Rai e Vigilanza: su susseguono le ipotesi in attesa dell’accordo, ma aumentano gli scontri dentro il Pd. Calabrese o Petruccioli?  

di Raffaella Natale |

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Fumata nera, la dodicesima, per l’elezione del presidente della Commissione di Vigilanza Rai. Il centrodestra ha nuovamente disertato la votazione rendendo nulla la seduta.

Veltroni intanto si è affrettato a smentire quanto era trapelato circa un possibile accordo sottobanco con Berlusconi per superare l’empasse delle nomine, comprese quelle per i vertici Rai.

“…Non ho mai stretto un patto con Berlusconi”, per Orlando alla Vigilanza e il ticket Calabrese – Parisi ai vertici della Rai.

Il leader del Pd ha così voluto sgombrare il tavolo delle illazioni circolate nei giorni della sua assenza da Roma per gli impegni newyorchesi.

La strada per Veltroni resta quella di portare a casa, intanto, l’elezione di Leoluca Orlando alla Vigilanza e quindi insistere sulla riforma della governance Rai per andare all’elezione del nuovo Cda con regole diverse rispetto a quelle della legge Gasparri.

 

La rassicurazione di Veltroni, tuttavia, non ha prodotto la quadratura del cerchio dentro al Pd dove restano linee diverse sulla vicenda che durante la riunione di ieri sono emerse esplicitamente. Fermo restando che tutto il Pd è per tentare di trovare un’intesa con la maggioranza su una riforma della governance, diverse sono le posizioni nel caso in cui l’accordo non venisse raggiunto. Il Pd è a favore di un rinnovamento ed elogia l’ipotesi di Pietro Calabrese contro la continuità rappresentata da Claudio Petruccioli. Per lo meno così appare anche se contraddice la linea che era quella di sostenere a oltranza l’attuale presidente.

 

Ancora più confusione dopo una dichiarazione ufficiale di Goffredo Bettini, numero tre del partito, che ribalta completamente le posizioni precedenti: “Se si dovesse trovare l’accordo per una riforma – ha spiegato Bettini – visto che il Cda della Rai è scaduto e va rinnovato, allora valuteremo i nostri nomi ma allo stato non abbiamo deciso né i nomi né una graduatoria di nomi”.

E sulla riforma, Bettini è chiaro: “…Avanzeremo la proposta di una riforma di governance che superi l’attuale e renda l’azienda più libera dal controllo dei partiti”.

Poi nella riunione del Pd, Bettini ha attaccato anche il consigliere Carlo Rognoni che, come Fabrizio Morri capogruppo del Pd in Vigilanza, è propenso a riconfermare Petruccioli.

La spiegazione è semplice: “Non si può chiedere il rinnovamento della Rai e l’uscita dei partiti dall’azienda e poi accusare Calabrese di non avere tessere di partito”.

 

Giovanna Melandri nei giorni scorsi era stata tra i più critici di fronte all’ipotesi circolata di un patto Veltroni-Berlusconi su Vigilanza e nuovi vertici Rai. Ieri, dopo la riunione al Pd, il ministro ombra delle Comunicazioni è apparsa rassicurata dalle parole di Veltroni: “Noi attendiamo fiduciosi che il Pdl venga in Commissione per eleggere il presidente della Vigilanza indicato dall’opposizione e siamo convinti che la linea del Pd ribadita oggi al termine della riunione sia la strada giusta per rilanciare il servizio pubblico“.

La linea, spiega, è appunto quella di “…tenere distinti la Vigilanza e il Cda Rai” e infatti “…il vero accordo con la maggioranza deve essere sulla riforma della Rai”. Sulle speranze che l’accordo si possa raggiungere c’è molta cautela. “…Sono scettico – ha osservato Morri – anche perché se si va con la Gasparri, il centrodestra si assicura un controllo politico sulla Rai per sei anni. Il Cda scade infatti tra tre anni e, a meno che si interrompa la legislatura, sarà sempre questa stessa maggioranza a votare il nuovo consiglio di amministrazione”.

 

Paolo Gentiloni è più ottimista: “…Noi proponiamo la riforma della Gasparri e abbiamo visto qualche disponibilità che speriamo si confermi”.

“…Per noi del Pd – ha sottolineato – le priorità sono eleggere Orlando e poi andare a fare una legge per la Rai. Modificati i criteri di nomina del Cda, cercheremo le intese. Gli accordi sono necessari perché sono previsti dalla legge”.

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