Stati Generali del Cinema: Tax Shelter e Tax Credit, la via italiana agli incentivi statali  

di Flavio Fabbri |

Italia


Cinema digitale

Secondo appuntamento per gli Stati Generali del Cinema Italiano all’Auditorium Parco della Musica, manifestazione racchiusa all’interno del Festival Internazionale del Film di Roma. Tax Shelter e Tax Credit, ovvero la via italiana agli incentivi, questo il sottotitolo nonché la traccia dei temi che sono stati discussi lo scorso 28 ottobre al seminario:”Cinema: nuove norme per lo sviluppo. Tax Shelter e Tax Credit, la via italiana agli incentivi“. Una giornata in cui istituzioni, produttori, esercenti, imprese e associazioni hanno avuto modo di incontrarsi e di confrontarsi sui punti caldi della norma in discussione a Bruxelles, sullo stato dell’arte e sugli strumenti più idonei per sostenere un mercato del cinema italiano che, in un momento di ritrovato vigore, mai come ora ha bisogno di essere aiutato con un impegno serio e deciso da parte di tutti gli attori in campo. Gli Stati Generali del Cinema Italiano, negli appuntamenti in agenda, hanno avuto proprio il compito di ridisegnare la via italiana non solo agli incentivi statali, ma anche al cinema che verrà, considerando l’innovazione tecnologica, il diritto d’autore e la pirateria digitale, nelle parole del Presidente della Fondazione Cinema per Roma Gian Luigi Rondi: “… Come la via italiana per il cinema del futuro, che deve passare per una norma certa, in grado di ridare fiducia ai mercati e ai nuovi soggetti portatori di interessi e nello stesso tempo di altre specificità, da cui poter trarre nuova linfa e vitalità. Ciò di cui si ha bisogno è una legge di sistema tesa a riformare il nostro mercato del cinema, funzionale a un suo rilancio a livello internazionale. Un confronto a tutto tondo, quindi, che deve vedere impegnate tutte le realtà del settore“. Parole che sono state condivise appieno dal coordinatore del primo panel, On. Luca Barbareschi, Vicepresidente della Commissione Trasporti e Telecomunicazioni, lì presente come consigliere della Fondazione Cinema per Roma e quindi come promotore degli Stati Generali del Cinema Italiano.
Un saluto non formale è stato fatto da Gaetano Blandini Direttore Generale Cinema del ministero per i Beni e le Attività Culturali, il quale ha evidenziato in questo nuovo quadro normativo le leve e gli incentivi necessari a un vero e proprio rilancio, non solo dei soggetti che operano a livello nazionale, ma anche delle iniziative più territoriali allargando la lente su tutta la filiera. Di territorio e categorie produttive ha parlato Umberto Croppi, Assessore alla Cultura del Comune di Roma, sottolineando come il sostegno della città al Festival stia proprio a significare quanto il settore del cinema rappresenti una risorsa economica insostituibile per Roma e per il Lazio: “… Sono decine di migliaia le persone impiegate nel settore cinematografico del territorio romano, con 1.500 aziende coinvolte nella filiera e una quota sul dato nazionale del 30%. Cifre eccezionali, se confrontate con la crisi dei mercati in atto. Il nostro impegno, comunque, non si ferma qui e altre sono le iniziative a sostegno del settore, a partire dalla Film Commission della Regione Lazio“.

 

In rappresentanza della Commissione Cultura della Camera è intervenuta l’On. Valentina Aprea, evidenziando come le istituzioni da tempo hanno indicato il bisogno di una nuova stagione di confronto tra le parti interessate, in nome di un decisivo intervento legislativo a tutela del settore: “… Un settore dinamico, pieno di vitalità, come hanno dimostrato i recenti successi al botteghino e l’euforia della critica nazionale e internazionale. Ciò che ancora manca è un adeguato supporto normativo e gli strumenti individuati nella Tax Shelter e nella Tax Credit sono sicuramente un buon inizio. I risultati non si sono fatti attendere e già si segnala un aumento degli interventi di capitali privati nel cinema, con un 33% in più rispetto allo scorso anno. Parliamo di 250 milioni di euro a cui va aggiunto un nuovo elemento di rilievo nel mercato italiano che è il Production placement, cioè l’entrata delle imprese direttamente nella produzione del film. Certamente bisogna fare di più e penso alla possibilità di supportare finanziariamente il Centro SperimentaleCcinematografico di Cinecittà, magari riservandogli una finestra privilegiata proprio qui al Festival Internazionale del Film di Roma, dando la possibilità ai migliori tra i giovani registi diplomati di presentare le proprie opere in un panorama dall’evidente respiro internazionale“.

