Italia
Marco Beltrandi, parlamentare radicale eletto nelle file del Pd e componente della commissione di Vigilanza sulla Rai, ha espresso apprezzamento per “…la mobilitazione preannunciata dall’Usigrai e dai cdr Rai (fissata per martedì 7 ottobre) sulla vicenda del mancato insediamento della commissione di Vigilanza sulla Rai. E’ ciò che auspicavo da tempo – sottolinea in una nota – e che ritengo persino tardivo rispetto ad una vicenda che mette seriamente a repentaglio il futuro della Rai, del servizio pubblico radiotelevisivo e della libertà di informazione“.
“E questo sarà tanto più vero – ha detto ancora Beltrandi – quanto più si tradurrà in effettive iniziative continuate di informazione, anche sul servizio pubblico radiotelevisivo, sui due gravi vulnus costituzionali in corso nel nostro paese: oltre al mancato insediamento della commissione, la mancata elezione da parte delle Camere di un giudice della Corte Costituzionale. E sulle gravi iniziative non violente in corso e preannunciate da Marco Pannella”.
Per Beltrandi, “…anche da questo, se non soprattutto da questo, possono dipendere le sorti della lotta politica in corso“, per “…affermare il principio per il quale la legalità e le istituzioni costituzionali devono essere nelle condizioni di massima funzionalità in tempi certi e, secondo Costituzione, a prescindere dagli accordi (o non accordi) tra i partiti”.
E sul nome di Beltrandi si è concentrata la maggioranza, che non intende accettare la proposta dell’opposizione che vorrebbe il portavoce di Idv, Leoluca Orlando, a capo della Vigilanza.
“…Io Beltrandi l’ho conosciuto bene quando nella passata legislatura ho svolto il ruolo di presidente della commissione di Vigilanza. L’ho sempre trovato attento, preparato, non settario, una persona competente, quindi ho voluto spezzare una lancia in suo favore, un contributo per superare questa fase di stallo”, ha commentato Mario Landolfi, di An.
Spiegando che “…In più Beltrandi ha un requisito che altri non posseggono: non potrebbe dimettersi, se eletto, per il semplice fatto che ha occupato la commissione parlamentare di Vigilanza per sollecitare i gruppi ad eleggere un presidente. Sarebbe strano se una volta eletto fosse proprio lui a dimettersi”.
Intanto anche Marco Pannella è intervenuto sull’empasse che sta bloccando i lavori della Vigilanza, per commentare le dichiarazioni del presidente del senato Renato Schifani.
Pannella, che al momento ha deciso di interrompere lo sciopero della fame per controlli ma che è pronto a fare quello della sete se nulla cambierà a Palazzo San Macuto, ha sottolineato che quando in buona fede – il che è ancor più grave – il Presidente Schifani risponde “…alla nostra sollecitazione dicendoci che il problema è politico, non istituzionale, e che lui farà le opportune pressioni perché si mettano d’accordo, non si rende conto di proporsi come sensale, come mediatore dell’ignobile mercato delle vacche, perché il Parlamento procederebbe a fare il suo dovere quando la spartizione si fosse perfezionata e consumata. E’ un segnale allarmante”.
“…Il Parlamento – ha detto Pannella – deve convocarsi su un preciso ordine del giorno: l’adempimento dell’obbligo dovuto dalla Costituzione, cioè eleggere, dare pienezza costituzionale e direi anche morale a due istituzioni essenziali: la Corte Costituzionale e la Commissione di Vigilanza Rai”.
Il leader radicale ha dunque spiegato: “…interromperò lo sciopero della fame per fare le verifiche necessarie sul mio stato di salute, per iniziare subito dopo uno sciopero della sete”.
Dalla sua Antonio di Pietro, leader di Italia dei Valori, tornando sulle polemiche seguite alle sue dichiarazioni sul presidente della Repubblica a proposito dell’elezione del presidente della Vigilanza Rai e della nomina del giudice mancante della Corte costituzionale, ha commentato: “…Pigliatevela pure con me, però il problema resta”.
“…Al Presidente della Repubblica ho detto che oltre agli inviti al dialogo, sarebbe stato meglio usare gli strumenti formali – ha concluso Di Pietro – per far sì che il Parlamento faccia il suo dovere e tutti si sono scatenati contro di me”.
Martedì in Vigilanza per ben due volte è venuto a mancare il numero legale. Ora si attende che i presidenti di Camera e Senato fissino un nuovo calendario di votazioni.
Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha lanciato un appello ai presidenti dei Gruppi della maggioranza, perché “…mettano il Parlamento nella condizione di poter adempiere a un suo preciso dovere quale è la costituzione di un organismo di controllo e garanzia”.
Per Fini, “…Il perdurare della assenza dei parlamentari di maggioranza e la conseguente impossibilità di raggiungere il numero legale per l’elezione del presidente, rendono di fatto inutile la convocazione a oltranza della commissione di vigilanza Rai. E’ una situazione che rischia di mortificare le Istituzioni parlamentari”.
L’assemblea degli azionisti della Rai, nel frattempo, ha aggiornato la riunione a lunedì prossimo 6 ottobre alle ore 12.
L’assemblea deve nominare il nuovo Cda ma non può farlo finché la commissione parlamentare di vigilanza non indicherà i nomi dei consiglieri di sua competenza.