Italia
È stato presentato ieri ‘eContent 2008′ , la terza edizione del Rapporto sui contenuti digitali realizzato da Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici in partnership con il Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie e con la collaborazione scientifica di NetConsulting.
Dal rapporto emerge che il settore dei contenuti digitali è “Un settore fortemente in movimento, la cui crescita non risente della crisi dell’economia”, come lo definisce Giancarlo Capitani, NetConsulting.
“Un mercato che a fine 2008 supererà i 6 miliardi”, dichiara Alberto Tripi, Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici. “La crescita annua di questo mercato, pari a circa il 20% – secondo Tripi – conferma la vitalità di un settore che contribuisce in modo determinante allo sviluppo dell’economia e della Società della Conoscenza (…). Questa dinamica, pur interessante in un momento di stagnazione dell’economia, è tuttavia “compressa” da alcuni fattori che ne rallentano la crescita. Questo mercato ha, infatti, delle potenzialità enormi e se riusciremo a rimuovere i freni che oggi ne impediscono un più rapido sviluppo, potremo assistere nel prossimo decennio ad una espansione del mercato medesimo superiore a qualsiasi aspettativa”.
“Riguardo la composizione del mercato, ha spiegato Giancarlo Capitani illustrando i contenuti del rapporto, la componente più rilevante continua ad essere rappresentata dai contenuti pay, per un valore pari a 4.137,5 milioni di euro, ma è la pubblicità, con la sua personalizzazione tramite gli strumenti di rete, a crescere a ritmi molto sostenuti, registrando nel 2007 un incremento della raccolta pari al 47.5% con una previsione, anche per i prossimi anni, di una crescita molto consistente fino a superare già nel 2009 la soglia di 1,5 miliardi di euro”.
Tra i fattori che influenzeranno lo sviluppo del mercato eContent ci sono: la componente video; la diffusione dei PC connessi in banda larga, sia nelle famiglie che presso le microimprese; la realizzazione al 2012 dello “switch-off” della televisione digitale terrestre; la diffusione di reti di nuova generazione (NGN); una maggiore disponibilità di device che consentano di migliorare la “customer experience”. Le previsioni suggeriscono una crescita del settore che raggiungerà, nel 2009, il valore di 7,3 miliardi.
Alla presentazione del Rapporto sono seguiti diversi interventi, moderati da Giampiero Gramaglia, Ansa.
“Un importante impulso all’economia della rete sarà dato dall’Integrazione di piattaforme abilitanti e di innovazione di servizio” per Oscar Cicchetti, Telecom Italia, secondo cui occorre porsi questi obiettivi: la penetrazione d’uso della larga banda, la realizzazione delle reti, la diffusione dei PC a scuola, la digitalizzazione della relazione tra cittadini e Pubblica Amministrazione con l’eliminazione della carta.
Sul fronte della rete mobile, “la svolta nel mercato dei contenuti digitali mobili avverrà con i nuovi terminali”, dice Pietro Guindani di Vodafone. Anche la qualità del rapporto tra operatore e cliente è importante per incoraggiare l’utente alla fruizione di contenuti: l’utente con una formula in abbonamento è più agevolato a fruire contenuti digitali, ma in Italia, sottolinea Guindani, la tassa di concessione governativa è purtroppo uno dei veri freni di sviluppo del mercato.
Stefano Torda, del Dipartimento Innovazione e tecnologie del ministero della Funzione pubblica ha sottolineato l’attenzione per il settore del Governo, che “sta dedicando una particolare attenzione alle scuole per introdurre servizi i rete e realizzare una diffusione massiccia di innovazione nelle scuole”.
In effetti, concorda Pietro Gaffuri, Rai Net, “Il pubblico è fortemente interessato ad una offerta di contenuti su IP, perché il PC genera voglia di interattività e voglia di generare contenuti(…). Occorre far capire che l’utilizzo dei media è globale e non solo rivolto ad un target giovanile”.
Il vero problema alla crescita del mercato, secondo Roberto Liscia, NetComm, è “quello dell’abilità di accesso alla rete” ed è importante notare che la metà del mercato dei contenuti digitali è costituito ancora dalla televisione.
“Tra i fattori di sviluppo manca la domanda“, concorda Dario Viganò, Presidente Ente Spettacolo, ma l’ICT permette di riorganizzare l’offerta e digitalizzare i contenuti.
Per attrarre la domanda “Bisogna scommettere sulla qualità dei contenuti“, secondo Aldo Grasso, Università Cattolica di Milano, e fare uno sforzo per coordinare i contenuti.
“I contenuti sono ormai il centro dell’interesse e ciò rende errata la segmentazione tra le diverse piattaforme tecnologiche che danno accesso ai contenuti”, afferma Luca De Mauro, Sky.
“Il passaggio alla televisione digitale terrestre, spiega Andrea Ambrogetti, DGTVi, consente un’amplificazione dei contenuti e servizi“. In Sardegna si sta già verificando questa opportunità grazie al passaggio alla TDT dei suoi 1,6 milioni di utenti televisivi.
“Quanto emerso dal rapporto conferma la validità della politica infrastrutturale e sui media del governo“, afferma Paolo Romani, Sottosegretario allo Sviluppo Economico e aggiunge che “ora occorre creare le condizioni per diffondere i contenuti presso il grande pubblico”. Romani individua tre principali fattori di freno al mercato, quali il basso tasso di penetrazione della banda larga, l’incremento basso di crescita della banda larga e la poca fibra nel Paese. Il governo deve diventare una “cabina di regia di tutti gli attori” per trovare un punto di sintesi tra regolamentazione, operatori e interessi dei consumatori, sempre lavorando in un’ottica di condivisione.
3° Rapporto sul Mercato dei Contenuti Digitali in Italia
Executive Summary
(Slides)
Giancarlo Capitani – Amministratore delegato di NetConsulting