 

Sulla debolezza dell’intervento istituzionale si è concentrato il discorso di Angelo Barbagallo dell’API: “…La politica da tempo non è portatrice di soluzioni condivisibili, perché fiaccata dai problemi delle opposte fazioni e quindi inconcludente nella sua azione riformatrice. Il mercato e il settore cinematografico hanno bisogno di certezze e di fiducia, altrimenti non accadrà mai niente. I nuovi media, di cui tanto si parla, si stanno spartendo grandi guadagni letteralmente tolti al cinema, sia in termini di investimenti che di incassi mancati. Basti pensare al tetto di download raggiunto sulla rete, il 50% è rappresentato da scarico dati, cioè file audiovideo, film. Questo ci dà la misura dei problemi che dobbiamo affrontare nel breve periodo. La pirateria è un fenomeno serio e dalle grandi dimensioni, ma non è attraverso la repressione che si combatte, semmai bisogna cercare di considerarlo come un pubblico potenziale da soddisfare in qualche modo e da far rientrare nella legalità. Anche le Telcos hanno le loro responsabilità, perché la rete su cui i pirati si muovono è loro e di conseguenza anche i guadagni che ne derivano“.

 

In rappresentanza del circuito degli esercenti c’era anche Carlo Bernaschi dell’ANEM, il quale vede nella difesa delle sale cinematografiche un’ulteriore azione utile nella lotta alla pirateria e alla criminalità digitale: “… La sala rappresenta da sempre la vetrina del cinema, assolvendo quindi ad un compito insostituibile. Non è nei nuovi media il futuro del mercato, questi solo in un secondo momento potrebbero inserirsi nella filiera e dare il loro contributo. La Tax Shelter e la Tax Credit sono sicuramente due strumenti validi e utili alla raccolta di risorse, perché alimentano la produzione e la diffusione di contenuti nel circuito e quindi nelle sale. Queste ultime dovranno comunque essere supportate in modo adeguato dalle istituzioni, con la costituzione di un fondo ad hoc che permetta la completa digitalizzazione del circuito e quindi una sua entrata nel 3D, standard del futuro a cui non si deve mancare e che il pubblico esige“. Di difesa delle sale ha parlato anche Paolo Protti dell’ANEC: “… Le sale sono un elemento necessario a cui bisogna garantire sostegno, andando oltre l’odierno 5% dei finanziamenti statali. In Francia siamo al 36%, perché le sale sono il cuore del cinema ovunque. Quindi ciò che serve è supporto alle strutture e un maggiore coinvolgimento nella trasformazione tecnologica di tutto il circuito, come da più parti si invoca. La digitalizzazione è un passaggio ineludibile e la raccolta di risorse aggiuntive offerta dalla Tax Credit e dalla Tax Shelter rappresenta una via condivisibile. Su nuovi media e windows servono accordi condivisi e una normativa chiara in grado di massimizzare le risorse e garantirne la giusta distribuzione su tutta la filiera“. Per gli autori cinematografici dell’ANAC ha preso la parola il regista Citto Maselli, rivendicando la bontà del documento firmato a Venezia nel 2006, per un progetto di legge a favore del cinema e della sua rinascita: “… Serve un tavolo di concertazione e di interlocuzione, utile al varo di una legge di sistema. Il nostro progetto mirava esattamente a questo e per noi resta valido. I punti su cui confrontarsi sono sempre gli stessi: la nascita di un Centro Nazionale per il Cinema (CNC), posto sotto la supervisione del ministro dei Beni Culturali, un fondo unico in cui devono convergere le risorse e finanziamenti selettivi alle opere in produzione“. Sulla stessa lunghezza d’onda si è trovato anche Valerio Jalongo dei Cento Autori, con un’attenzione al livello non solo qualitativo del nostro cinema, ormai da tutti riconosciuto in crescita, ma anche quantitativo, perché siamo ben lontani dai 250 film prodotti in Francia ogni anno: “…Per uscire dallo stato di immobilità in cui versa il nostro mercato, bisogna innanzitutto che il governo e la parti interessate trovino degli accordi tali che si riesca ad andare oltre le semplici scaramucce di partito. Senza un adeguato supporto istituzionale, sia legislativo che finanziario, il cinema italiano non riuscirà a competere sui mercati internazionali. Basti pensare a Hollywood, sono 200 i piani di supporto a suo sostegno. Anche in America lo Stato interviene a favore dell’industria e lo stesso accade in Francia, molto probabilmente questa è la strada da prendere anche qui da noi“.

