risultati un po’ più bassi: chiaro esempio è il picco di ricavi nell’anno di uscita di Titanic e il ribasso nel periodo successivo“.

 

Per il futuro c’è rischio che in tutto il mondo si abbia un unico sito web che venda cinema, si stanno creando enormi monopoli e quando si stringerà il cordone non ci saranno più santi – conclude Rossi – il sistema della rete andrà a polarizzarsi su pochi astanti (a riprova di ciò, gli analisti sostengono che nel mercato automobilistico mondiale ci sarà presto spazio solo per 5 o 6 produttori, nel mercato aereo opereranno 7 o 8 grandi compagnie e in quello delle telecomunicazioni, a causa del dilagante indebitamento,  resteranno 3 players (a livello europeo)”.

 

Grande partecipazione del pubblico: produttori, registi e giornalisti del settore hanno alternato visioni pro e contro Internet. C’è stato chi ha controbattuto al ‘j’accuse’ di Rossi invocando la possibilità di libera concorrenza e di promozione offerta dal web e chi ha difeso il “gratuito online” quale importante mezzo di diffusione culturale.

 

“…Il mondo si divide in due categorie di persone: quelle che risolvono i problemi (guardando al passato) e quelle che creano nuove opportunità (guardando al futuro)”, aveva preannunciato Barberio parafrasando ‘Mind Set’, l’ultimo libro di John Naisbitt. In attesa che i fatti diano ragione agli uni o agli altri, una certezza: la rete continuerà a crescere.

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