Comunicazione e nuove tecnologie: un libro bianco per capire come cambia il mercato, le imprese, le istituzioni

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Il mercato della comunicazione pubblicitaria vale a livello mondiale 464 miliardi di dollari mentre in Italia si attesta sui 23 miliardi di euro a fine 2007 rappresentando l’1,41% del prodotto interno lordo (PIL).

Sono solo alcuni dei tanti dati contenuti nel Libro Bianco “Il mercato italiano della comunicazione d’impresa e delle istituzioni” realizzato da AssoComunicazione, l’associazione che riunisce 183 imprese del settore attive in Italia e che rappresentano circa il 75% del mercato nazionale.

Si tratta di un importante studio di taglio economico sul mercato italiano della comunicazione d’impresa e delle istituzioni nel quale operano oltre 4.500 imprese, concentrate prevalentemente in Lombardia, che fatturano quasi 5,8 miliardi di euro.

Come informa una nota, si è trattato di un lungo lavoro di ricerca che ha coinvolto numerosi specialisti e operatori del settore, a cominciare dall’Istituto di Economia di Media (IEM) della Fondazione Rosselli, e che analizza la funzione della comunicazione nello sviluppo economico, sociale e culturale del Paese. Il mercato italiano della comunicazione è inquadrato nel contesto internazionale con l’ausilio dei dati più aggiornati e delle fonti più autorevoli.

“Da tempo – ha affermato Marco Testa, Presidente di AssoComunicazione – si sentiva l’esigenza di definire uno stato dell’arte per il nostro mercato e per il nostro Paese. Un “tempo zero” che consentisse di valutare meglio da dove veniamo e contemporaneamente potesse orientare la navigazione dei prossimi anni lungo rotte più favorevoli. Fare il punto è sempre una buona abitudine. Farlo oggi, nel pieno di una rivoluzione mediatica che interessa tutto il mondo, è atto assolutamente necessario”.

“Perciò l’idea di questo libro – ha detto ancora – è nata in AssoComunicazione circa due anni e mezzo fa, con l’insediamento della nuova Presidenza e del nuovo Consiglio Direttivo. Mi piace pensarlo come un punto di partenza più che un punto d’arrivo. Se infatti sapremo utilizzarlo nel modo giusto sono convinto che tutti, dalle aziende del settore ai rappresentanti delle istituzioni pubbliche, dal mondo della marca a quello dei consumatori, troveranno le risposte a molte delle domande che oggi sembrano frenare o confondere lo sviluppo del settore”.

Il volume esamina in modo specifico: il ruolo economico del comparto, sia come comparto tout court, sia per l’effetto leva che esercita sul Paese nel suo complesso; la funzione decisiva sostenuta nello sviluppo delle piccole e medie imprese; l’aspetto culturale della comunicazione ai fini della promozione non solo dei prodotti nazionali, ma dell’Italia e della sua immagine; l’importanza sociale degli investimenti in comunicazione da parte delle istituzioni e della Pubblica Amministrazione, come strumento di trasparenza, di condivisione e di sostegno delle politiche pubbliche.

Da questo libro bianco emerge come la cultura della comunicazione sembra latitare tanto fra le piccole e medie imprese quanto nella Pubblica Amministrazione del nostro Paese. Alle PMI manca una vision imprenditoriale che faccia dell’attività di comunicazione una fase imprescindibile del processo produttivo, al pari – per offrire un termine di paragone – dell’acquisto delle materie prime per la produzione di beni o della customer relationship per l’offerta di servizi. Nelle amministrazioni centrali la comunicazione continua ad essere percepita come un’appendice della gestione della cosa pubblica, da attivare estemporaneamente per iniziative particolari, piuttosto che come elemento primario della relazione fra amministratori e cittadini e come un’attività continuativa.

I numeri raccolti in questo volume testimoniano, insomma, l’importanza di un comparto, che coinvolge un indotto ancora più esteso se si considerano tutte le attività connesse alla produzione del messaggio pubblicitario, degli eventi e di tutte le forme di comunicazione relazionale. E’ un’industria creativa a pieno titolo, ramificata in tutte le regioni italiane e i suoi servizi acquistano importanza e reputazione, anche in virtù della faticosa crescita di una, appunto, cultura della comunicazione presso le amministrazioni locali e le piccole imprese.

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