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Numero unico di emergenza 112: ancora aperto il procedimento contro l’Italia. Reding, ‘In gioco la vita e la salute dei cittadini’

Unione Europea


Oggi la Commissione europea ha chiuso un procedimento d’infrazione contro la Polonia per indisponibilità dell’ubicazione del chiamante, dopo che le autorità polacche hanno confermato che tale informazione era ormai disponibile dal 30 giugno per le chiamate al numero di emergenza europeo 112.

Coinvolta nella stesso procedimento anche l’Italia, il cui caso è però ancora all’esame della Corte.

 

Il mese scorso, infatti, la Commissione ha avviato un procedimento contro l’Italia in relazione all’efficacia dei servizi che nel nostro Paese gestiscono e rispondono alle chiamate al 112, oltre a decidere di rinviare la Bulgaria (per non aver reso il 112 disponibile in tutto il paese) e la Romania (per assenza di informazioni sull’ubicazione del chiamante) alla Corte di giustizia, pur concedendo a entrambi i paesi un termine di esecuzione di tre mesi.

 

Il numero di emergenza europeo 112 è stato istituito nel 1991, addizionandosi ai numeri di emergenza nazionali, per rendere questi servizi più accessibili in tutti gli Stati membri Ue.

 

La normativa europea impone agli Stati membri di adoperarsi affinché gli operatori comunichino ai servizi di emergenza l’ubicazione di coloro che chiamano il 112 da telefoni mobili o fissi. In tal modo risulta molto più facile reagire ad incidenti ed emergenze, particolarmente in vista dei risultati di un’indagine effettuata quest’anno: da essa è infatti emerso che soltanto il 53% degli europei che viaggiano all’estero è in grado di comunicare l’ubicazione esatta delle emergenze quando chiama il 112. Il procedimento è stato avviato nel 2006 perché le informazioni relative all’ubicazione del chiamante non erano disponibili per le chiamate al 112 effettuate da cellulari.

 

“I cittadini europei dovrebbero poter contare sulla capacità di questi servizi di localizzarli quando chiamano il 112 senza sapere dove si trovano, o come spiegarlo. Quando sono in gioco la vita e la salute, ricevere l’aiuto dei servizi di emergenza dovrebbe essere facile come “1+1=2″, che ci si trovi in patria o all’estero nella Ue”, ha commentato Viviane Reding, commissario Ue responsabile per le telecomunicazioni.

“Non mi resta ora – ha concluso – che esortare gli Stati membri in cui esistono ancora problemi con il 112 ad adottare con urgenza provvedimenti atti ad assicurare il corretto funzionamento del servizio di ubicazione del chiamante”.

 

Le norme Ue in materia di telecomunicazioni fanno obbligo agli Stati membri di adoperarsi affinché sia possibile chiamare gratis il numero di emergenza unico europeo 112 da qualsiasi parte del paese e da ogni tipo di telefono (fisso o mobile). Gli Stati devono inoltre intervenire affinché le chiamate al 112 ricevano una pronta risposta e siano gestite in maniera efficiente, e affinché gli operatori forniscano la localizzazione del chiamante ai servizi d’emergenza.

 

La Commissione aveva avviato un procedimento di infrazione contro la Polonia nel dicembre 2006, poiché in questo paese l’ubicazione del chiamante non era disponibile per le chiamate al 112 dai telefoni mobili. Lo scorso febbraio, la Commissione ha sospeso la decisione, precedentemente adottata, di rinviare il caso all’esame della Corte di giustizia, essendole stato comunicato dalle autorità polacche l’apprestamento di misure provvisorie atte a consentire ai servizi di emergenza di ottenere tali informazioni.

 

In risposta al procedimento di infrazione la Polonia ha oggi istituito un sistema che permette ai servizi di emergenza di ottenere le informazioni sull’ubicazione del chiamante per le telefonate al 112, recuperandole da siti web speciali creati dagli operatori di telefonia mobile. Nel luglio 2008 le autorità polacche hanno informato la Commissione della disponibilità di queste informazioni per tutti i tipi di chiamate in tutto il paese. La Commissione ha verificato questa notizia con tutti gli operatori di reti mobili e il procedimento può ora essere chiuso.

 

Dal 2006 la Commissione ha avviato procedimenti di infrazione per indisponibilità dell’ubicazione del chiamante contro 14 Stati membri. 9 di questi casi sono ora chiusi, essendo stata risolta la situazione. La Corte europea di giustizia ha già statuito su tre casi di infrazione riguardanti il 112, riscontrando una violazione del diritto comunitario perché le informazioni sull’ubicazione del chiamante erano disponibili soltanto parzialmente in Slovacchia (sentenza del 25 luglio 2008) e non lo erano affatto per le chiamate al 112 da cellulari in Lituania (sentenza dell’11 settembre 2008) e nei Paesi Bassi (9 ottobre 2008).

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