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Web 3.0: la Ue riuscirà a essere leader dell’internet ‘degli oggetti’? La Commissione apre consultazione

Unione Europea


Internet di prossima generazione? L’Europa vuole essere leader del settore e ha già pianificato una serie di interventi per far fronte alla prossima ondata di servizi e tendenze del Web 3.0: dall’evoluzione del social networking alle etichette intelligenti, dai servizi aziendali online alla nomadizzazione del GPS e della Mobile Tv.

 

Per affrontare questa sfida, partendo dalla posizione di vantaggio conquistata grazie alle politiche sulla liberalizzazione, sulla concorrenza e sulla privacy, la Ue ha quindi lanciato una consultazione pubblica incentrata sia sulle politiche pubbliche attuate e in fase di  realizzazione che sui possibili interventi nel settore delle forze private.

 

Ma quali sono le peculiarità della nuova generazione di servizi internet?

Innanzitutto, ha spiegato il commissario Viviane Reding, il Web 3.0 abbatterà le divisioni tra mobile e fisso e permetterà di dedicarsi a qualsiasi attività, sia essa ludica o lavorativa, da qualunque posto in qualsiasi momento.

Una rivoluzione che “cambierà radicalmente la nostra società”, ha detto la Reding e in cui la Ue potrà giocare un ruolo decisivo mettendo a massimo regime le proprie competenze e capacità.

“Dobbiamo far sì – ha aggiunto il commissario – che il Web 3.0 sia fatto e utilizzato in Europa.”.

 

Secondo i dati forniti dalla Commissione, alla fine dello scorso anno, la metà degli europei aveva accesso a una banda larga di oltre 2 megabit per secondo, cioè il doppio della velocità del 2006. La banda larga, inoltre, è arrivata a coprire il 70% delle aree rurali del 27 Paesi Ue.

 

Esistono, tuttavia, notevoli differenze di penetrazione e qualità del servizi tra un Paese Ue e un altro e per questo la comunicazione della Commissione è stata accompagnata da un ‘Indice di prestazione della banda larga’, che mette a confronto il livello di concorrenza, copertura, velocità e qualità dell’accesso Internet in tutta Europa.

 

Secondo questo indice, sono Svezia e Paesi Bassi i leader nella Ue, grazie alla realizzazione di un contesto pro-concorrenziale e alle competenze maturate da cittadini e imprese nell’utilizzo delle tecnologie più avanzate.

 

“Al contrario, una scarsa concorrenza può frenare gli investimenti nel settore delle tecnologie avanzate e mantenere i prezzi elevati”, sottolinea dunque la Commissione che ha individuato nella mancanza di competenze digitali, nella scarsa diffusione dei computer e negli insufficienti stanziamenti per le tecnologie ICT” ulteriori ostacoli allo sviluppo del web 3.0.

 

Tra gli ambiti più promettenti del web 3.0, ha spiegato ancora la Commissione, vi sono le applicazioni legate al cosiddetto ‘Internet degli oggetti‘: in questa nuova fase di sviluppo, internet non collegherà infatti soltanto computer e terminali di comunicazione, ma anche quasi tutti gli oggetti appartenenti al nostro vivere quotidiano: dai vestiti ai veicoli ai beni di consumo.

 

Innovazioni quali le etichette RFID, che pure stanno suscitando molta preoccupazione per le implicazioni sulla privacy, segnano l’alba di un nuovo futuro hi-tech in cui gli ‘utenti’ delle reti saranno miliardi e non per forza saranno gli ‘umani’ i maggiori produttori e destinatari di questo traffico.

La maggior parte degli scambi avverrà tra oggetti inanimati e, attraverso l’integrazione di trasmettitori mobili a corto raggio nei gadget e negli oggetti che popolano la nostra vita quotidiana, si creerà un ‘Internet degli oggetti’ molto variegato e complesso che sfocerà in un modo di comunicare completamente nuovo.

Entro il 2015, secondo le proiezioni della Commissione, saranno oltre un miliardo i telefonini dotati di tecnologie per i pagamenti contactless, altro settore in cui la Ue si trova a inseguire altre economie, quelle asiatiche in particolare.

 

Per recuperare questo evidente gap bisogna però investire, e molto, nella banda larga super veloce, nella ricerca e nell’innovazione: investimenti che dovranno vedere in prima fila non solo le imprese, ma anche le autorità locali che dovranno agevolare il compito del settore privato privilegiando politiche favorevoli all’accesso alle condutture, all’installazione di cavi a fibre ottiche nel corso delle opere civili. Alle autorità locali anche il compito, conclude la Commissione, “di garantire la concorrenza nel settore, evitare indebite restrizioni alla possibilità di scelta offerta ai consumatori, salvaguardare la fiducia dei consumatori nell’uso di Internet e finanziare la ricerca sui servizi Internet di domani”.

 

Un compito arduo, insomma, ma che in un periodo di evidente crisi economica potrà consentire all’Europa di primeggiare in un settore, quello delle nuove tecnologie, che se supportato e sviluppato adeguatamente potrà anche trovare nuove soluzioni per garantire il benessere e il progresso globale.

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