Stati Uniti
Nel rush finale in vista delle elezioni americane, il Massachusetts Institute of Technology (MIT), una delle più importanti università di ricerca del mondo, ha messo a confronto le posizioni di Barack Obama e John McCain rispetto ai diversi temi intorno ai quali ruota il dibattito mondiale su internet e le nuove tecnologie.
Partendo dalla valutazione dei contenuti postati sui siti web di Obama e McCain, Hal Abelson, Professore di Informatica e Ingegneria del MIT e Harry R. Lewis, Professore di Informatica presso la Harvard – coautori del libro “Blown to Bits: Vita, Libertà e Felicità Dopo l’esplosione digitale” – hanno fatto il punto sulla visione dei due candidati su temi quali la Net neutrality, l’accesso a internet, l’innovazione.
Obama supporta pienamente il principio di net neutrality. Secondo il candidato democratico, “la ragione fondamentale per cui internet è stato un tale successo risiede nel fatto che è la piattaforma più aperta della storia e bisogna che resti così”.
Obama si dice pronto a incoraggiare “la diversità nella proprietà dei media”, a promuovere “lo sviluppo di nuovi media espressione dei più diversi punti di vista” e a chiarire gli obblighi in capo ai broadcaster “che occupano le risorse di spettro nazionali”.
John McCain non crede in regolamenti prescrittivi su questioni come la ‘net neutrality’ ma ritiene piuttosto che un mercato aperto con una grande varietà di scelta sia “il miglior deterrente contro le pratiche sleali”.
Anche per John McCain il governo dovrebbe “astenersi dall’imporre regole gravose, alla luce dei vantaggi ottenuti finora da una regolamentazione leggera”. Per il candidato repubblicano, “inutili intrusioni potrebbero danneggiare il genio innovativo di Internet. Il Governo – ha aggiunto – deve dimostrare che una regolamentazione è necessaria, piuttosto che lasciare alle imprese il compito di dimostrare che non lo sia”.
Riguardo la protezione dei consumatori e dei minori, l’ex senatore dell’Arizona promette di concentrarsi su “politiche che lascino i consumatori liberi di accedere ai contenuti di loro scelta, di usare qualsiasi dispositivo, purché non danneggi la rete, e liberi di scegliere tra i fornitori di servizi a banda larga”.
Le uniche regole in capo agli ISP, per McCain, dovrebbero essere quelle necessarie ad assicurare la protezione dei minori.
Obama spiega invece che neanche in questo caso la regolamentazione è la risposta adatta e promette di dare ai genitori “gli strumenti e le informazioni necessarie per controllare quello che i loro bambini guardano in Tv e su internet, nel pieno rispetto del Primo emendamento”.
Per proteggere ulteriormente i bambini online, Obama e Biden sostengono sanzioni severe, l’aumento delle risorse e il rafforzamento della collaborazione tra forze dell’ordine e settore privato per individuare e perseguire le persone che abusano di Internet per cercare di sfruttare i bambini.
Entrambi i candidati sono quindi d’accordo sul fatto che internet a banda larga debba essere un servizio a disposizione di tutti i cittadini: McCain dichiara di aver già pronto un programma – People Connect Program – per garantire agevolazioni fiscali agli ISP che forniranno a basso costo il servizio alle famiglie meno abbienti e sostiene inoltre che il governo dovrebbe proporsi come service provider se gli incentivi all’industria private fallissero l’obiettivo di raggiungere una “connettività universale”.
McCain dichiara inoltre sul suo sito che si batterà per non far mai applicare tasse sugli utenti internet. Una lotta iniziata 10 anni fa e che ha permesso al web “di diventare motore di crescita per la prossima generazione di innovazione”.
Appesantire questo vettore di crescita, così come i servizi wireless (su cui grava un carico fiscale del 20%) con eventuali tasse “danneggerebbe – secondo McCain – la competitività americana nel settore e colpirebbe le fasce più deboli della popolazione”.
I due professori del MIT ritengono che quale dei due candidati sarà eletto presidente dovrà valutare con attenzione le questioni relative alla protezione dei minori: ogni restrizione all’accesso dovrà essere giustificata dai dati circa la preponderanza del danno effettivo per i bambini e proporzionata all’obbligo del governo di non limitare il libero flusso delle idee tra adulti e bambini.
Allo stesso modo, l’utilizzo dei sistemi di data mining e di sorveglianza della rete, fortemente usati nella guerra contro il terrorismo, deve essere equilibrato al diritto degli americani di non veder violata la riservatezza dei propri dati senza un motivo ben definito.
Tali questioni, concludono Abelson e Lewis, richiedono ampia collaborazione con il Congresso.
Al contrario la nuova amministrazione potrà fare molto anche da sola “per rendere le azioni del governo più trasparenti e responsabili, fornendo accesso aperto ai dati relativi alle amministrazioni pubbliche e creando di meccanismi più rispondenti alle esigenze dei cittadini”.