Unione Europea
Gli investimenti in Ricerca e Sviluppo da parte delle aziende europee sono cresciuti dell’8,8% in un anno, rispetto a una crescita dell’8,6% registrata negli Usa.
A livello mondiale, in testa alla classifica delle aziende che spendono di più in ricerca e sviluppo resta la statunitense Microsoft , con 5,6 miliardi di dollari, e la prima europea è la finlandese Nokia , in quinta posizione, con 5,3 miliardi di euro.
In Europa, la prima azienda italiana per spesa R&S è Finmeccanica che si colloca in sedicesima posizione con 1,9 miliardi di euro, mentre Telecom Italia è 133esima (sesta in Italia) con 122 milioni di euro. Alcatel-Lucent, in ottava posizione in Europa (seconda in Francia) spende ogni anno 3,3 miliardi di euro.
Tra le grandi compagnie telefoniche europee, BT occupa la migliore posizione – la 19esima (terza in Gran Bretagna), con 1,7 miliardi di euro. France Telecom è al 29esimo posto nella Ue (5° in Francia) con 894 milioni di euro, Telefonica è al 41esimo (prima in Spagna) con 594 milioni di euro e Deutsche Telekom al 49esimo (15esimo in Germania) con 548 milioni di euro.
Tra i gruppi delle telecomunicazioni mobili non-Ue, Samsung si colloca all’8° posto con 4,4 miliardi di euro, superando addirittura colossi del calibro di Intel e IBM che hanno investito, rispettivamente, poco più di 3,9 miliardi di dollari.
Per la prima volta, in base allo scoreboard della Ue ‘2008 EU Industrial R&D Investment’ il livello di crescita degli investimenti da parte delle imprese Ue è superiore a quello delle imprese statunitensi, dove la crescita ha subito una contrazione del 4,7%.
A livello globale, inoltre, rispetto alla passata edizione dello Scoreboard, la crescita è passata dal 10% al 9%, mentre nella Ue si è registrato un incremento dell’1,4% (dal 7,4% all’8,8%).
Le compagnie europee, insomma, stanno pian piano recuperando il gap con quelle non-Ue, in particolare nel settore energetico, dove – ha spiegato il commissario per la scienza e la ricerca Janez Potočnik – c’è urgenza di rispondere “alla necessità di rendere più efficiente l’uso di risorse limitate”.
Tuttavia, ha aggiunto, la spesa R &S del settore privato resta ferma all’1%, del PIL, segno che molte aziende europee concentrano i propri sforzi nel settore al di fuori della Ue. Bisogna, dunque, fare di più per “rendere l’Europa un luogo più attraente per la ricerca, in particolare mediante la creazione di un vero e proprio Spazio europeo della ricerca, al fine di raggiungere gli obiettivi di Lisbona”.
Dallo Scoreboard, emerge infine la notevole progressione degli investimenti R&S delle aziende dei paesi emergenti: negli ultimi 3 anni, compagnie come Petroleo Brasiliero, Petro China e Tata Motors hanno fatto segnare una crescita, rispettivamente, del 52,6%, 22,2% e 42,6%.