Impegni Telecom Italia: Mediaset pensa all’IPTV e consiglia modello Openreach per la gestione della rete  

di Raffaella Natale |

Italia


Mediaset

Mediaset, per mano di Gina Nieri, prende posizione sugli impegni di Telecom Italia e scrive all’Agcom.

Nella lettera, la società fa presente che il gruppo tlc ha individuato tre obiettivi che dovrebbero essere garantiti dalle soluzioni proposte.

 

In particolare, gli impegni:  

  • sarebbero garanzia di una maggiore parità di trattamento tra le divisioni commerciali di Telecom e gli operatori terzi nell’accesso ai servizi di rete offerti da Open Access (la funzione per l’erogazione dei servizi di accesso alla rete);

  • consentirebbero una maggiore trasparenza nei confronti degli operatori in merito all’evoluzione della rete fissa di Telecom;

  • potrebbero soddisfare gli operatori e i loro clienti finali attraverso concreti interventi per lo sviluppo e il miglioramento della qualità della rete e dei servizi.

A garanzia del raggiungimento degli obiettivi indicati viene individuato un Organo di Vigilanza, con membri di nomina Telecom, che sarebbe incaricato di vigilare sulla corretta esecuzione degli impegni.

 

La Nieri sostiene che per Mediaset l’obiettivo primario a cui i soggetti interessati, ovvero il titolare della rete, gli utilizzatori e l’Autorità di settore, debbano tendere è la creazione di un’effettiva concorrenza nel settore delle tlc fisse, perseguibile solo garantendo una sostanziale parità di accesso alla rete a tutti gli operatori, a condizioni trasparenti e non discriminatorie.

 

Tale obiettivo – scrive la Nieri – a cui tendono sia la disciplina generale di tutela della concorrenza, sia la regolazione specifica contenuta nel Codice delle comunicazioni elettroniche e nelle fonti comunitarie, non è stato, ad oggi, sostanzialmente raggiunto, nonostante la regolazione della rete telefonica fissa abbia ormai quasi raggiunto i due decenni, ed una nuova generazione di “direttive telecom” si trovi in avanzata fase di redazione”.

 

La manager ricorda quindi la significativa casistica di provvedimenti dell’Antitrust che, a suo dire, dimostra “la palese difficoltà di garantire la parità di accesso alla rete e la non discriminazione, in particolare mediante impegni di natura comportamentale”.

 

Per la Nieri, “impegni di natura comportamentale, quali quelli proposti da Telecom, dovrebbero risultare complementari e non sostitutivi, rispetto ad una piena separazione strutturale, che riguardi sia la governance, sia, soprattutto, la gestione commerciale delle reti”.

 

Sebbene la proposta di impegni contenga alcune misure atte a produrre una maggiore parità di trattamento verso gli operatori terzi quali: la creazione all’interno di Open Access di un meccanismo di “coda unica“, che assicuri parità di trattamento interna-esterna nella fornitura dei servizi di accesso alla rete; un sistema di monitoraggio delle performance dei servizi erogati da Open Access, a garanzia di parità di trattamento versus Telecom/Operatori e la comunicazione all’Autorità e agli operatori dei piani tecnici per la qualità e lo sviluppo della rete fissa di accesso; la stessa non risolve, secondo il parere di Mediaset, gli impedimenti sostanziali a un’effettiva parità nelle condizioni di accesso alla rete.

 

Il principale limite della proposta di impegni, nell’ottica di un’efficace garanzia della parità di trattamento, è rappresentato dal fatto che la gestione del rapporto con gli operatori terzi (definizione delle offerte commerciali, dei livelli di servizio e di assistenza) nell’acquisto dei servizi di accesso alla rete rimane in capo al gruppo Telecom, fungendo Open Access da semplice gestore tecnico e manutentore della rete.

 

L’effettiva apertura della rete – dice ancora la Nieri – richiede la creazione di una funzione autonoma, sul modello inglese di Openreach (gruppo BT), dove è stata creata una struttura organizzativa gestita da un management indipendente dal resto del gruppo, a cui è affidata la responsabilità non solo della gestione tecnica dell’infrastruttura di rete, ma anche dei rapporti commerciali con gli utilizzatori dei servizi di accesso, con un proprio conto economico e una governance a sé stanti, e strettamente vincolata negli scambi informativi col resto del gruppo.

 

Tale funzione, per Mediaset, dovrebbe garantire l’accesso, a condizioni trasparenti e non discriminatorie, non solo all’ultimo miglio, ma all’infrastruttura di rete di Telecom nel suo complesso, inclusi gli annessi servizi di rete fra i quali l’utilizzo della stessa per trasmissioni IPTV (Internet Protocol Television).

“Solo in tal modo verrebbe promossa una reale concorrenza nel mercato delle tlc fisse, con l’ingresso di nuovi operatori, anche virtuali, che avrebbero l’effettiva possibilità di competere efficacemente sul mercato, pur non essendo dotati di un’infrastruttura di rete propria”.

 

La creazione di una funzione indipendente sul modello Openreach è auspicabile anche nell’ottica di favorire il rapido sviluppo di una rete di nuova generazione (NGN) aperta; l’accesso alla quale sarebbe garantito a tutti gli operatori da condizioni paritarie di costo (listino unico) tali da consentire di finanziare l’attività e la crescita della NGN.

 

A questo proposito – commenta la Nieri – va segnalata la necessità di includere le reti di nuova generazione dell’ambito degli impegni o dei rimedi che saranno definiiti dall’Autorità: in caso contrario, esiste infatti il rischio che l’impossibilità di accedere a tali reti in maniera non discriminatoria generi una barriera all’ingresso di nuovi operatori nei mercati dei servizi più innovativi che possono essere prestati attraverso la rete, riproducendo in questo nuovo ambito tecnologico le medesime problematiche di ordine concorrenziale che hanno caratterizzato i mercati della telefonia fissa.

 

E ancora, per la manager di Mediaset ulteriori profili di inadeguatezza degli impegni sono rappresentati dal fatto che non viene individuato e stabilito un “listino” dei prezzi trasparente applicabile a tutti coloro che acquistano servizi di accesso, incumbent compreso, in modo che impedisce ogni verifica ex post del rispetto della parità di trattamento; inoltre, l’organo di Vigilanza non garantisce una adeguato livello di indipendenza essendo costituito da membri tutti nominati da Telecom.

 

“Si ricorda, sul punto, che la terzietà dell’organo incaricato di assicurare il rispetto degli impegni è un aspetto essenziale di valutazione dell’effettività degli stessi, come mostrato dall’intera casistica antitrust comunitaria (per limitarci, ad esempio, si pensi al caso degli impegni assunti dal gruppo News Corp in occasione dell’acquisizione della società Telepiù, la cui verifica, in caso di contenzioso, è di competenza di codesta Autorità)”.

 

La Nieri chiude la lettera, commentando che in ogni caso “si evidenzia che sarebbe oltremodo inopportuna e prematura l’approvazione oggi degli impegni assunti da Telecom oggetto di questa consultazione, in pendenza delle imminenti decisioni sulle sorti della separazione strutturale dells rete e svincolata da tali decisioni”.

 

 

 

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