Festival Internazionale del Film di Roma: riflettori puntati sulla capitale. Ecco le prime anticipazioni  

di Raffaella Natale |

Italia


Gianni Alemanno

Dal 22 al 31 ottobre le luci del cinema si accenderanno sulla città eterna. La storia, la memoria del passato ma anche l’attualità, saranno i temi dominanti di questa terza edizione del Festival Internazionale del Film di Roma.

Il sindaco Gianni Alemanno rivendica la centralità di Roma nel nostro cinema. Intervenendo alla presentazione del Festival ha affermato: “…Il Festival di quest’anno sarà all’insegna della continuità con tutto ciò che di positivo è stato fatto nelle passate edizioni, e della trasformazione per migliorare questo importante evento. Ci aspettiamo un sempre maggiore radicamento nella città e nel tessuto del cinema italiano. Il binomio cinema e Roma è forte. In passato ci sono state delle polemiche con il Festival di Venezia, voglio sottolineare che da una parte agiamo in modo complementare con altri eventi nazionali, dall’altro rivendichiamo la centralità della nostra città nel cinema, grazie anche a Cinecittà, grazie al ruolo che ha avuto la città nella tradizione del nostro cinema”.

La quarta edizione anticiperà le date di una settimana rispetto al 2008: si terrà infatti dal 15 al 23 ottobre 2009. La rassegna torna ad avvicinarsi alla Mostra del cinema di Venezia (come nella sua prima edizione del 2006), che invece posticiperà le date e sarà in programma dal 2 al 12 settembre. La ‘guerra’ di date sembra così destinata a riaccendersi, contrariamente a quanto sperato in luglio quando si era parlato di soluzione della vicenda.

Il sindaco ha poi commentato l’iniziativa di un convegno promosso dal Festival sullo stato del nostro cinema: “Sono contento dell’iniziativa degli Stati Generali perché con il Ministero dei Beni culturali dobbiamo cercare una maggiore attenzione da parte di imprenditori e istituzioni per valorizzare ciò che si sta producendo nel cinema italiano, concentrando le energie e rilanciando l’economia del settore” e ha poi aggiunto: “Roma si sta preparando per presentare il volto migliore della città”.

Presente alla conferenza stampa anche il Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo: “…Abbiamo lavorato in piena libertà e autonomia per proseguire il lavoro degli anni precedenti. Le polemiche avrebbero potuto frenare il festival ma fortunatamente non è successo. Il cinema è Roma e la messa in crisi del sistema ad esso legato potrebbe causare una crisi economica enorme. Siamo qui a difendere qualcosa che non è patrimonio delle istituzioni ma della città: noi dobbiamo solo guardare con rispetto questa manifestazione. Dall’anno scorso non è cambiato lo spirito né la capacità di far diventare grande la Festa. Il mio lavoro è garantire che la Festa continui”.

Dello stesso avviso il Presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, che rivolgendosi agli organizzatori ha detto: “Ora il mio posto è tra il pubblico, avete la nostra fiducia, regalate alla città un altro grosso evento”.

Su 21 film in concorso ben 6 sono italiani, su 150 lungometraggi 21 provengono dal bel Paese. Ad aprire e chiudere la terza edizione del festival due pellicole di casa nostra in anteprima mondiale. E ancora: omaggi a grandi interpreti italiani della settima arte, da Dino Risi a Florestano Vancini, da Steno a Alida Valli e Nino Manfredi.

“…Ho sempre detto che la mia missione è il cinema italiano, ma non ho mai influenzato i direttori a compiere scelte specifiche in qualche direttore. Sono stati autonomi nelle loro scelte e la presenza di tanti film italiani è solo frutto del caso“. Il nuovo Presidente del Festival di Roma Gian Luigi Rondi ha introdotto così il programma della terza edizione della kermesse, che promette cambiamenti non solo nominali.

“…E’ la prima volta che dirigo un Festival senza aver visto nemmeno un film: credo sia questo il segnale più importante della completa autonomia in cui hanno operato i direttori delle varie sezioni”.

“…Con vero piacere – ha detto ancora Rondi – mi accorgo di un vero filone, che attraversa le varie sezioni del Festival, ed è rappresentato dalle famiglie del cinema italiano. Da Maria Sole Tognazzi, che ho visto nascere e che aprirà la manifestazione con ‘L’uomo che ama’, passando per l’esordiente Brando De Sica che in ‘Parlami di me’ inquadra l’assolo in forma di musical del padre Christian, fino a Gil Rossellini che, in ‘Altro Cinema’, porta un altro capitolo dell’autobiografico ‘Kill Gil'”.

