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Comunicazioni spaziali: la Nasa testa una nuova rete sul modello internet per inviare dati nello spazio profondo

Stati Uniti


La Nasa ha testato con successo una nuova rete di comunicazione che, seguendo il modello di internet, consente di comunicare nello spazio profondo senza i disturbi o le disconnessioni che caratterizzano i sistemi di trasmissione e ricezione utilizzati finora nelle missioni spaziali.

 

Al fine di evitare la perdita di dati sulle lunghe distanze, gli ingegneri del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena hanno utilizzato un sistema – denominato Disruption-Tolerant Networking (DTN) –  differente da quello utilizzato per internet sulla terra (TCP/IP) e hanno inviato decine di immagini da e per un veicolo spaziale NASA che si trovava a circa 20 milioni di miglia dalla Terra.

Il sistema – al cui sviluppo 10 anni fa ha partecipato anche Vinton Cerf,  uno dei pionieri di internet e attuale vicepresidente di Google –  era stato testato a febbraio nell’Atlantico nell’ambito del programma ‘Coolspace’, avviato proprio per studiare e risolvere il problema della comunicazione diretta tra due punti, uno dei quali situato in una zona remota.

 

“Questo – ha dichiarato Adrian Hooke, direttore tecnologie e reti spaziali della Nasa – è il primo passo verso la creazione di un modello di comunicazione spaziale totalmente nuovo, un Internet interplanetario”.

 

Un sistema interplanetario deve essere abbastanza robusto da sopportare ritardi, interruzioni e disconnessioni quando, ad esempio, un veicolo spaziale si muove dietro a un pianeta o durante tempeste solari che ritardano la comunicazione. Il ritardo nell’invio e nella ricezione di dati da Marte può essere compreso tra 3 e 20 minuti alla velocità della luce.

 

Per questo, a differenza che nel TCP/IP, nel DTN non si verifica una connessione end-to-end continua: se un percorso di destinazione non può essere trovato, i pacchetti dati non vengono eliminati, ma ogni nodo mantiene le informazioni fino a quando non è in grado di comunicare in sicurezza con un altro nodo.

Questo metodo, spiega la Nasa, “è simile a quando i giocatori di basket passano la palla al giocatore più vicino al canestro e permette di non perdere le informazioni quando non esiste un percorso immediato per farle arrivare a destinazione”.

 

Una bella semplificazione se si pensa che attualmente un team operativo deve programmare manualmente ciascun link e generare tutti i comandi per specificare quali dati inviare, quando inviarli e dove.

 

I dati sono stati trasmessi utilizzando il Deep Space Network della Nasa. L’agenzia spaziale americana condurrà altri test la prossima estate e ritiene che nei prossimi anni l’Internet Interplanetario potrebbe consentire molti nuovi e complessi tipi di missioni spaziali.

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