 

Sul rapporto tra cinema e istituzioni, per Riccardo Tozzi dell’ANICA ci sarebbe molto da dire e soprattutto da analizzare: “… Lo Stato è in debito con il cinema e il suo panorama produttivo, per decine di milioni di euro. Eppure il nostro cinema sta recuperando incredibili quote di mercato, con un eccellente 35%. Il pubblico nelle sale è aumentato, anche grazie ai multipex e alla diffusione capillare di queste strutture. Ovviamente il circuito delle sale deve rimanere sempre centrato su un demografico cittadino e mai sbilanciarsi troppo verso il multiplex e questo per ragioni di marketing e per collaudati modelli pubblicitari che davvero, soprattutto in questo momento storico così delicato, non devono essere toccati. L’impatto dei nuovi media lo possiamo riassumere tutto sull’introduzione del video on demand (VOD), che a sua volta agisce sul sistema delle finestre e sul fenomeno della pirateria digitale. Un pubblico illegale che deve essere recuperato, non represso. La televisione generalista, poi, programma sempre meno cinema e questo causa un abbassamento dei prezzi che va a vantaggio dei canali satellitari come Sky. Anche in questo modo il cinema perde. La televisione generalista e non solo, dovrebbe finanziare il cinema invece di penalizzarlo, perché il grande schermo è un risorsa enorme per tutti“.

 

Il secondo panel, di cui moderatore è stato Raffaele Barberio di Key4biz, ha visto invece direttamente a confronto le istituzioni e le imprese, spostando il fuoco degli interventi dai nuovi scenari normativi al cuore della norma, ovvero Tax Shelter e Tax Credit. Misure fiscali importantissime che appena disponibili daranno la misura dei cambiamenti già in atto nel nostro Paese, in termini di investimenti nell’industria cinematografica da parte di nuovi soggetti privati e di nuove risorse a disposizione del mercato, ma anche ribalta ai nuovi autori emergenti e alle produzioni indipendenti. Sulla bontà delle scelte operate, l’On Gabriella Carlucci (PDL) non ha avuto dubbi: “…Lo Stato si è dotato degli strumenti di governance necessari, utili anche a quella mediazione tra soggetti privati e imprese che fino ad oggi è mancata, fornendo supporto tecnico, risorse alla produzione e garantendo lo snellimento di processi anche troppo farraginosi. Con la nascita dell’Agenzia del Cinema di Cinecittà le figure professionali della storica sede andranno a trovare nuova collocazione e questo sarà possibile proprio grazie alla Tax Shelter. Diverso il discorso sulla pirateria, un nemico che bisogna sicuramente combattere con ogni mezzo. Utile a riguardo sono gli esempi di Francia e Regno Unito, che grazie al riconoscimento dell’identificativo in rete possono disconnettere le utenze da cui si commettono gli illeciti, offrendo così una tutela più forte al mercato“. Sempre dal mondo della politica è arrivato l’intervento dell’On. Andrea Colasio (PD), che non ha risparmiato critiche alle istituzioni definendole: ” … Terribilmente lente e in uno  stato scandaloso di debito verso il cinema. Settore invece che merita maggiore attenzione e che presto potrà avvalersi di questi nuovi strumenti oltre ai quali però dovrà essere capace di dialogare anche con i nuovi media e la rete, scoprendone le opportunità insite. Non solo elementi di criticità quindi, ma vere e proprie risorse aggiuntive“.

 

Per spiegare al pubblico in sala di cosa si intenda esattamente per Tax Shelter e Tax Credit, due professori dell’Università La Sapienza di Roma e della Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze, Mario La Torre e Gian Marco Committeri, hanno presentato i loro studi relativi alla norma in questione: “… Con le criticità del settore cinematografico che evidentemente nascono dalla mancanza di credito privato e da aiuti statali male gestiti. La norma in questione è utile a stimolare la patrimonializzazione delle imprese di settore e le intermediazioni bancarie, grazie a due misure fiscali: il credito d’imposta, cioè la Tax Credit , e la detassazione degli utili, la Tax Shelter. Potranno godere di tali agevolazioni solo quei prodotti che garantiranno un livello di cultura adeguato al prodotto, quindi: film nazionali, di lingua italiana, di interesse culturale e film stranieri girati in Italia. È previsto, a tal fine, un test di cultura studiato ad hoc. Gli aiuti saranno nella misura del 50% del budget, fino a un massimo di 80% in caso di opere prime e seconde. Beneficiari degli aiuti saranno tutti i soggetti sulla catena del valore: produttori, esercenti, distributori e anche imprese straniere che lavorano da anni nel nostro Paese“.

