Italia
In una iniziativa proposta da Microsoft in collaborazione con Forum PA è stato presentato ieri a Roma il Piano industriale per l’innovazione nella Pubblica Amministrazione elaborato dal Ministero per la pubblica amministrazione e l’innovazione e dal CNIPA.
“Molto sta cambiando all’interno della società italiana relativamente all’uso consapevole dei mezzi informatici. Mentre alcuni cittadini hanno purtroppo sfiducia nell’affidabilità dei sistemi informatici, altri sono molto preparati sotto il profilo tecnologico e vorrebbero ritrovare nella Pubblica Amministrazione quella spinta che ha consentito a gran parte delle imprese moderne di innovarsi, abbandonando sistemi tradizionali di relazione con il pubblico basati su comunicazioni cartacee, sportelli e inutili attese”, ha dichiarato Pietro Scott Jovane, Amministratore Delegato di Microsoft Italia.
Qual è il ruolo di Microsoft nella spinta all’innovazione nella PA? “Noi vorremmo dare un contributo fattivo in questo contesto, avvicinando la Pubblica Amministrazione ai cittadini e viceversa” – continua Scott Jovane. “Secondo Microsoft la premessa per questo avvicinamento della Pubblica Amministrazione ai cittadini è che i sistemi, i processi, i programmi e le applicazioni interagiscano tra loro in modo affidabile e sicuro. È questa una delle ragioni per cui occorre impegnarsi sul fronte dell’interoperabilità. È auspicabile una stretta collaborazione tra le istituzioni e gli operatori del settore informatico per creare e implementare standard di settore in grado di garantire l’interoperabilità di sistemi e applicazioni, semplificando ed estendendo quindi la connettività, in modo che gli utenti possano accedere alle informazioni digitali in modo più sicuro, indipendentemente da dove si trovano o da quale dispositivo utilizzano.”
Anche Fabio Fregi, Public Sector Director di Microsoft Italia, ha illustrato il ruolo di Microsoft spiegando che Microsoft da sempre investe in nel mondo IP ed altre piattaforme applicative che possono portare l’innovazione nella PA, particolarmente utile anche in questo periodo di crisi, perché “Innovare fa risparmiare“.
Stefano Torda, Capo del Dipartimento innovazione e tecnologie della PCM ha sottolineato le caratteristiche del Piano di innovazione che passa “dalla logica dell’offerta basata su singole eccellenze non necessariamente correlate tra loro e integrate, ad una logica che si preoccupa di soddisfare puntualmente la domanda e di stimolare un approccio a sistema; dalla sperimentazione alla standardizzazione; dalla logica dei prototipi a quella dei servizi per i cittadini e per le imprese; da 1.000 progetti costruiti sulla logica dell’offerta a 60 convenzioni costruite sulle esigenze della domanda; dalla sperimentazione alla standardizzazione”.
Tuttavia per innovare veramente occorre trasferire l’eccellenza di un singolo progetto in eccellenza di sistema per l’intero Paese e guardare all’innovazione come alla leva strategica che deve guidare un cambiamento radicale e di sistema e il Presidente del CNIPA Fabio Pistella, che ha presentato con Torda il Piano di Innovazione, ha aggiunto che sono tre gli aspetti fondamentali per “creare valore per clienti, cittadini e imprese: la strategia, il metodo di lavoro e gli obiettivi concreti” .
Alla presentazione del piano è seguito l’intervento di Giancarlo Capitani, amministratore delegato di Net Consulting, che ha scelto la veste del ‘discussant’ e ha evidenziato gli ostacoli concreti per l’attuazione di un simile piano. In primo luogo il decrescente trend di spesa della PA in Information Technology: “La spesa in IT della PA è in decrescita, con una spesa sempre più baricentrata sulla spesa di gestione che su quella di innovazione. (…) Questa situazione porta ad una situazione di profondo gap nei confronti delle altre amministrazioni europee“. In Italia la spesa pro-capite per IT nella PA (PAC, Pubblica Amministrazione Centrale + PAL, Pubblica Amministrazione Locale) è stata di 51,3 euro nel 2007, contro i 254,8 euro della Svezia, al primo posto nella classifica europea.
