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Via la carta dalla PA: entro 2 anni gli uffici pubblici dovranno comunicare solo in digitale

Italia


Entro il 2010, la pubblica amministrazione annullerà il consumo di carta per comunicare soltanto attraverso gli strumenti digitali.

È quanto affermato dal ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto ‘Scuola e Università in rete’ avviato assieme al ministero dell’Istruzione Mariastella Gelmini.

 

Un obiettivo ambizioso, quello della totale eliminazione della carta dagli uffici pubblici, che rientra nell’ambito di un protocollo d’intesa già attivo e che sarà implementato tra la fine di quest’anno e l’anno prossimo.

 

Si parte dallo stanziamento di 21 milioni di euro per la realizzazione di servizi online e wi-fi nella scuola, per proseguire – ha spiegato Brunetta – con operazioni simili per “la sanità, le politiche sociali, i giovani, il turismo” e arrivare entro 15 mesi alla digitalizzazione della Pubblica amministrazione.

 

Il cosiddetto ‘Piano industriale dell’innovazione’ ha quindi spiegato il ministro Brunetta, prevede 60 convenzioni con le amministrazioni centrali, le regioni e le città capoluogo in vista dell’armonizzazione delle anagrafi e del controllo della spesa, dello sviluppo e della diffusione dei sistemi di pagamento di servizi e tributi attraverso internet, dei sistemi per migliorare il livello di sicurezza nella città (videosorveglianza intelligente), l’infomobilità e l’assistenza anche in remoto agli anziani.

Il Piano prevede inoltre la delega sulle modifiche del Codice dell’amministrazione digitale (CAD), sul certificato medico on-line, la ricetta elettronica, la pubblicità online su siti informatici istituzionali, la carta di identità elettronica (CIE)/ carta nazionale dei servizi (CNS), l’effettiva attivazione VoIP (Voice over IP), il sistema pubblico di connettività (SPC), la firma digitale, la dematerializzazione e conservazione documenti, i pagamenti elettronici, la fattura elettronica e gli albi on line.

 

Si tratta, ha concluso il ministro, di passare “dalla logica dell’offerta a quella della domanda, dalla logica dei prototipi a quella dei servizi per i cittadini e le imprese, da 1.000 progetti costruiti sulla logica dell’offerta a 60 convenzioni costruite sulle esigenze della domanda”.

 

A oggi, sono ancora troppi i fogli di carta che si stampano ogni anno negli uffici – 110 miliardi, di cui la metà viene cestinata nel giro di trenta minuti – senza contare il risparmio economico che potrebbe derivare dalla gestione digitale di documenti quali le raccomandate: una raccomandata tradizionale costa venti euro circa e richiede tempi di trasmissione di giorni, mentre con la Pec (Posta elettronica certificata) il costo sarebbe ridotto a due euro, con in più il vantaggio della trasmissione istantanea.

Con la gestione elettronica delle pratiche inoltre occorre ricordare che per aprire una nuova impresa i tempi si possono ridurre a un giorno.

Con l’introduzione della fattura elettronica – ogni anno in Italia vengono emesse dai 2,5 ai 3 miliardi di fatture – il risparmio stimato è compreso tra i 14 e i 18 miliardi di euro l’anno.

 

L’eliminazione della carta dai pubblici uffici consentirebbe dunque non solo di rendere maggiormente efficienti le amministrazioni – attraverso l’eliminazione dei registri cartacei, la diminuzione degli uffici di protocollo, la razionalizzazione dei flussi documentali – ma anche di migliorare la trasparenza della PA attraverso strumenti che rendano più semplice e immediato l’accesso allo stato dei procedimenti e ai relativi documenti da parte di cittadini e imprese.

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