Italia
La richiesta al Governo del presidente Corecom Marche, Marco Moruzzi, si inserisce nel dibattito, sostenuto da Key4biz, sulla qualità della Tv. Un argomento molto caldo che ha aperto un acceso confronto tra istituzioni, studiosi e broadcaster sul servizio pubblico, ma più in generale sulla televisione. Un contraddittorio che diventa ancora più necessario quando a essere coinvolti sono i bambini.
Marco Moruzzi, presidente Corecom Marche e capofila dei Corecom delle regioni italiane per le iniziative e il controllo in materia di media e tutela dei minori, chiede che il Governo intervenga al più presto con disposizioni di legge che garantiscano il rispetto dei telespettatori più piccoli da parte della Tv e dei nuovi media.
“Servono nuovi e stringenti provvedimenti – afferma Moruzzi – in prima serata davanti alla Tv ci sono più di 8 milioni di bambini, spesso non in presenza dei genitori, non è più accettabile che si trasmettano film e trasmissioni gravemente lesive dell’integrità psicofisica e morale dei minori”.
L’ultima denuncia del Corecom Marche, che da tempo svolge una serie di attività di informazione e sensibilizzazione nei confronti della Tv, di internet e dei nuovi mezzi di comunicazione in relazione ai diritti dei minori e di segnalazioni di violazioni al Comitato Tv e Minori, è relativa all’ 8 settembre.
Come informa una nota, lunedì scorso, fascia oraria di massimo ascolto in cui le disposizioni del Codice di Autoregolamentazione Tv e Minori sono stringenti e richiamano l’attenzione delle emittenti televisive a riservare attenzione alla programmazione, Canale 5 ha mandato in onda alle 21.30 il film di Spielberg “La guerra dei mondi“, Film di fantascienza in cui il protagonista, padre di una bambina dell’età presumibile di 6 anni e di un adolescente, assistono e vivono un’invasione di extraterrestri e a un disastro collettivo apocalittico con scene agghiaccianti e sconvolgenti in cui Male, morte, sangue e distruzione dilagano e hanno il sopravvento coinvolgendo direttamente la bambina protagonista. Immagini che hanno turbato e messo a disagio anche adulti e che sono certamente paurose e inadatte ai bambini, fosse anche in presenza degli adulti. Pertanto il bollino giallo che ne consigliava la visione con i genitori era assolutamente inadeguato e insufficiente.
L’attuale normativa enuncia principi validi ma non consente una prevenzione delle situazioni di rischio per i minori a livelli adeguati.
La classificazione italiana della segnaletica televisiva, che individua l’idoneità dei programmi in tre sole categorie con i bollini: verde “per tutti”, giallo “da vedere con il supporto di adulti”, rosso “solo per un pubblico adulto”, risulta insufficiente. In Paesi invece come Francia, Spagna e Germania la normativa indica con precisione le fasce di età per le quali è consentita la visione. Ad esempio, la Francia ai programmi televisivi per tutti affianca i programmi adatti ai solo maggiori di 10 anni, ai soli maggiori di 12, di 16 e di 18 anni. Recentemente la Francia ha addirittura stabilito che per i minori di 3 anni è sconsigliata la visione della televisione. A conferma degli effetti negativi della Tv, che oggi il sistema continua a sottovalutare.
Il Corecom Marche sostiene di aver ripetutamente evidenziato come quotidianamente la Tv proponga alle giovani generazioni modelli comportamentali non edificanti, vacui, che i giovani tendono a imitare essendone più o meno consapevolmente condizionati.
“Siamo all’emergenza– sottolinea Moruzzi – la Tv ed i nuovi media intervengono nel processo formativo e cognitivo dei più piccoli, sia con potenzialità positive sia con messaggi nocivi e deleteri. Abbiamo il dovere non rinviabile di affiancare le giovani generazioni nella crescita, tutelarli e cercare di accrescere il loro senso critico nel confronti di tutti i media”.
Al Governo, che di recente ha istituito il Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza per tutelare i diritti e gli interessi dei minori di età, sono stati chiesti rapidi provvedimenti che consentano, in aggiunta alle disposizioni oggi vigenti, di inibire preventivamente la diffusione di immagini, spot, programmi inadeguati che possano turbare i piccoli telespettatori, incentivando in tal modo anche la qualità dell’offerta televisiva.
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