Italia
La decisione di aumentare di 1,26 euro il canone Telecom Italia ha causato non pochi malumori tra i consumatori, che vogliono più garanzie sul fatto che questo ritocco produca un effettivo miglioramento dei servizi e non serva piuttosto a coprire eventuali ‘buchi’ finanziari.
Il rincaro, che dovrebbe scattare dal prossimo 1° febbraio, porterebbe il canone residenziale mensile a dagli attuali 12,14 euro a 13,40 euro (iva esclusa) e servirà, secondo quanto dichiarato dal Presidente di Telecom Italia, Gabriele Galateri, “a garantire il futuro dell’azienda”.
Ieri, l’amministratore delegato Franco Bernabè ha spiegato alle associazioni dei consumatori i motivi che hanno spinto la società a richiedere un aumento del canone, mentre oggi l’Agcom dovrebbe decidere se accogliere o meno la richiesta.
Secondo il Corriere della Sera, Corrado Calabrò potrebbe accettare solo in parte la domanda, approvando un aumento di minore entità rispetto a quanto chiesto dalla società telefonica, che da canto suo sostiene che il canone è fermo dal 2002, quando passò da
L’Agcom potrebbe dunque dare la sua approvazione, ma per un aumento non superiore a 1,05 euro.
In Italia, secondo le ultime rilevazioni dell’Istat, a fine 2006 si contavano 7,4 milioni di abbonati alla telefonia fissa e 81,6 milioni di linee mobili attive (erano 71,9 milioni all’inizio del 2006).
L’aumento del canone provocherebbe, secondo Gianluca Susta, capogruppo del Partito democratico al Parlamento europeo, “un aumento della spesa da parte degli utenti pari a circa 370 milioni di euro per le comunicazioni fisse”.
Una cifra che, secondo il Codacons, potrebbe essere utilizzata per migliorare il servizio agli utenti. Bisognerà dunque vigilare affinché la società faccia chiarezza sulla modalità di utilizzo di questi introiti aggiuntivi, in modo da assicurare “che l’aumento del costo del canone venga restituito agli utenti in termini di maggiore qualita’ del servizio erogato”, ha affermato il segretario nazionale, Francesco Tanasi, sottolineando la necessità di creare “un Osservatorio sulla tariffe e sui prezzi pubblici per verificare che, dove ci siano prezzi e tariffe imposte, le somme incassate siano effettivamente restituite agli utenti con incrementi degli standard di qualita’ o con ulteriori servizi erogati”.
Telecom Italia, da canto suo, vuole “fare per intero la sua parte di centro nevralgico dell’innovazione digitale del Paese”, come ha spiegato ieri Galateri parlando con i giornalisti in Friuli Venezia Giulia del sistema integrato delle comunicazioni.
Lo sviluppo di nuove infrastrutture a banda larga – ha aggiunto Galateri – “è molto importante, soprattutto per i servizi che a esse sono collegati e che consentono aumenti di produttività e di competitività particolarmente importanti in un momento come questo, di rallentamento economico”.
L’associazione dei consumatori Adiconsum ha invece spiegato di condividere l’esigenza di un progetto di investimenti, ma ha sottolineato anche la necessità “di adottare rigorosi criteri, affinché queste risorse vadano in investimenti sulla rete” e di escludere dall’aumento, oltre alle famiglie inserite dal governo nella cosiddetta operazione ‘social card’, anche “tutti quegli utenti il cui traffico telefonico è limitato a qualche decina di euro”.