Esempio di questo nuovo rapporto tra mondo delle imprese e cinema è stato offerto dall’esperienza della Italgest di Paride De Masi: “… Pur occupandoci di energie rinnovabili e quindi lontani dal mondo delle produzioni cinematografiche, abbiamo deciso di investire in un prodotto culturale particolare come quello del cinema, attingendo dal budget a nostra disposizione di 1 milione di euro per attività a scopo culturale e sociale. Il cinema ha bisogno di risorse e il mondo delle imprese può dare tanto, anche in termini di strumenti e di innovazione. Ben vengano le iniziative come queste di cui ragioniamo oggi“. Un mondo delle imprese che quindi è già entrato nel meccanismo del Production placement, con l’obiettivo di valorizzare ciò che il nostro Paese meglio produce: intrattenimento, cinema, made in Italy. Tutti elementi che necessitano di una valorizzazione economica e di immagine, simbolo della nostra capacità manifatturiera nel mondo. Eppure c’è da fare ancora molto lavoro: “… Il credito d’imposta è stato uno strumento già utilizzato in passato– ha affermato nel suo intervento Massimiliano Raffa, dei giovani di Confindustria di Roma – sappiamo che per funzionare necessita di una lunga programmazione, di almeno dieci anni. Questo significa che le imprese necessitano oggi di un’iniezione di fiducia da parte delle istituzioni, altrimenti difficilmente si lasceranno abbagliare da soluzioni di facciata“. Di aspetti positivi e di altri invece negativi, ha parlato anche Sandro Silvestri dell’API: “…Tra quegli aspetti che possiamo definire positivi, sicuramente troviamo: le nuove produzioni, tanti nuovi registi, più fette di mercato conquistate dai nostri prodotti e una norma che lascia molto ben sperare. Tra quelli più discutibili: un pubblico che paga il biglietto per vedere un film e film che non vengono però remunerati nel modo giusto. Tra gli incassi e la produzione di un film c’è quindi un meccanismo sbagliato e questo le imprese lo verranno a sapere presto. Un fatto che depone a sfavore di un loro maggiore impegno. L’unica soluzione è una norma attiva nel più breve tempo possibile e che sia in grado di ridare fiducia al mercato“. Centrato sulla tempistica dell’attuazione normativa e sul possibile ruolo di rilievo delle imprese è stato anche l’intervento di Marina Salomon di Altana: “… La crisi finanziaria ha paradossalmente dato uno scossone al mercato cinematografico italiano, rendendolo più attivo e dinamico che in passato. Ciò che è importante agli occhi delle imprese è la valorizzazione del made in Italy, legata ad una strategia forte e condivisa, in cui deve rientrare anche l’innovazione come fattore centrale dello sviluppo, sia tecnologico che dei linguaggi. La convergenza tecnologica è un fenomeno globale e storico contro cui non ci si deve opporre, semmai è da sfruttare in termini di risorse nuove su cui lavorare“. A conclusione del seminario è stato chiamato a prendere parola

 

Luigi Abete, Presidente BNL, che ha così riassunto la giornata di dibattito sulla Tax Shelter e la Tax Credit , come via italiana agli incentivi: “… Roma è stata e rimane ancora oggi, il luogo privilegiato del mercato cinematografico, sia per la sua storia che per la realtà imprenditoriale che offre. Lo Stato ha un ruolo  importante nella raccolta di risorse e nella sua distribuzione, aiutando la produzione cinematografica anche oggi nel mantenimento dei risultati brillanti che ultimamente ha portato a casa. La norma offre un ulteriore spalla su cui crescere, con la voglia comune a tutti di trovare accordi nuovi su cui contare per affrontare le difficili sfide che ci attendono. L’importante è che i tempi di attuazione siano i più brevi possibili, perché le imprese hanno dei bilanci da chiudere. La norma, inoltre, sarà di grande aiuto per il tessuto delle piccole e medie imprese che tanto hanno fatto per il nostro made in Italy, andando a creare un circolo virtuoso che si estenderà a tutta la filiera. La produzione immateriale è il futuro del nostro Paese, della nostra abilità nella manifattura di precisione e qualità. Il cinema riprende tale tradizione e il suo valore aggiunto sta nel riuscire a fondere il nostro patrimonio storico-culturale, con la sua immensa capacità di raccontarlo al mondo“.

 

Tax Credit e Tax Shelter. La proposta italiana

Mario La Torre La Sapienza Università di Roma

Gian Marco Committeri – Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze; Tonucci & Partners – Roma

 

 

 

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