Riforma Ue sulle tlc: la Reding presenta testo di compromesso. Via libera all’Organismo dei regolatori europei delle telecomunicazioni

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Vivianne Reding

La Commissione europea ha presentato oggi un testo di compromesso sul pacchetto di riforma delle norme Ue sulle telecomunicazioni, che tiene conto del voto del Parlamento europeo del 24 settembre 2008 e delle discussioni in corso al Consiglio.

 

Le proposte presentate oggi verranno discusse il 27 novembre dal Consiglio dei ministri delle telecomunicazioni. Al centro del dibattito, la realizzazione di un nuovo e indipendente ufficio europeo di regolamentazione, che dovrebbe aiutare la Commissione a dare maggiore coerenza alle misure di regolamentazione applicate ai mercati delle telecomunicazioni in Europa.

 

Il nuovo quadro normativo dovrebbe diventare legge in tutti i 27 Stati membri entro il 2010.

 

Il pacchetto di riforma presentato nel novembre 2007 dalla Commissione ambisce a creare un mercato unico delle telecomunicazioni in grado di offrire migliori diritti ai consumatori e alle imprese attraverso una maggiore concorrenza e un incremento degli investimenti, per stimolare l’adozione di servizi transfrontalieri e portare la banda larga senza fili ad alta velocità a tutti i cittadini.

 

La proposta modificata della Commissione sulla riforma UE delle telecomunicazioni comprende i seguenti punti principali:

 

L’Autorità europea per le tlc proposta dalla Commissione sarà sostanzialmente più piccola di quanto inizialmente previsto sia in termini di dimensioni che di competenze. Allineandosi a quanto deciso dal Parlamento europeo e dal Consiglio, la Commissione dà il suo benestare a un ufficio che si concentrerà sulla regolamentazione delle telecomunicazioni e non avrà alcuna competenza in materia di spettro o di sicurezza delle reti (La Commissione invece voleva accorpare la nuova agenzia all’ENISA, che si occupa proprio di sicurezza delle reti e dell’informazione).

 

Il nuovo organismo si chiamerà “Organismo dei regolatori europei delle telecomunicazioni” – in alternativa alla European Electronic Communications Market Authority (EECMA), sostenuta dal commissario Viviane Reding – e sarà composto da non più di 20 esperti – secondo la proposta della Commissione: 10 esperti reclutati dall’ufficio stesso e 10 distaccati dalle autorità nazionali di regolamentazione.

Quanto all’indipendenza finanziaria e personale del nuovo organismo, questa – assicura la Commissione – “sarà pienamente garantita”, come assicurato anche dal Parlamento.

 

Le nuove proposte comprendono anche rimedi più coerenti sul mercato Ue delle telecomunicazioni: le norme attuali, in base alle quali le autorità nazionali di regolamentazione consultano la Commissione e i loro omologhi di altri Stati membri sui progetti di regolamentazione, vengono rafforzate per garantire un coinvolgimento diretto ed efficace del nuovo organismo. In particolare ai regolatori nazionali potrà essere richiesto di modificare o ritirare un progetto di provvedimento se la Commissione e l’ufficio europeo per le tlc ritenessero la misura incompatibile con il diritto comunitario o inefficace.

 

La proposta modificata ribadisce il potere delle autorità nazionali di regolamentazione di imporre, se necessario per superare persistenti strozzature alla concorrenza, il rimedio della separazione funzionale.

 

Questo rimedio richiederebbe a un operatore dominante di separare la sua infrastruttura di rete dal ramo servizi (senza cambiare la struttura proprietaria) per migliorare la concorrenza nel mercato.

Il rimedio potrà essere imposto soltanto con l’approvazione della Commissione che, in quanto “custode del trattato”, ha bisogno di garantire che esso sia utilizzato coerentemente coi principi delle norme sulle telecomunicazioni.

 

Per quanto riguarda la politica dello spettro radio, sarà rafforzato il coordinamento a livello politico attraverso un processo mediante il quale la Commissione presenta un programma strategico pluriennale in materia di spettro radio, adottato congiuntamente dal Parlamento europeo e dal Consiglio.

