Italia
Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera di Vito Nicola De Russis che si inserisce nel confronto aperto da Key4biz sul ruolo del servizio pubblico. Cosa cambiereste e come? La parola ai lettori…
Gentile Direttore,
la lettera di Remigio del Grosso, Vice Presidente CNU-AGCOM – Membro Comitato Scientifico Rai, pubblicata su key4biz dell’11 settembre (Leggi lettera), precisa nell’analisi della situazione della Rai, si concludeva con la ipotesi risolutiva del “problema” di lasciare la Tv pubblica con una rete sola finanziata dal “canone” versato dal popolo italiano. Il titolo, “Cronache di (dis)servizio pubblico: perché non privatizzare due reti Rai e finanziare solo la terza col canone?“, ne condensava l’articolo.
Purtroppo, anche di fronte a qualcosa di estremamente importante per la vita di un popolo, quale è, certamente,
Siamo alla vigilia dell’avvento esclusivo del digitale terrestre. Sostiene lo scrivente che se vorrà ricevere qualche briciola di Informazione seria DOVRA’ pagarla. Pertanto: paga direttamente (canone)
Cosa resta?
Battere le mani per questo ulteriore degrado del livello della “convivenza civile” in questo Paese che già occupa stabilmente il fondo delle classifiche comunitarie.
Dimenticheremo subito l’Alitalia. Incontreremo, sempre più spesso, l’esercito in servizio di ordine pubblico. I passaggi dei bus pubblici oltrepasseranno (a Roma) gli attuali 60 minuti. I 15 minuti di ritardo dei treni sull’orario ufficiale, che ora vengono ritenuti “in orario”, subiranno un “ritocco” in aumento. Il prezzo in aumento del barile di petrolio continuerà a far aumentare immediatamente la benzina e continueranno a “dimenticarsi” le fasi discendenti. Idem per i cereali (con ogm e senza). Dimenticheremo la pestifera aria che respiriamo e che l’acqua è, ormai, una “normale” merce.
Perderemo sempre più la forza di reagire e, quindi, ………. .
Tempi bui.
Il saggio ci ricorda che nei tempi bui della fame e della miseria dell’ultima guerra (1939 -45) c’era chi si arricchiva con la borsa nera.
Resti la Rai a tre reti. Vadano in altri arenili gli attuali gestori. Si renda efficace il diritto di accesso riservando una delle tre reti ai soggetti che possono incidere ad elevare il livello della convivenza civile e ridurre la violenza sulla vita e sulla dignità delle persone. Cessi il finanziamento pubblico della carta stampata e quelle risorse destinarle a opere di moralizzazione ed educazione alla convivenza civile. E’ intollerabile, disumano, diseducativo, immorale e vergognoso gratificare con la immunità i falsificatori di bilanci, gli evasori fiscali ed altri soggetti. E’ inqualificabile l’azione di gratificare i manager che “gestiscono al degrado” le aziende a loro affidate; ancora peggio e scandalosa se quella gratifica assume livelli inimmaginabili. Cessi il finanziamento pubblico ai partiti (finanziamento che, con l’avvento dell’euro: 1.1.2002) è passato da 800 lire per la durata della legislatura ad 1 euro a voto per 5 anni (per cui viene assicurato il finanziamento anche in presenza di interruzione della legislatura); decretato l’effetto retroattivo.
Sono alcune delle briciole di vita “nascosta” dai media privati e pubblici.
Saluti
Vito Nicola De Russis
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