Unione Europea
Nell’ambito di una nuova serie di procedure di infrazione nel settore delle telecomunicazioni, la Commissione, in qualità di custode dei trattati, ha deciso oggi di avviare una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia riguardo all’efficacia del numero unico europeo di emergenza 112.
“Non possiamo essere indulgenti quando è in gioco la sicurezza dei nostri cittadini. Ogni ritardo nell’attuazione del 112 può mettere a rischio la vita e la salute dei viaggiatori”, ha affermato Viviane Reding, Commissario Ue alle telecomunicazioni, che ha invitato l’Italia “a garantire che i centralini di emergenza riservino alle chiamate al 112 un trattamento altrettanto efficace delle chiamate ad altri numeri nazionali di emergenza, in modo che i cittadini europei possano ottenere aiuto in caso di bisogno.”
La normativa comunitaria in materia di telecomunicazioni impone agli Stati membri di garantire che i cittadini possano chiamare gratuitamente il numero unico europeo di emergenza 112 da qualsiasi tipo di telefono sul territorio nazionale; tali chiamate devono inoltre ricevere una risposta e un trattamento adeguati e gli operatori devono fornire ai servizi di emergenza informazioni sulla localizzazione del chiamante.
La Commissione ha inviato all’Italia una lettera di messa in mora avente ad oggetto l’efficacia del trattamento e delle risposte riservati alle chiamate al 112. In numerosi Stati membri, tra cui l’Italia, i vari sistemi di risposta ai servizi di emergenza (in particolare la polizia, le ambulanze, i pompieri e i servizi di salvataggio) sono operati da centralini distinti che usano numeri diversi. Questi Stati membri devono garantire che il trattamento e le risposte alle chiamate al 112 siano efficaci quanto quelli delle chiamate effettuate verso altri numeri nazionali di emergenza.
Ciò non avviene in Italia, in quanto non sempre i centralini del servizio di emergenza a cui giungono le chiamate al 112 sono in grado di trasferire l’utente ai centralini degli altri servizi di emergenza richiesti.
La Commissione ha inoltre deciso oggi di deferire la Bulgaria e la Romania alla Corte di giustizia europea. Prima di questa fase, sono state inviate lettere di messa in mora alla Bulgaria nell’ottobre 2007 e alla Romania nel novembre 2007. Nell’aprile 2008 sono stati inviati ai due paesi pareri motivati – “ultimo avvertimento” previsto da tale procedura – sull’efficace funzionamento del 112. In Bulgaria, il 112 non è ancora operativo a livello nazionale. In Romania, la localizzazione del chiamante, che aiuta i servizi di emergenza a trovare le vittime di infortuni, non è disponibile per tutte le chiamate. Tuttavia, in considerazione delle iniziative attuate da questi due Stati membri per rendere il 112 pienamente operativo entro la fine dell’anno, la Commissione ha deciso di sospendere per tre mesi l’esecuzione della decisione odierna e di concedere loro un’ultima occasione per mettersi in regola. Se fra tre mesi la normativa non sarà ancora pienamente osservata, i fascicoli saranno trasmessi alla Corte di giustizia europea. “Mi auguro che siano scrupolosamente rispettati i numerosi impegni assunti a livello politico dalle autorità bulgare e romene riguardo all’efficace funzionamento del 112. Il termine stabilito per la piena operatività del 112 in tali Stati era il 1° gennaio 2007: pertanto se alla fine dell’anno sussisterà ancora il minimo dubbio sull’osservanza della normativa comunitaria verrà data immediata esecuzione all’odierna decisione di deferire entrambi i paesi alla Corte di giustizia.” ha aggiunto la Reding.
Il 112 è stato introdotto nel 1991, in aggiunta ad altri numeri di emergenza nazionali, per istituire in tutti gli Stati membri un numero di emergenza unico che permetta di accedere più facilmente ai diversi servizi di emergenza. Dal 1998 la normativa dell’UE impone agli Stati membri di garantire che tutti gli utenti di telefonia fissa e mobile possano chiamare gratuitamente il 112. Dal 2003 gli operatori di telecomunicazioni sono tenuti a fornire ai servizi di emergenza informazioni sulla localizzazione di chi chiama il 112.
Dal 2006 la Commissione ha avviato procedure di infrazione nei confronti di 14 Stati membri (inclusi quelli oggetto delle presenti procedure) sul problema della localizzazione del chiamante, nei confronti di due Stati membri sull’indisponibilità del 112 e di uno Stato membro sul trattamento delle chiamate al 112.
In otto casi le procedure riguardanti la localizzazione del chiamante sono state chiuse perché gli Stati membri in questione hanno provveduto a sanare la situazione. La Commissione ha inoltre potuto chiudere una procedura riguardante l’indisponibilità del 112. La Corte di giustizia europea si è già pronunciata su due procedure d’infrazione sul 112, constatando un’infrazione alla legislazione comunitaria per informazioni sulla localizzazione del chiamante solo parzialmente disponibili in Slovacchia (sentenza del 25 luglio 2008) o indisponibili per le chiamate al 112 effettuate da telefoni cellulari in Lituania (sentenza dell’11 settembre 2008). Altre due procedure (Italia e Paesi Bassi) sono tuttora all’esame della Corte, mentre la decisione della Commissione di deferire alla Corte la Polonia è attualmente sospesa in attesa di verificare l’efficacia del 112 in tale paese.