Italia
Il Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Perugia, ha posto in essere un’intensa attività di contrasto dei reati attuati utilizzando i cosiddetti codici ad alto valore aggiunto (numeri telefonici con suffisso 899).
In particolare, il “Gruppo V.A.S” (value added service), istituito nel Compartimento di Perugia sin dai primi giorni del 2007, ha individuato un’organizzazione per delinquere, capeggiata da un giovane di 23 anni titolare di un call center di Bastia Umbra (PG) e dai suoi operatori/operatrici.
L’attività del gruppo, segnalata da moltissimi cittadini raggirati dall’operato di sedicenti cartomanti consisteva nel compiere due diversi tipi di truffe:
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Frodi da “flattaro”: consumate da abili e spregiudicati truffatori (nel gergo utilizzato dai criminali denominati, appunto, “flattari”, ovvero promotori di numerazioni 899 con tariffa “flat” pari a 15 a chiamata) operanti all’interno del call center. Gli utenti, di solito persone semplici con problemi tali da sentirsi costrette a ricorrere a maghi ed astrologi per porre rimedio ai propri disagi esistenziali, venivano convinti a comporre ripetutamente numerazioni 899 a tariffazione “flat” per l’effettuazione di “riti magici”, con la certezza di non pagare alcunché.
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Fingendosi operatori di Telecom Italia, telefonavano a vari cittadini invitandoli a chiamare codici 899, allo scopo di azzerare un loro precedente debito contratto proprio per aver chiamato in passato numeri simili. A tal proposito Telecom Italia ha sporto varie denunce contro il centro servizi in argomento.
L’attività investigativa della Polizia delle Comunicazioni di Perugia, che ha operato in sinergia con la Security Operation di Telecom Italia, è stata effettuata anche grazie ad una linea telefonica dedicata, con la quale è stato eseguito un costante monitoraggio sulle numerazioni del centro servizi oggetto dell’indagine, simulando, da parte di un agente appositamente addestrato per questo tipo di controlli, una reale richiesta di consulto.
Ieri sono state, pertanto, eseguite due ordinanze di custodia cautelare a carico del titolare del centro e di una sua stretta collaboratrice, una brasiliana di 43 anni, ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla truffa. Sono in corso indagini e perquisizioni per identificare altri complici.