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Caso La7: la Cgil risponde a Stella, ‘Se si perdono 500 mila euro al giorno, si rifletta sull’azienda e non sul personale’

Italia


Il direttivo dell’Associazione stampa romana esprime in una nota “…grande preoccupazione per quello che sta avvenendo a La7, una vertenza che rischia di pesare anche sulla trattativa per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro“. Per Stampa romana, “…i 25 licenziamenti collettivi annunciati – del tutto ingiustificati in un’emittente che non riduce, ma amplia l’offerta informativa avvalendosi di colleghi esterni alla redazione del tg – rischiano di creare un precedente pericolosissimo e inaccettabile per tutta la categoria”.

 

Per questo l’Asr, “…di concerto con la Federazione nazionale della stampa italiana, si attiverà in ogni sede non soltanto perché i licenziamenti non siano attuati, ma perché venga invece rilanciata la presenza di un’emittente fondamentale nel già compresso e asfittico panorama televisivo nazionale”. Stampa romana “…stigmatizza l’atteggiamento intimidatorio tenuto dall’amministratore delegato Giovanni Stella nei confronti del comitato di redazione, anche in occasione della comunicazione dei licenziamenti, e condanna il comportamento del direttore del telegiornale Antonello Piroso, che ha sottoscritto l’anomalo piano di ristrutturazione e si è rifiutato di incontrare il cdr”.

 

Dalla sua, Stella ha cercato di spiegare il perché di questa scelta, sostenendo che “…Ogni giorno che questa ‘bottega’ apre i battenti, la rete perde 500 mila euro: questo fa capire l’importanza di interventi. E poiché sappiamo che nelle aziende non ci sono riserve indiane, questi interventi riguardano anche le testate”.

Stella ha sottolineato che TI Media “…è quotata in Borsa e gli amministratori hanno il compito di fare quello che il mercato si attende venga fatto, e non credo che il mercato si attenda di perdere ogni giorno mezzo milione di euro, e questo discorso non può non coinvolgere anche i giornalisti”.

 

A Stella ha risposto Emilio Miceli, segretario generale Slc/Cgil. In una nota, ha precisato: “Se è vero, come affermato dall’amministratore delegato Stella, che La7 perde cinquecentomila euro al giorno, è chiaro che ci troviamo di fronte ad una situazione pesante su cui è necessario un confronto di merito, serio sull’insieme dell’attività dell’azienda e non solo sul personale. Lo diciamo perché non è chiara ancora quale sia la vera direzione di marcia che il management vuole intraprendere”.

Si taglia tra i giornalisti; si tagliano format importanti e di successo; si annuncia la soppressione del settore tele cineoperatori.

“Si ha la sensazione, dunque, – ha aggiunto Miceli – che il management abbia perso di vista il tema centrale per una emittente: quello di investire per aumentare gli ascolti e dunque gli introiti pubblicitari. Lo diciamo perché La7 per anni ha accettato di non interferire con la legge ferrea del duopolio per scelta politica, ed oggi avvia un piano di ristrutturazione che magari farà risparmiare, ma che al contempo rischia di indebolirla sui mercati dell’informazione, della cultura e dell’intrattenimento. Per questi motivi è necessario che il confronto avvenga contemporaneamente sul piano industriale e sulle scelte editoriali ed è necessario che a quel tavolo siano presenti tutte le componenti sociali ed imprenditoriali dell’azienda”.

 

Nei giorni scorsi, il comitato di redazione della testata ha indirizzato una lettera al presidente di TI Media, Bernardino Libonati, al presidente del collegio sindacale, Giovanni Fiori, e ai consiglieri di amministrazione dell’azienda per segnalare “…la grave violazione del Codice etico di condotta del gruppo Telecom Italia da parte dell’amministratore delegato dott. Giovanni Stella .

 

Nella lettera – inviata al direttore generale di Ti Media, Marco Ghigliani, perché la inoltri ai destinatari – il cdr cita in particolare un’affermazione fatta da Stella il 23 settembre, durante l’incontro tra l’organismo sindacale e i vertici aziendali per la comunicazione dell’avvio della procedura del licenziamento di 25 giornalisti. In quell’occasione, si legge nella lettera, “il dott. Stella ha affermato che ‘… naturalmente qualora l’eventuale azione sindacale di sciopero prevedesse il blocco del commento delle partite di calcio, il numero degli esuberi tra i giornalisti aumenterebbe’”. Per il cdr, tale dichiarazione “…rappresenta una esplicita minaccia al comitato di redazione e ai giornalisti di La7 che danneggia pregiudizialmente le relazioni sindacali, colpisce il principio del diritto di sciopero, può prefigurarsi come un palese atto di comportamento antisindacale'” e “viola inoppugnabilmente” il Codice etico aziendale, in particolare l’articolo 2, che stigmatizza il ricorso a comportamenti “illegittimi o comunque scorretti” per “raggiungere i propri obiettivi economici“. Inoltre “i continui e ripetuti giudizi denigratori delle capacità professionali del corpo redazionale di La7 espressi dal dott. Stella” appaiono, a giudizio del cdr, contrari all’articolo 4 del Codice etico, che riconosce la “centralità delle risorse umane” e tutela “il rispetto dei diritti dei lavoratori”.

 

Per le segreterie nazionali dei sindacati dei lavoratori della comunicazione Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil, l’annuncio di TI Media “…desta preoccupazione, anche rispetto alle prospettive che potrebbero configurarsi per tutti i lavoratori”.

 

Solidarietà ai giornalisti di La7 è giunta da tutte le parti. La Federazione europea dei Giornalisti (Efj) si è schierata contro per il piano di licenziamenti e in una nota esprime sostegno alla staff e ai sindacati della Tv che “…sta affrontando una campagna di licenziamenti senza precedenti, con il taglio di oltre un quarto della sua forza lavoro”.

“…Non solo questi massicci licenziamenti stanno avvenendo senza preavviso ma pongono anche un serio problema di pluralismo nei media italiani”, ha detto nel comunicato il presidente dell’Efj, Arne Koenig.

 

Anche l’Ugl dà il proprio appoggio ai 25 giornalisti. Il segretario generale, Renata Polverini, ha sottolineato: “…ho avuto modo di esprimere personalmente ai giornalisti coinvolti la preoccupazione per quanto sta accadendo in azienda e la solidarietà dell’Ugl, pronta fare la propria parte affinché si possa aprire un tavolo di confronto a tutela dei livelli occupazionali e della professionalità della categoria, anche a salvaguardia del pluralismo e della qualità dell’informazione”.

 

Per Carlo Verna, segretario nazionale dell’Usigrai, “…la crisi de La7 non è una questione solamente occupazionale, ma un’ulteriore lesione del pluralismo televisivo, violato da troppo tempo a causa principalmente del conflitto d’interesse”.

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