Ma non solo, se è vero come ha annunciato Piera Detassis, direttore della sezione Premie’re/Anteprima, da quest’anno inglobata nel Concorso al fianco di Cinema 2008, che si è cercato di venire meno ai soliti luoghi comuni che caratterizzano un po’ ovunque i vari festival cinematografici: “Abbiamo operato delle piccole trasgressioni – ha commentato la Detassis – intanto selezionando ben 4 commedie, come ‘Easy Virtue’ di Stephane Elliott o ‘Parlez-moi de la pluie’ di Agne’s Jaoui, ‘Si puo’ fare’ di Giulio Manfredonia e ‘Serce na Dloni’ di Krzysztof Zanussi, poi insistendo sull’importanza di un rapporto diretto tra Festival e pubblico, non solo dando risalto al tappeto rosso, che non sarà a stelle e strisce ma che comunque vedrà stelle del calibro di Viggo Mortensen, Colin Farrell, Ewan McGregor, Monica Bellucci , Keira Knightley e tanti altri, ma proponendo vere e proprie contaminazioni, come i break musicali di Carmen Consoli – che anticiperà con due brani il film di Maria Sole Tognazzi, per il quale ha curato la colonna sonora – e l’esordio assoluto della S.N.A.P. Band (Senza nulla a pretendere) composta da Silvio Orlando e altri 15 attori, che incontrerà gli spettatori prima di ‘Parlami di me'”.

Poi ritratti di donne a tutto tondo, “…non buone o cattive, ma vere“, come le definisce Teresa Cavina, direttore insieme a Giorgio Gosetti della sezione Cinema 2008: “…Abbiamo selezionato 15 film, di cui 9 in prima mondiale, fieri di alcune scoperte come le opere prime ‘El Artista’ di Gaston Duprat e Mariano Cohn e ‘Un gioco da ragazze’ di Matteo Rovere, ma senza dimenticare gli altri italiani ‘Il passato è una terra stranierà di Daniele Vicari, ‘Resolution 819’ di Giacomo Battiato, anche se quest’ultimo coprodotto da Francia e Polonia, e la chiusura affidata al grande maestro Tsui Hark con ‘Missing'”.

Promette trasformazioni anche Gianluca Giannelli, responsabile di Alice nella Città, che per questa edizione propone titoli “…che potevano stare benissimo anche nelle altre sezioni, non solo per un pubblico di giovanissimi”: tra questi, ‘La siciliana ribelle’ di Marco Amenta, ‘Magique!’ di Philippe Muyl, ‘Only’ di Ingrid Veninger e Simon Reinolds e ‘Summer’ di Kenny Glenaan, con un omaggio all’animazione italiana – i corti e ‘Il sogno del signor Rossi’ di Bruno Bozzetto e l’intera opera di Luzzati e Gianini, restaurata in digitale dalla Cineteca di Milano – l’atteso ‘High School Musical 3′ e l’anteprima mondiale dei primi 15’ di ‘Twilight’ di Catherine Hardwicke, eventi questi ultimi in collaborazione con Premie’re.

C’e’ un grande affollamento di film sulla storia del XX secolo nelle sezioni, in particolare nella selezione ufficiale tra concorso, fuori concorso e poi anche nelle proiezioni speciali: un filo rosso così intenso da aver dato origine persino a giornate a tema, come quella tedesca. L’attenzione al passato riguarda la storia europea ma anche quella italiana, mentre sul fronte dell’attualità l’attenzione di Roma è riposta sull’ex Jugoslavia e sull’Afghanistan.

In concorso c’è “Opium War” di Siddiq Barmak, il regista di “Osama“, è un film in cui due piloti americani sopravvissuti all’abbattimento talebano del loro elicottero letteralmente piombano negli immensi spazi afgani e scoprono una realtà fatta di esseri umani, bambini e vecchi che quella guerra proprio non la vorrebbero. “Resolution 819 di Giacomo Battiato sembra girato l’altro ieri: racconta la caccia a Karazdic e Mladic, da parte di un poliziotto francese (Benoit Magimel), condannati per crimini scontro l’umanità durante la guerra nei Balcani.

Due i film tedeschi, tutti nella giornata del 24 ottobre: “Schattenwelt” di Connie Walter che aveva sei anni nel ’68 ma che vuole raccontare la Germania degli anni ’70, la generazione che ha visto perdersi i terroristi della Raf, quella Banda Baader Meinhof cui è dedicato (fuori concorso) il film di Uli Edel tratto dal libro inchiesta di Stefan Aust. Nel cast di entrambi i film i migliori attori dell’attuale cinema tedesco da Martina Gedeck a Franziska Petri e Ulrich Noethen. E’ poi ambientato durante il nazismo e racconta la storia del professor Halder, strumento di propaganda del regime, “Good” di Vicente Amorim, uno dei due film con cui il Festival di Roma festeggerà i 50 anni di Viggo Mortensen.

