Stati Uniti
Per le società di servizi informatici, le cui entrate sono strettamente dipendenti dal settore finanziario, la crisi che al momento sta vivendo l’America ha resuscitato lo spettro della bolla speculativa del 2000, anche se per gli analisti un simile scenario è poco probabile.
In questo contesto tormentato,
Per contro, il 2009 sembra più incerto e la stessa società ha ammesso procederà molto lentamente rispetto all’anno in corso.
Difficile in effetti escludere un rallentamento del mercato, mentre i servizi finanziari “assorbono tra il 20-25% della spesa informatica mondiale“, ha commentato Brice François Thébaud, esperto di Aurel.
E’ il settore, ha detto ancora, che “…indirizza la parte più importante delle proprie entrate all’informatica: 7% in media contro il 4% su tutta l’industria“.
Per Thébaud, tra la scomparsa di certe banche e la riduzione delle spese informatiche nelle aziende colpite, la crisi avrà sicuramente un “impatto significativo”.
Il numero uno mondiale dei software professionali SAP ha ammesso d’aver subito il mese scorso un rallentamento “molto brutale e inatteso” della propria attività.
“…In questo periodo agitato, le società saranno più prudenti nei loro investimenti”, ha sottolineato Alexander Peters, analista dello studio di ricerche Forrester.
Tuttavia, ha aggiunto, “…la percezione dell’informatica è considerevolmente migliorata rispetto all’ultima crisi del 2000: ormai la tecnologia è vista come un fattore di successo” e di performance.
Per contro, con la bolla internet, “…la domanda era stata mantenuta artificialmente grazie all’adozione dell’euro e una volta passata la crisi i clienti non avevano più investito”, ha spiegato Thébaud.
Le società di servizi e ingegneria informatica sono anche più protette grazie alla migrazione verso modelli molto più industrializzati a quelli dell’epoca.
Paradossalmente, la crisi potrebbe anche essere motore di crescita. E’ quanto spera Yves Stucki, responsabile della strategia per Linedata Services, editore di software per il settore finanziario.
D’accordo con lui Franck Nassah di IDC che ha precisato: “…La fortuna di una banca è legata principalmente al proprio sistema di informazione: senza tecnologia non si può affrontare la crisi”.
Senza dimenticare l’accelerazione delle fusioni che potrebbero riguardare i servizi informatici, spesso richiesti nell’ambito di simili operazioni.
Secondo l’analista di Aurel, sono quindi diversi i motivi che rendono molto difficile il verificarsi dello scenario del 2001-2003 che registrò una riduzione tra il 10 e il 15% del fatturato dei player.
Ma ciononostante, l’incognita del 2009 pesa sull’andamento in Borsa dei titoli delle società di settore, che finora hanno resistito bene.
Una tra le tante Capgemini che ha visto le proprie azioni perdere più del 41% dall’inizio dell’anno.