Capitani si è soffermato anche sugli ostacoli all’innovazione, indicando tra questi l’eterogeneità delle politiche di sviluppo e la scarsa propensione delle amministrazioni ad una efficace ed efficiente logica del riuso di software nei Comuni. Rispetto a quest’ultima criticità, Capitani ha presentato un’anticipazione dell’ultima rilevazione Net Consulting sull’adozione del ‘riuso’, il sistema di circolazione e scambio tra enti locali di programmi informatici e best practice innovative. Dalla ricerca condotta su 812 Comuni italiani tra luglio e settembre 2008 emerge che soltanto il 45% dei Comuni dichiara di conoscere il ‘riuso’ e appena il 23% lo mette in atto.
Gerd Schuermann, Direttore eGovernment del Frauhnofer Institute ha poi illustrato l’approccio adottato dal Frauhnofer Institute, che ha realizzato un laboratorio multi vendor col quale ha dimostrato come l’interoperabilità può far superare le rigidità nei sistemi di eGovernment dei vari uffici della pubblica amministrazione che partono con strutture amministrative complesse e diverse, per lingua, approcci nazionali, processi IT eterogenei.
Carlo Mochi Sismondi, Direttore generale Forum PA, moderatore della tavola rotonda sul tema “Interoperabilità e Open Innovation nella PA”, ha chiesto ai partecipanti la loro opinione sul percorso verso l’interoperabilità per la PA.
Per Francesco Tortorelli, del CNIPA: “ La PA non deve pensare semplicemente ad applicazioni di back office, ma anche di front office”.
“I nostri progetti no sono di back office, ma prevedono un coordinamento di più amministrazioni, con cooperazioni di eGovernment to eGovernment e eGovernment to Business” ha precisato Renzo Flamini, Direttore area infrastrutture IT del Consip.
Anche a livello regionale si sta lavorando per l’interoperabilità e Marco Noccioli, Direttore regionale per la semplificazione amministrativa Regione Lazio, ha ricordato che lo scorso agosto è stato presentato il Piano eLazio 2010, un piano in cui l’interoperabilità è uno degli elementi guida per la realizzazione dei progetti di innovazione previsti.
Andrea Rossi, amministratore delegato di Novell, aggiunge l’importanza di dare spazio e coinvolgere in questo processo di innovazione della PA i fornitori di tecnologia, senza pregiudizi rispetto al loro modello di offerta sul mercato, consci del patrimonio di esperienza e della loro intrinseca esigenza di rispondere ai bisogni del cliente, privato o pubblica amministrazione.
D’accordo anche Andrea Valboni, National Technology Officer di Microsoft Italia, che ha precisato: “Microsoft sta articolando la sua strategia sull’interoperabilità con una strategia locale che tiene conto delle specificità del Paese”.
A chiudere la giornata l’intervento di Stephen Elop Presidente della Divisione Business Solutions di Microsoft, che ha presentato l’esempio di Microsoft come di una realtà aziendale complessa e di successo, che ha dovuto ed è riuscita a cambiare pelle per far fronte alle nuove sfide del mercato, alle esigenze di partecipare e favorire un mondo basato su opzioni e libertà di scelta, e fare propria la cultura della interoperabilità. Stephen Elop ha sintetizzato i quattro principi che ispirano la strategia di Microsoft nei confronti dell’interoperabilità: “Interoperabilità a livello di progettazione dei prodotti, interoperabilità a livello di comunità, interoperabilità a livello di accesso alle tecnologie ed infine interoperabilità a livello di standard“, sottolineando altresì il cambiamento di scenario in direzione di una “open innovation” che porta necessariamente le aziende a collaborare tra loro per svilupparsi e prosperare in un ambiente IT sempre più variegato.
Il Piano Industriale per l’Innovazione nella Pubblica Amministrazione
CNIPA
I requisiti necessari per un’innovazione aperta e condivisa
di Giancarlo Capitani
Dialogo digitale tra Pubbliche Amministrazioni
di Fabio Pistella
Microsoft Citizien Service Platform
di Microsoft
Il valore dell’interoperabilità
di Microsoft