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Microsoft arriva definitivamente nell’era del cloud computing. Il gruppo di Redmond ha lanciato sul mercato una nuova piattaforma, Azure, che offrirà software disponibili unicamente su internet e consentirà a sviluppatori esterni del web di ospitare, gestire, calcolare e archiviare dati per applicazioni online.
Ray Ozzie, Chief Software Architect di Microsoft, nel corso della Professional Developer’s Conference – appuntamento annuale per ingegneri esterni – ha assicurato che si tratta della trasformazione dei software che risponde a un più ampio cambiamento delle strategie della società e dell’offerta per tutti i settori.
Azure Service Platform, il richiamo ad Asp non è casuale, è la chiave che nei prossimi dodici mesi guiderà la trasformazione di Microsoft verso i servizi.
Ozzie sta, infatti, traghettando l’azienda nel cloud computing, una tendenza che consente di potenziare i computer facendo ricorso a data center lontani, grazie a Internet.
Per tradizione il software gestiva l’hard drive di un singolo computer ma da quando le connessioni sono diventate più veloci e affidabili, le aziende hanno iniziato a distribuire il software come servizio online usando la potenza di elaborazione della “nuvola” (cloud), una rete di server potenti accessibili attraverso il web. Il successo di aziende basate sulla rete come Google e Salesforce.com nel creare applicazioni web concorrenti a Microsoft, ha costretto il gruppo a intraprendere una strada nuova nella diffusione del suo software.
La piattaforma si presenta come trasversale a tutte le linee di prodotto. Si configura come scalabile e ibrida: scalabile in quanto adattabile alle singole e anche momentanee esigenze; ibrida perché lascia all’utente la possibilità di scegliere quali applicazioni mantenere internamente e quali lasciare sulla nuvola.
Il gruppo non ha ancora chiarito i particolari del business model: non si sa dunque se farà pagare agli utenti servizi afferenti alla propria nuvola, o se sceglierà, come i suoi diretti concorrenti, una parte di gratuità. Di certo tiene a precisare che Azure vuole essere aperta, quindi anche a soluzioni e piattaforme terze.
Ozzie ha parlato pure di certificazione e valore aggiunto. Non si parla invece di disintermediazione. Per i partner, è convinta Microsoft, la formula software + service si traduce nella possibilità di erogare soluzioni ibride, di concentrarsi sulle aree a maggiore redditività. Soprattutto con la certezza di un referral garantito per ogni anno di mantenimento del servizio.
Con Azure, Microsoft concorrerà sullo stesso terreno di Google, che ha moltiplicato la distribuzione gratuita e online delle applicazioni proposte dalla società fondata da Bill Gates. Ma sarà in competizione anche con Elastic Compute Cloud (EC2), la piattaforma lanciata da Amazon.