 

In linea con gli emendamenti del Parlamento europeo, è stata ugualmente rafforzata la promozione degli obiettivi di politica cultural e dei media, anche se la Commissione ha accertato nella sua proposta modificata che ciò non vada a restringerere indebitamente la maggiore flessibilità di utilizzo dello spettro e non metta in questione la necessità di sostenere la banda larga senza fili nelle zone rurali e altre aree non metropolitane, nella logica del programma Ue  “banda larga per tutti”.

 

Il ruolo della Commissione nel coordinare le condizioni e le procedure relative ai diritti di utilizzo dello spettro è ormai chiaramente incentrato sui servizi paneuropei, come proposto dal Parlamento europeo.

La creazione di un nuovo organo consultivo per la politica dello spettro radio, come suggerito dal Parlamento, tuttavia, non è stata mantenuta dalla Commissione, al fine di evitare la duplicazione dei lavori effettuati dall’esistente Gruppo per la politica in materia di spettro radio.

 

Per quanto riguarda gli investimenti in nuove reti, il Parlamento europeo ha confermato e rafforzato le regole esistenti a sostegno degli investimenti nelle reti a banda larga ad alta velocità, respingendo tutte le proposte miranti a “vacanze normative” e incoraggiando gli investimenti efficienti nelle nuove reti in fibra ottica.

La Commissione ha accolto favorevolmente questi importanti chiarimenti e nella stessa logica pubblicherà nel 2009 una regolamentazione più dettagliata sulla prossima generazione di reti di accesso.

 

Nella proposta modificata è stata quindi ribadita la necessità di garantire ai consumatori maggiore trasparenza e una migliore informazione, un migliore accesso per gli utenti con disabilità, il diritto di modificare l’operatore fisso o mobile entro 1 giorno lavorativo mantenendo il proprio numero, così come il diritto a poter accedere al Numero unico di emergenza europeo 112.

La Commissione, inoltre, concorda con il Parlamento europeo in merito alla necessità di garantire l’efficace attuazione di numeri a valenza sociale che inizino con “116”, come l’116000 per i bambini scomparsi.

 

Confermato quindi l’impegno a voler garantire la qualità minima del servizio offerto agli utenti internet per la neutralità della Rete in Europa, ribadendo che l’emendamento 138 adottato dal Parlamento nel suo voto plenario del 24 settembre prevede che “non possono essere imposte limitazioni ai diritti e alle libertà fondamentali degli utenti finali, in mancanza di una decisione preliminare dell’autorità giudiziaria, in particolare in conformità dell’articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea sulla libertà di espressione e di informazione, ad eccezione del caso in cui vi sia una minaccia per la sicurezza pubblica e l’intervento dell’autorità giudiziaria sia successivo.”

 

La Commissione, si legge in una nota “considera questo emendamento un’importante conferma dei principi di base dell’ordinamento giuridico comunitario, specialmente dei diritti fondamentali dei cittadini. Esso lascia agli Stati membri margini sufficienti per raggiungere un equilibrio corretto tra i diversi diritti fondamentali, in particolare il diritto al rispetto per la vita privata, il diritto alla tutela della proprietà, il diritto ad un ricorso effettivo e il diritto alla libertà di espressione e di informazione”.

 

Riguardo infine la sicurezza dei dati, la Commissione ritiene sia necessario che gli operatori notifichino in maniera “rapida, semplice ed efficace” alle autorità nazionali e ai loro clienti eventuali casi di violazione della sicurezza.

La Commissione si è quindi impegnata a pubblicare linee guida dettagliate su quali casi di violazione o abuso dovranno essere comunicati alle autorità e agli utenti.

 

Per il commissario Ue Viviane Reding, le proposte notificate oggi renderanno più facile il lavoro dei legislatori europei: “Adesso – dice – si tratta di andare oltre questo consenso sugli obiettivi e di trovare un accordo anche sui testi legislativi concreti”.

La Reding si è quindi rivolta al governo francese – che ha previsto il taglio della linea internet per gli utenti per i recidivi del downloading illegale – augurandosi che il lavoro svolto dalla commissione “aiuti la presidenza francese a compiere progressi sostanziali nella riforma comunitaria delle telecomunicazioni in vista della prossima riunione del Consiglio del 27 novembre”.

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