Sul fronte italiano c’è attesa per “Il sangue dei vinti” di Michele Soavi (versione cinematografica di una fiction in onda prossimamente sulla Rai) tratto dal best seller di Giampaolo Pansa: la questione della ‘guerra civile’, delle divisioni politiche negli ultimi anni della seconda guerra mondiale, la giustizia sommaria, tutti temi ancora evidentemente caldi e sui quali si dibatterà il pomeriggio del 26 ottobre dopo il film interpretato da Michele Placido (proiezione speciale). Ancora in concorso c’è poi “Galantuomini” di Edoardo Winspeare che intreccia al melo’ il cinema d’inchiesta svelando la storia di Lucia (Donatella Finocchiaro), donna capoclan della Sacra Corona Unita. Più cronaca sociale che storia in “Un gioco da ragazze” opera prima e in concorso di Matteo Rovere, storia di bullismo al femminile. E in Alice nella città c’è poi “La siciliana ribelle” di Marco Amenta sulla tragica vita di Rita Atria, la siciliana di 17 anni figlia di mafiosi che si suicidò dopo la strage di Via D’Amelio. E proprio Rita Borsellino sarà in sala dopo il film a parlare con i giovani spettatori.

Anche quest’anno, Via Veneto sarà la sede di Mercato Internazionale del Film – The Business Street, luogo d’incontro per venditori e compratori del prodotto cinematografico.

Nell’ambito di Fabbrica dei progetti – New Cinema Network, il programma del Festival Internazionale del Film di Roma dedicato al sostegno della produzione del cinema indipendente, vanno segnalati i progetti di tre giovani autori italiani: Colpa (Guilt) di Toni D’Angelo, Shun Lee e il poeta (Shun Lee and the Poet) di Andrea Segre e Arabi danzanti (Dancing Arabs) di Ruggero Gabbai.

Due i premi Marc’Aurelio d’oro alla carriera: il primo sarà assegnato all’Actors Studio e consegnato ad Al Pacino, uno dei prestigiosi Presidenti della scuola; il secondo sarà conferito a Gina Lollobrigida, per la sua felice attività nel cinema da oltre sessant’anni.

Il Festival ospiterà, inoltre, cinque mostre. Nell’ambito della sezione L’Altro Cinema-Extra si terrà Chromosomes. Cronenberg oltre il cinema, realizzata dalla Fondazione Cinema per Roma, dal Festival Internazionale del Film di Roma, dal Palazzo delle Esposizioni e da Volumina, che raccoglie 50 immagini scelte e rielaborate da Cronenberg partendo dai fotogrammi dei suoi film più noti.

L’Occhio sul Mondo-Focus porta, per la prima volta in Italia, una mostra fotografica interamente dedicata al lavoro di Pierre Verger (1902-1996), realizzata in collaborazione con la Fondazione Pierre Verger di Salvador di Bahia.

Con la mostra “C’era una volta il ’48” curata dal critico e storico del cinema Orio Caldiron, e inaugurata dal Presidente Emerito della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, il Festival Internazionale del Film di Roma ripropone al pubblico le vicende cinematografiche dell’anno con particolare riferimento all’affermazione dei maggiori registi e attori, al delinearsi dei generi in ripresa o in formazione, agli incontri sui set, al rapporto con gli avvenimenti più importanti della vita politica nazionale, come le firme della nostra Costituzione Repubblicana. La mostra “Cento immagini di Dino Risi” – curata da Reporters Associati – è l’omaggio del Festival Internazionale del Film di Roma a Dino Risi, recentemente scomparso.

Infine, il settimanale Topolino presenterà al pubblico una mostra con illustrazioni originali del maestro Cavazzano, per ricordare le celebri parodie a fumetti dei capolavori della storia del cinema.

Una grande festa aperta a tutti, dal titolo Be Brazilian, inaugurerà la terza edizione del Festival. L’evento si svolgerà a Piazza Navona e vedrà la partecipazione di circa quaranta artisti, musicisti e danzatori che daranno vita ad uno spettacolo ispirato alle tradizioni carnevalesche degli afro-blocos del nord-est brasiliano e alle dolci armonie della musica popolare brasiliana. La regia è di Arto Lindsay, musicista geniale ed eclettico, e le scenografie di Ernesto Neto, tra i più significativi protagonisti della scena artistica contemporanea. Con la partecipazione eccezionale di Gal Costa, che insieme alle bande marcianti, Ilê Aiyê e Spok Frevo Orchestra, regalerà alla piazza romana un indimenticabile carnevale d’autunno.

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