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Cellulare e salute: nuove conferme dallo IARC, uso prolungato ‘aumenta rischio di cancro al cervello’

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Sono passati 25 anni dall’arrivo in commercio del primo cellulare: lo propose Motorola alla ‘modica’ cifra di 4 mila dollari, un vero e proprio status symbol, allora.

Da quel momento, la crescita è stata praticamente inarrestabile.

In questo quarto di secolo, come mai nessun altro strumento di comunicazione prima, il telefonino ha contribuito a modificare le nostre abitudini, facendo abbandonare cabine telefoniche, orologi, perfino il campanello, rendendoci dipendenti quasi come dalle sigarette.

 

Quello con le sigarette è però un paragone che ha molte sfaccettature: la dipendenza dal telefonino, infatti, potrebbe essere altrettanto pericolosa di quella dal fumo e potrebbe scatenare l’insorgere di nuove patologie negli anni a venire.

 

La conferma arriva da un nuovo studio, condotto dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), che ha sede a Lione, in Francia: l’utilizzo di telefoni mobili per un periodo di 10 anni o di più accresce significativamente il rischio di glioma, la forma più grave di cancro al cervello.

 

Lo studio, il maggior studio epidemiologico di questi tumori al giorno d’oggi, ha analizzato i dati provenienti da 13 Paesi (Italia, Germania, Australia, Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Israele, Giappone, Norvegia, Nuova Zelanda, Gran Bretagna e Svezia), giungendo alla conclusione che “il rischio di sviluppare un glioma per chi utilizza un telefonino da oltre 10 anni è superiore del 60% nei paesi scandinavi, del 100% in Francia e addirittura del 120% in Germania”.

 

Meno elevati invece i rischi di sviluppare un meningioma (un cancro per lo più benigno che interessa le meningi), al contrario del neurinoma acustico (tumore benigno di un particolare nervo acustico).

 

Secondo lo studio, “le analisi complessive dei dati dei paesi scandinavi e del Regno Unito non hanno evidenziato alcun incremento di rischio di meningioma legato all’uso prolungato o intenso, ma un rischio accresciuto di neurinoma acustico legato a durate di utilizzo di dieci anni o più dal lato del tumore”.

A settembre del 2007, anche uno studio britannico, condotto dal Mobile Telecommunications & Health Research Programme, non ha riscontrato alcuna associazione tra l’uso del telefonino e il cancro al cervello, ma non ha neanche escluso effetti nocivi non ancora diagnosticabili sul lungo periodo.

 

Anche se, insomma, ancora non ci sono prove scientifiche della dannosità dei telefonini, bisogna calcolare gli effetti dell’esposizione prolungata alle sue onde: anche alle sigarette, infatti, non è stato possibile associare alcun tipo di cancro al polmone fino a che non si sono potuti studiare gli effetti del fumo su un periodo di almeno 10 anni.

 

Particolare attenzione, anche in questo caso, va riservata ai bambini, che corrono più rischi degli adulti dall’esposizione prolungata alle onde radio dal momento che il loro sistema nervoso non è ancora perfettamente sviluppato, i tessuti cerebrali riescono ad assorbire maggiore energia ed essi saranno dunque più esposti degli adulti nel corso della loro intera vita.

Nelle scorse settimane una ricerca condotta in Svezia avvertiva che “le persone che iniziano a utilizzare il cellulare e i cordless prima dei 20 anni rischiano 5 volte di più degli adulti di contrarre un glioma”. 

 

Permettere a bambini e teenager di utilizzare il cellulare in maniera massiccia, dunque, potrebbe porre il rischio di una vera e propria epidemia negli anni a venire. Meglio dunque permettere ai più piccoli di usare il telefonino solo in casi di urgenza.

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