Social networking: la Ue in campo per garantire maggiore protezione ai minori e stimolare nuove opportunità per l’industria

di Alessandra Talarico |

La Gran Bretagna istituisce intanto nuova Authority di vigilanza per tutelare i bambini da contenuti inappropriati.

Unione Europea


MySpace.com

I siti di social networking come MySpace e FaceBook rappresentano una realtà economica e sociale in forte espansione: negli ultimi anni, l’uso delle cosiddette ‘reti sociali’ è cresciuto del 35% in Europa, mentre il numero di utenti regolari è previsto in vertiginoso aumento, dai 41,7 milioni attuali a 107,4 milioni nei prossimi quattro anni.

 

L’universo del social networking è stato analizzato, nel corso del Forum Safer Internet di Bruxelles, anche dal Commissario Ue ai media Viviane Reding, che ha sottolineato l’importanza dell’auto-regolamentazione del settore e la necessità di meglio salvaguardare i dati e la privacy dei minori che frequentano i siti sociali.

 

Ma qual è l’importanza dei siti di networking sociale in Europa?

Gli utenti europei, secondo i dati forniti da Comscore.com, trascorrono mediamente 3 ore al mese sui siti di social networking, con punte di 5,8 ore nel Regno Unito (in Italia la media è di 1,8 ore) mentre, accanto ai siti ‘storici’ Usa come MySpace e FaceBook, anche quelli europei come il finlandese Habbo Hotel (80 milioni di registrazioni) e i britannici Badoo e FaceParty (con un’audience combinato di 15 milioni di utenti), cominciano a ritagliarsi ampie fette di mercato.

 

La Commissione ritiene che, alla luce della natura aperta e della forte interattività e diversità culturale offerta, i siti di social networking possano servire diverse fasce di pubblico con uno sforzo finanziario relativamente minimo e contribuire, in ultima analisi, alla realizzazione di nuove opportunità economiche per l’industria europea.

 

“Servizio clienti, pubblicità, industria mobile, risorse umane, intrattenimento sono solo alcuni settori che sono stati modificati dalla crescita dei siti di social networking”, ha spiegato la Reding, sottolineando però che il cambiamento più evidente è rappresentato dalla loro influenza sul modo in cui le persone gestiscono i loro contatti sociali.

“Che si tratti di mantenere e rafforzare le relazioni esistenti o fare nuove amicizie on-line, i siti di social networking svolgono un ruolo di crescente importanza nel modo in cui le persone restano in contatto e organizzano la loro vita sociale”, ha aggiunto il Commissario.

 

Il Forum Safer Internet si è incentrato sul rapporto tra questi siti e i minori, anche sulla base dei risultati di una consultazione pubblica sull’argomento, ma la Ue si sta muovendo anche su altri ambiti: nel corso di quest’anno – al fine di incoraggiare l’autoregolamentazione in materia di networking sociale – la Commissione ha convocato una Task Force e tenuto due riunioni con 17 operatori di siti di social networking utilizzati da minori di 18 anni (MySpace, Facebook, YouTube, Bebo, Hyves, StudiVZ, e Skyrock), coinvolgendo anche ricercatori e associazioni.

 

L’obiettivo è quello di concordare e far adottare linee guida volontarie per l’uso di questi siti da parte dei minori e la Commissione si presta come ‘ponte’ tra l’industria e le altre parti in causa.

 

Sul versante delle possibilità di business offerte dal social networking, la Commissione sottolinea che questi siti possono offrire numerosi vantaggi per istituzioni pubbliche e professionali e per la società nel suo complesso: “vista la popolarità dei servizi di social networking tra professionisti, giovani e pensionati per la condivisione di foto, storie e notizie, per i contatti personali e l’organizzazione della vita sociale e lavorativa, è chiaro che i essi rappresentano un’ottima opportunità per l’industria europea, sia grazie al miglioramento delle relazioni con i clienti e delle comunicazioni interne, che come un business in sé”.

 

I vantaggi sono evidenti sia per le aziende hi-tech che per le piccole imprese, che possono così attirare i clienti e promuovere la loro attività oltre i confini nazionali.

 

Ma, si chiede la Ue, quali sono i rischi connessi a un maggiore uso dei siti di social networking?

 

L’età degli internauti è effettivamente diminuita negli ultimi anni. I bambini di 9-10 anni si collegano più volte alla settimana; i ragazzi tra 12-14 anni di età generalmente utilizzano Internet mediamente da 1 a 3 ore ogni giorno. Una delle loro attività principali è la comunicazione tramite chat, instant messaging e siti di social networking.

 

A questo aumento del tempo passato online si associano diversi rischi: dal grooming (tecnicamente l’adescamento da parte di adulti che si fingono ragazzini) ai contenuti inappropriati, dall’abuso dei dati personali o di informazioni riservate al cyber-bullismo. Secondo uno studio danese, il 31,5% dei ragazzi tra 12 ai 18 anni ha affermato di aver avuto brutte esperienze su Internet. Nel 70,1% dei casi, si trattava di messaggi provenienti da sconosciuti.

Un fenomeno così preoccupante da spingere il Governo britannico a istituire una nuova autorità di vigilanza per tutelare i bambini da contenuti inappropriati quali possono essere quelli ospitati su siti inneggianti al suicidio, al bullismo o alla pornografia. 

L’Autorità, battezzata UK Council for Child internet Safety (UKCCIS), riunirà istituzioni pubbliche e private e stabilirà un codice di condotta per quei siti – come il sempre più popolare YouTube – che  permettono agli utenti di postare propri videoclip o messaggi.

Oltre a organizzare un’azione mirata ed efficace contro i siti illegali con contenuti dannosi, l’Autorità perseguirà anche i giochi violenti e promuoverà le pubblicità online responsabili.

All’iniziativa prenderanno parte attiva anche le web company coinvolte in prima linea nel business del social networking: BT, Facebook, Google, Microsoft, News Corp, Vivendi, Yahoo!, Tiscali e Vodafone.

 

Gli stessi siti di social networking, del resto, hanno già messo in atto diverse misure per proteggere i minori: dallo screening al controllo parentale. Molti siti utilizzano già sistemi per segnalare contenuti indesiderati e inadeguati o comportamenti illeciti, come il cyberbullying e il grooming.

La maggior parte dei siti di social networking, inoltre, utilizza una combinazione di sistemi di moderazione, con tanto di personale adeguatamente preparato a gestire diversi tipi di situazioni.

 

Tuttavia, è importante mettere in pratica anche altri sistemi di protezione, per consentire ai ‘nativi digitali’ – cioè i ragazzi cresciuti a pane e internet – di poter navigare senza alcun pericolo. Tra questi la Commissione cita i sistemi di verifica dell’età e i codici di autoregolamentazione.

 

In occasione del prossimo Safer Internet Day, il 10 febbraio 2009, la Ue spera di poter ‘inaugurare’ le nuove linee guida attualmente in fase di discussione, insieme a una campagna informativa sui potenziali rischi che bambini e giovani possono correre su internet.

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