Italia
Continuano le agitazioni nella redazione di La7 dopo l’annuncio di un piano di riorganizzazione che contempla 25 licenziamenti tra i giornalisti.
Il comitato di redazione della testata ha indirizzato una lettera al presidente di Ti Media, Bernardino Libonati, al presidente del collegio sindacale, Giovanni Fiori, e ai consiglieri di amministrazione dell’azienda per segnalare “…la grave violazione del Codice etico di condotta del gruppo Telecom Italia da parte dell’amministratore delegato dott.
Nella lettera – inviata al direttore generale di Ti Media, Marco Ghigliani, perché la inoltri ai destinatari – il cdr cita in particolare un’affermazione fatta da Stella il 23 settembre, durante l’incontro tra l’organismo sindacale e i vertici aziendali per la comunicazione dell’avvio della procedura del licenziamento di 25 giornalisti. In quell’occasione, si legge nella lettera, “il dott. Stella ha affermato che ‘… naturalmente qualora l’eventuale azione sindacale di sciopero prevedesse il blocco del commento delle partite di calcio, il numero degli esuberi tra i giornalisti aumenterebbe’”. Per il cdr, tale dichiarazione “…rappresenta una esplicita minaccia al comitato di redazione e ai giornalisti di La7 che danneggia pregiudizialmente le relazioni sindacali, colpisce il principio del diritto di sciopero, può prefigurarsi come un palese atto di comportamento antisindacale'” e “viola inoppugnabilmente” il Codice etico aziendale, in particolare l’articolo 2, che stigmatizza il ricorso a comportamenti “illegittimi o comunque scorretti” per “raggiungere i propri obiettivi economici“. Inoltre “i continui e ripetuti giudizi denigratori delle capacità professionali del corpo redazionale di La7 espressi dal dott. Stella” appaiono, a giudizio del cdr, contrari all’articolo 4 del Codice etico, che riconosce la “centralità delle risorse umane” e tutela “il rispetto dei diritti dei lavoratori”.
Per le segreterie nazionali dei sindacati dei lavoratori della comunicazione Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil, l’annuncio di TI Media “…desta preoccupazione, anche rispetto alle prospettive che potrebbero configurarsi per tutti i lavoratori”.
“Nell’esprimere piena solidarietà ai colleghi giornalisti coinvolti in questa vicenda, della quale auspicano una positiva soluzione“, Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil “confermano la loro attivazione per l’apertura di un confronto con l’azienda sul nuovo piano industriale di TI Media. In tale occasione si potranno esaminare, nel quadro della generale situazione, le prospettive produttive e occupazionali”‘.
“TI Media va considerata infatti, nell’ambito del gruppo Telecom, come un asset strategico – hanno sottolineato – vista la forte accelerazione dei processi di convergenza digitale che connota sia il settore delle TLC sia quello televisivo”.
Il segretario confederale della Cgil, con delega all’informazione e alla comunicazione, Fulvio Fammoni, si è detto “molto preoccupato per l’occupazione e il pluralismo nei settori dell’informazione, in cui l’insieme delle scelte del governo con i tagli all’editoria, la situazione del servizio pubblico, e le strategie delle aziende, convergono nel creare una condizione in cui si mette contemporaneamente in discussione la sopravvivenza di testate, i livelli occupazionali, il pluralismo e la qualità dell’informazione. E’ tempo per questo – ha concluso Fammoni – di riprendere una forte iniziativa su questi temi, la più ampia, partecipata e plurale possibile”.
Solidarietà ai giornalisti di La7 è giunta da tutte le parti. La Federazione europea dei Giornalisti (Efj) si è schierata contro per il piano di licenziamenti e in una nota esprime sostegno alla staff e ai sindacati della Tv che “…sta affrontando una campagna di licenziamenti senza precedenti, con il taglio di oltre un quarto della sua forza lavoro”.
“…Non solo questi massicci licenziamenti stanno avvenendo senza preavviso ma pongono anche un serio problema di pluralismo nei media italiani”, ha detto nel comunicato il presidente dell’Efj, Arne Koenig.
“Questo canale Tv – prosegue Koenig – è l’unica alternativa a livello nazionale all’emittente pubblica Rai, che è controllata dal governo del primo ministro Berlusconi, e ai canali di diretta proprietà del signor Berlusconi, per questo La7 è un canale molto importante”.
“La7 – si ricorda ancora nel comunicato – è la terza emittente privata in Italia e la sola a non essere di proprietà della Mediaset di Berlusconi. E’ di proprietà dell’ex operatore nazionale per le telecomunicazioni, Telecom Italia, ed è considerato, all’unanimità, il canale più imparziale e indipendente canale nel paesaggio televisivo italiano che è altamente politicizzato”.
Anche l’Ugl dà il proprio appoggio ai 25 giornalisti. Il segretario generale, Renata Polverini, ha sottolineato: “…ho avuto modo di esprimere personalmente ai giornalisti coinvolti la preoccupazione per quanto sta accadendo in azienda e la solidarietà dell’Ugl, pronta fare la propria parte affinché si possa aprire un tavolo di confronto a tutela dei livelli occupazionali e della professionalità della categoria, anche a salvaguardia del pluralismo e della qualità dell’informazione”.
Per Carlo Verna, segretario nazionale dell’Usigrai, “…la crisi de La7 non è una questione solamente occupazionale, ma un’ulteriore lesione del pluralismo televisivo, violato da troppo tempo a causa principalmente del conflitto d’interesse”.
“…L’Usigrai – promette Verna in una nota – sarà vicina ai colleghi della importante emittente nazionale condividendone preoccupazioni e lotte. Della questione discuteremo anche con tutti i rappresentanti sindacali dei giornalisti del servizio pubblico, nell’assemblea dei cdr convocata per il 7 ottobre”.
E dall’Agi, il Cdr esprime piena solidarietà ai colleghi de La7, che si sono astenuti dalle prestazioni audio-video in segno di protesta. Nella delicata vertenza sono in gioco non solo la sopravvivenza di una testata importante e la difesa di numerosi posti di lavoro, ma anche la tutela della libertà di espressione e della pluralità dell’informazione, quotidianamente garantite dalla professionalità della redazione de La7.