Web 2.0: blog e social network in cima alle preferenze degli internauti italiani. Ma attenti alle trappole

di Alessandra Talarico |

Italia


Social network

Secondo una recente ricerca statunitense, i siti di social networking sono più popolari di quelli porno.

Pur con i dovuti distinguo, è tuttavia innegabile la crescente popolarità di tutti quegli strumenti Web 2.0 che permettono agli utenti di interagire e di essere protagonisti e non più fruitori passivi del mondo virtuale.

Una realtà che si consolida anche in Italia, dove si contano oltre 8 milioni di utenti ‘attivi’, persone, cioè, che curano un proprio blog, intervengono alle discussioni sui forum, hanno pagine personali su un sito di social networking, usano feed RSS e tag.

 

È quanto emerge da uno studio sull’utilizzo dei social network in Italia realizzato da feltrinelli.it confrontando i dati forniti da diversi istituti di ricerca (Nielsen, Forrester, Simmaco) con quelli presenti nella propria banca dati.

 

Emerge dallo studio il quadro di una popolazione internet estremamente desiderosa di costruire un proprio spazio personale sul web: su 24,3 milioni di utenti, 3,4 milioni (pari al 14% del totale) hanno realizzato un blog avvalendosi di canali come Splinder o Blogger, altri 4,7 milioni sono iscritti a un sito di socializzazione come MySpace o FaceBook. In controtendenza rispetto al resto del mondo, in Italia MySpace è più popolare del concorrente, con 132 milioni di visitatori unici contro 117 e una percentuale di preferenze pari al 59,5% (2,7 milioni di persone).

FaceBook è invece il sito preferito per 900 mila utenti italiani, seguito dalla community professionale LinkedIn (300 mila preferenze) e da Flickr, Anobii e Badoo, che insieme conquistano 625 mila persone.

 

La ricerca effettuata da Feltrinelli ha in realtà un obiettivo ben preciso: lanciare un nuovo canale del sito internet battezzato Lo Scaffale, dove gli utenti possano confrontarsi e scambiarsi pareri e informazioni sull’ultimo libro letto, o cd ascoltato nella maniera tipica del Web 2.0.

 

“Da un punto di vista sociologico – ha spiegato Fernando Mantovani, Direttore Canale Online laFeltrinelli.it – il web 2.0 rappresenta una possibilità di interazione sociale e di scambio attraverso strumenti e servizi diversi e facilita la costituzione di reti sociali”.

 

Quale strumento migliore, dunque, per attrarre nuovi visitatori e acquirenti se non quello che è riuscito a scalzare il porno dalla vetta delle preferenze del popolo internet?

Secondo una ricerca effettuata da Bill Tancer, direttore generale di Hitwise, negli ultimi 10 anni le ricerche internet relative al porno sono scese dal 20% al 10% del totale, mentre il numero di ricerche relativi ai vari siti di social networking hanno subito una vera e propria impennata.

 

Un mutamento di interessi sorprendente, che secondo Tancer rappresenta uno dei cambiamenti più rapidi e profondi della moderna ‘internet society’: “Trascorrendo così tanto tempo fra YouTube e Myspace i più giovani non hanno altro tempo a disposizione per visitare anche i siti per adulti”.

 

La popolazione – conclude lo studioso – tende sempre più a riversare interessi, passioni e preoccupazioni sul web, che diventa, dunque, lo specchio della società.

Siamo quello che clicchiamo, insomma e questa tesi è testimoniata anche da alcuni evidenti fenomeni, come ad esempio, la crescente popolarità di termini come ‘uragano’ o ‘tempesta tropicale’, rarissimi sui motori di ricerca prima del disastro provocato dall’uragano Katrina, o dal fatto che la parola ‘antidepressivi’ ha un picco crescente durante le festività del giorno del Ringraziamento.

 

Ed è proprio a causa di questa crescente popolarità che i siti di social networking sono un bersaglio sempre più appetibile per gli hacker: la società Websense ha individuato un nuovo attacco di social engineering che sfrutta la popolarità di Facebook, inviando false email che sembrano essere inviate dal dominio facebookmail.com, un dominio ufficiale usato da Facebook per inviare ai propri utenti messaggi di notifica di un evento.

Nello specifico, l’email truffaldina informa che è stata accettata la “richiesta di amicizia” da parte di un altro utente Facebook, ma il file .zip allegato, invece della foto del nuovo amico nasconde un Trojan.

Nell’email è tra l’altro presente un form per accedere alle pagine ufficiali di FaceBook, giusto per rendere ancora più verosimile la truffa.

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